Romeo & Giulietta

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L'inverno arrivó prepotente e freddo come mai prima d'ora, le possibilità di uscire erano quasi nessuna quindi con il gruppo ci vedevamo a scuola e qualche volta per pranzo, tutti tranne lui,mi arresi all'idea di rivederlo in primavera. Piano piano io e Nat eravamo sempre più amiche tanto che gli avevo confessato che Enzo non mi era indifferente ma neanche io sapevo spiegargli ciò che sentivo, come puoi spiegare emozioni così, ogni parola sarebbe stata ridicola, andava oltre l'amore, conosco l'amore solo grazie a ciò che leggo e le descrizioni degli autori per quanto estreme possano essere sono al quanto veritiere. Ma in nessuno dei miei libri viene descritto qualcosa di simile, non posso smettere di pensare ai suoi occhi gradi e intensi, a come mi bruciano con uno sguardo, eppure anche Nat lo pensa, mi ha detto che molto spesso con la coda dell'occhio mi guarda oppure che mentre parlo di me e delle mie mille storie sembra un bambino che ascolta la sua favola preferita. Stavo andando a rifugiarmi in biblioteca e passando davanti la vetrina all'entrata lo vidi, immerso in una lettura profonda, per poco non mi prese un colpo, era una cosa in più che sapevo di lui, sotto il suo mantello da menefreghista e basico c'era un mondo e forse iniziavo a capire come portarlo alla luce. Consegnai i libri e mi misi a sceglierne altri e ne presi uno per leggerlo li magari vicino a lui, presi Romeo e Giulietta, per quanto vecchio e al quanto incredibile era sempre stato uno dei miei libri preferiti, l'odio di due famiglie ma l'amore tra i loro figli, ho sempre trovato incantevole come Shakespeare descrive l'incontro sul balcone tra i giovani amanti. Con il libro tra le braccia mi sedetti nel tavolo affianco al suo, cercai di sbirciare ciò che leggeva ma niente. Non credevo si fosse accorto di me fino a che...

Come un fiore nato nel cemento.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora