Annabeth mi insegnò il greco quella mattina. Avendo fatto il primo anno di liceo classico sapevo già le cose più facili, e in effetti mi ricordo che a scuola non facevo nessuna fatica a capirlo, era la materia in cui andavo meglio.
Dopo pranzo, ci fu il funerale dell'ex capogruppo della casa di Ermes, Matthew. Andrea diventò il capogruppo in questo modo, ma la cosa non sembrava renderlo felice. Avevo quasi l'impressione che il potere e le responsabilità non facessero al caso suo.
Chirone convocò una riunione a cui partecipammo tutti i capigruppo più me e Rachel. Quando fummo tutti seduti, il centauro mi guardò con aria interrogativa, e capii che dovevo essere io a spiegare la situazione. Così mi alzi in piedi e iniziai a parlare.
-Questa notte ho fatto un sogno. Ho visto la morte di Matthew, ma mi è anche stato inviato un messaggio da mio padre, Poseidone. Mi ha spiegato che non riusciva a riconoscermi, così mi ha praticamente tagliuzzato il braccio.
Spostai la manica e feci vedere il messaggio agli altri.
-Mi ha consigliato di rivolgermi all'Oracolo- continuai. Tutti si girarono verso Rachel. Purtroppo, non svenne o sputò fumo dalla bocca, né tantomeno pronunciò una profezia.
-Non riesco a pronunciare nessuna profezia al momento- disse la rossa. -Ma vedo qualcosa. Partirete in sei, compresa te, e andrete in Romania, a cercare l'Argo II. Da lì in poi non vedo più niente, ma so che non tornerete molto presto a casa. Il viaggio non terminerà in Romania.
-Quando dovrà partire? In Romania dove?- volle informarsi Andrea. Rachel chiuse gli occhi per concentrarsi.
-Porto di Costanza sul mar Nero, ma non so quando dovrà partire. Al più presto, immagino.
Chirone mi guardò. -Be', temo che dovrai scegliere i tuoi compagni per questa impresa. Partirete dopodomani, vorrei che riposassi un po' prima di partire.
-Percy e Annabeth- dissi senza esitare. Loro annuirono come se fossero d'accordo. Annabeth ci avrebbe aiutati con i piani, Percy avrebbe potuto continuare a farmi allenare con la spada e insegnarmi alcuni trucchetti. Pensai a chi avrebbe potuto insegnarmi qualcos'altro per combattere, e la risposta venne spontanea.
-Marco?
-Vengo.
-Ho bisogno di un figlio di Efesto, ma vorrei che fosse Silvia ad accompagnarmi.
Qualcuno che non conoscevo si offrì di andare a chiamarla. Avevo bisogno di lei perché volevo che ci fosse qualcuno in grado di far partire e riparare l'Argo II nel caso ce ne fosse stato bisogno. Mi resi conto che mancava solo un membro alla mia squadra. Non ebbi bisogno di ragionare nemmeno un minuto, perché mi guidò il cuore.
-Andre, vieni?
-Sì- rispose, senza un attimo di riflessione.
-Molto bene. Vi consiglio di pensare a un piano stasera e domani, preparate le valigie e... buona fortuna!- disse Chirone. Sembrava un po' perplesso per la mia ultima scelta, ma non fece commenti. In quel momento arrivò Silvia, che mi strinse in un abbraccio tritacostole. -Grazie- mormorò sulla mia spalla.
-Possiamo andare nella nostra capanna per decidere cosa fare, tanto è praticamente vuota- proposi. Gli altri assentirono.
Si sedettero tutti su un letto vuoto, io per terra davanti a loro.
-Allora- iniziò Andrea. -Dobbiamo raggiungere la Romania. Il porto... ehm... come si chiama?
-Il porto di Costanza- gli ricordò Annabeth.
-Probabilmente ci sono degli aerei che arrivano là, ma io e Marty non possiamo volare- disse Percy.
-Ma possiamo navigare- aggiunsi io. -Però abbiamo due possibilità. Saliamo di nascosto su una nave che porta da qualche parte sulla ex Jugoslavia, ma poi da lì non saprei come arrivare sul mar Nero. Un'altra possibilità sarebbe... affittare una barca, ma costerebbe troppo. Però potremmo sempre ehm... come dire... prenderla in prestito.
-Come potremmo "prendere in prestito"- continuò Andrea con un ghigno sulla faccia. -Una macchina che ci porterebbe fino al porto.
-Potremmo anche, come dite voi, "prendere in prestito" solo la barca, fare un giro intorno alla Grecia e attraversare lo stretto dei Dardanelli e quello di Bosforo...- ci fece notare Annabeth.
-Sì, ma...- cominciai io. Ma non avevo nulla da obiettare.
-Annabeth, allunghiamo solo la strada e il tempo per arrivare lì- disse mio fratello.
-Ma con i vostri poteri non potreste far andare la barca più veloce?- domandò Silvia.
-È quello che mi stavo chiedendo anche io- disse Marco. -Insomma, ci saranno due semidei figli di Poseidone su una barca, possibile che non si possa andare più veloce?
-Non lo so- risposi io. Percy sembrava che stesse facendo qualche conto.
-Non credo che si possa fare- concluse poi. -Potremmo prendere una barca e attraversare in linea retta l'Adriatico, e con i nostri poteri potremmo metterci due ore. Da lì, in macchina, ci impiegheremmo circa sedici, diciotto ore, se fatte di fila. Facendo delle pause due o tre giorni. Facendo come dici tu, invece, la barca sarebbe troppo sollecitata e potrebbe distruggersi. Dipende sempre da che barca è, certo, ma non vorrei rubarne una troppo costosa, se possibile.
-Ok, allora prenderemo anche una macchina- sembrò rassegnarsi Annabeth.
-Se vogliamo rubare qualcosa, però, sarebbe meglio farlo di notte- ci consigliò Andrea.
Silvia fece il punto della situazione. -Quindi partiremmo dal campo al tramonto, poi dovremo cercare un porto, ma immagino che qui sul mare ce ne siano molti. Aspettiamo che sia molto buio e che ci sia poca gente, quindi intorno all'una di notte. Rubiamo una barca e ce la filiamo.
Marco riprese il discorso. -Potremmo attraccare in un porto della Croazia, attraversare la Bosnia e la Serbia e arrivare in Romania.
Nessuno sembrava voler obiettare.
-Vado a spiegare il piano a Chirone- disse Silvia.
Gli altri si dileguarono e io e Percy rimanemmo da soli.
-Hai bisogno di una spada- mi fece notare Percy. -Qualcosa di comodo e di simile alla mia. Potremmo chiedere a Silvia di fartene una domani.
-Fratello!- urlò qualcuno alle nostre spalle. E duecento chili di ciclope piombarono addosso a Percy. Era Tyson.
-Ehi, campione!- lo salutò mio fratello. Aspettate. Se Percy era mio fratello, e Tyson era il fratello di Percy...
-Lei chi è?- chiese il ciclope indicandomi.
-Tyson, lei si chiama Martina. È una figlia di Poseidone. Martina, Tys...
Ma lui stava già urlando. -Sorella!- Mi sentii sollevare e stritolare e Percy protestò.
-Ty, fai piano! Non vedi che è piccolina?- e lui mi lasciò andare.
-Scusa, sorella. Io sono un ciclope.
-Lo so- gli dissi dolcemente. Non diedi a vedere che l'aggettivo "piccolina" di Percy non mi era piaciuto molto, anche se non credo che volesse dire che ero una bambina, più che altro che ero magra e bassa. Proprio in quel momento suonò il corno della cena, così ci dirigemmo in fila indiana verso la mensa, io per ultima.
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Incroci
FanfictionMartina è una ragazza come tante altr... No, riformulo. Martina è una ragazza problematica. È stata espulsa da tutte le scuole ed è stata adottata da cinque famiglie diverse. Ma lei si sente a suo agio solo quando legge. Da buona lettrice, capisce s...