Capitolo sette.

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Casa dolce casa. Quando mi trasferii nella nuova casa, l'unica cosa che volevo fare era urlare al mondo di aver quasi raggiunto a pieno la felicità perché sì, ero felice. Finalmente riuscii a vedere una vera svolta nella mia vita. Stava succedendo tutto d'un fiato. Ero felice perché sentivo cambiare me stessa e Dio, amavo sentirmi così. Quella mattina lasciai l'albergo con Zac, era venuto a prendermi a bordo di un'elegante Volvo nera. Caricammo i miei enormi bagagli in macchina e sfrecciammo verso la villetta che avevo preso in affitto da Zac. Sarah non c'era e non potetti fare a meno di far notare la sua assenza a Zac. "Dove hai lasciato Sarah?" Dissi con tono abbastanza scherzoso. "Oh, non le ho detto nulla, volevo farle una sorpresa ma a quanto pare mi ha scoperto" rise. "Sai, è piuttosto presa da questa faccenda e non vede l'ora di vederti. Io non ti ho detto nulla, sshhh!" Disse facendomi l'occhiolino. Vedermi? Avevo come l'impressione che non le importasse nulla di me, perché voleva vedermi? Di una cosa ero certa: Io volevo vederla, lo volevo con tutta me stessa. "Sarah è diversa dalle altre ragazze". Zac interruppe i miei pensieri. "Che intendi?" Gli risposi perplessa. "Te ne accorgerai col tempo" disse. "Oh guarda, siamo arrivati!" Accostò la macchina sulla destra della casa e scendemmo in fretta. Avevo parecchie cose da fare ma le parole di Zac mi frullavano nella mente e non volevano uscirne fuori. Diversa? Sì, lo era. Per me era la cosa più bella del mondo. "Ehilà bionda!" Sentii qualcuno saltare sulle mie spalle. Era lei. Avrei riconosciuto la sua voce tra mille, così calda e solare, lo era sempre. Per Sarah non esisteva la tristezza, il buio, l'oblìo...Lei viveva, lottava contro tutto e tutti per ottenere la sua felicità. Era questo che mi fece impazzire di lei, era il vortice di luce nella mia vita monotona. "Oh, sei qui!" Esclamai. "Sempre." Rispose con tono pacato. "Ti aiuto a portare la roba dentro, Zac tu evapora, ci penso io a questa pulce. E non ti azzardare mai più a fare questi giochetti!" "Agli ordini, capo!" Zac rise e corse via senza esitare. Se c'era un'altra cosa che amavo erano i nomignoli che mi affibbiava. Passammo la mattinata a sistemare i vestiti negli armadi e a pulire le stanze. Dio solo sa quanto ero felice quando ero con lei. Passammo le ore migliori di sempre. Amavo farla sorridere, era come una vittoria per me. Rimase con me fino a tardi...molto tardi. "Oh Lily!" Balzò dal letto e urlò il mio nome così dolcemente che mi si strinse il cuore. "È tardi, devo tornare a casa!" Continuò. Era passata la mezzanotte e lo ammetto, ci eravamo lasciate andare un pò con l'alcool. Sarah si alzò barcollando e si mise a cercare il suo cappotto. "Fermati" dissi con tono deciso. "Non andare, ti prego..." "Lil...sei ubriaca!" Urlò contro di me prendendomi il viso tra le sue mani. Non lo ero infondo, connettevo ben poco i miei pensieri ma ero abbastanza lucida da volerla con me ancora, per sempre. "Ho detto resta" continuai. "Lo vuoi davvero?" Chiese con tono di sottomissione. "Sì, cazzo". Le strinsi la mano e la spinsi di nuovo sul letto. "Dio, Lily..speravo che me lo dicessi" disse sottovoce. Rise portandosi la mano sulla testa. "Sai perché?" Aggiunse. "No Sarah" risposi preoccupata. "Perché di te non ne avrò mai abbastanza." Fu allora che le nostre labbra si incontrarono per la prima volta. Fu il bacio più bello di tutta la mia vita e lo diedi ad una donna, la MIA donna. Vidi l'infinito, vidi la felicità. "Non sei ubriaca, vero?" Le sussurrai ridendo. "Si lo sono" disse. "sono ubriaca di te". La mia vita ormai dipendeva da quella donna, Sarah.

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