-7- Perché non puoi rimanere papà?

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Harry

"Des..."

Solo il suono della mia voce che pronunciava quel nome mi aveva fatto gelare il sangue, come vedere quei suoi occhi così freddi...così distanti. Non potevo credere che fosse lì, alla mia porta, dopo tutto questo tempo. Dopo tutto quello che aveva fatto. E anche quello che non aveva fatto. Avevo 27 anni...erano anni...troppi anni che...

"Tua sorella mi chiama papà..."

"Io non sono Gemma...nel caso non l'avessi notato." Sputai velenoso.

"Su Harry...non vorrai trattare così il tuo vecchio!"

"Tu non sei niente per me...né il mio vecchio...né mio padre. Niente. Ero stato chiaro cinque anni fa. Cos'è che non hai capito della frase 'esci dalla mia vita'?"

"Harry...dai...prova a darmi un'altra possibilità. Ho fatto molti sbagli lo so. Ma sono pur sempre tuo padre!"

"Mio padre? Tu hai smesso di essere mio padre quando te ne sei andato!"

Il sangue mi ribolliva nelle vene e il mio cuore sentiva quella sensazione che avevo accantonato da tempo, ma mai dimenticato sul serio: dolore. Dolore lancinante e straziante. Distruttivo. E in un fottuto secondo tornai a vent'anni prima, quando tutto il mondo che avevo intorno fu distrutto.

***flashback***

"Des ti prego! Non fare così...possiamo parlarne...possiamo risolvere le cose!" la mamma piange. Io me ne sto rintanato nel sottoscala. Nascosto. Aspetto che tutto finisca. Ma non finisce. Non finisce mai. Gemma non c'è. Gemma non c'è mai quando litigano così. Mi lascia sempre solo. La mamma ora urla. Urla e piange. Non si capisce bene che cosa sta dicendo.

"No. Anne. Non si può risolvere più niente. Non c'è niente da aggiungere..." questo è mio papà. La sua voce è profonda. Ultimamente è spesso arrabbiato. Non c'è mai neanche lui. È sempre via per lavoro.

"Des...amore...ti prego..."

"Amore un cazzo Anne! Come te lo devo spiegare che io non ti amo più? Non ti voglio più! Non vi voglio più!"

La porta ha appena sbattuto forte. E subito dopo un crash fortissimo. Sembra un vaso rotto. La voce di papà non c'è più. La mamma piange ancora. Sbircio dal buco della serratura per vedere. La mamma è in ginocchio in mezzo al salotto. Piange tanto. E vicino alla porta ci sono i cocci del vaso della nonna. La mamma deve averlo rotto. Mi decido ad uscire dal mio nascondiglio, passo accanto alla mamma, sposto due o tre cocci e mi accuccio vicino...

"Mamma, perché piangi?"

"Harry...lui...papà..." i suoi occhi sono appannati dalle tante lacrime, gonfi, rossi. Anche le labbra sono rosse. La voce è spezzata dai singhiozzi. Non ha il coraggio di dirmi quello che in realtà ho già capito. Ho sette anni ma sono intelligente! Mi stacco da lei e mi precipito fuori. Fa freddo. Tanto freddo e mi maledico per non essermi infilato le scarpe. La macchina di mio papà è partita nell'attimo in cui ho varcato il cancello. Corro. Corro e urlo come un pazzo. Finché lui si accorge di me dallo specchietto retrovisore e blocca l'auto in mezzo alla strada. Scende. Finalmente scende. Mi faccio più vicino a lui...è così alto. Lo guardo negli occhi e vedo solo un...gran gelo.

"Papà dove vai?"

"Vado via Harry..."

"Dove vai?"

"Dove vai? Dove vai? Dove vai? Fai la stessa fottuta domanda di tua madre! Ti ho detto che vado via e basta! Ora torna a casa!" si volta...ma non rinuncio ancora. Combatto. È questo che mi ha insegnato la mamma e anche la nonna: combattere. Io combatto sempre!

è tutta colpa di Styles || Harry Styles - The Styles TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora