Capitolo 5

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Francesca

La sveglia suonò ancora,ancora,ancora e ancora. Non ce la facevo più a sentire quel suono così assordante. Allungai il braccio e la spensi. Mi stiracchiai un pò e mi alzai ,dirigendomi verso il bagno.

Il sole illuminava la stanza e mi dava una strana sensazione di felicità. Poi ripensai alla serata precedente, al nostro nuovo amico ,a quando gli scrissi il mio numero sul braccio e mi scappò un sorriso.

Mi lavai e presi dei vestiti a caso,cosa normale per me. Bastavano un paio di jeans una maglietta e il mio cappello. Stop. Niente gonne o vestiti,mi facevano rabbrividire.

Scegli al piano sottostante dove incontrai mia madre,alle prese con dei biscotti appena sfornati. Adoravo quando mi preparava i dolci a colazione.

"Giorno mamma!" urlai appena entrata"Sono tutti per me quei graziosi biscotti vero?"

"Non proprio tesoro e non ti ci abituare!"

Mangiai in fretta,inzuppando i biscotti nel latte. "Ma Daniele?"dissi con il biscotto ancora in bocca.

"Oggi non lavora,quindi l'ho lasciato dormire. Oggi a pranzo però vieni a casa. Esci più tardi okay?". Mi avvicinai gli sussurrai un okay all'orecchio e gli stampai un bacio sulla guancia. Salii in camera mi lavai i denti presi lo zaino e uscii. Presi il telefono tra le mani e chiamai la mia migliore amica.

"Eilaa!" dissi con voce pimpante.
"Eieieii! Come mai così contenta? Devi raccontarmi qualcosa tu..."disse probabilmente sorridendo.
"Sisi,ne parliamo dopo,ti aspetto qui a casa eh...!"

Attaccai e aspettai. Due minuti dopo arrivò, mi salutò e la caricai in moto. Appena arrivate a scuola,si mise davanti a me con le braccia ai fianchi come se aspettasse qualcosa.

"Okay okay,non c'è niente di particolare da sapere... Stavo fumando lui è venuto,abbiamo parlato e poi mi ha chiesto il numero. Basta." dissi accellerando il passo e superandola.
"Ti credo e che pensi di lui?"mi faceva sempre la stessa domanda da un anno, quando conoscevo un nuovo ragazzo. "Eddaaiii mi fai sempre la solita domandaa!" esclamai vedendo due persone avvicinarsi a noi. Erano James e Damiano. Pensai che fosse strano vederlo lì,poi però pensai a quando mi disse che James gli aveva parlato della nostra scuola.

Damiano

Era lì,di fronte a me in tutta la sua semplice bellezza.
Già dal primo momento in cui l'ho vista nel locale,volevo farla mia. Avrei voluto prenderla tra le braccia e dirgli che io ci sarei sempre stato per lei. Ma non potevo. Avrei dovuto trovare un momento per dirgli che Valerio è mio fratello e che io però non sono come lui. Ma quello non era il momento giusto.

"Eii ragazzii!" disse con fare euforico e sorridendo. Un sorriso speciale e così bello che rimasi fermo a guardarla nella speranza che non se ne accirgesse nessuno.

"Hai intenzione di consumarla?" mi sussurrò James all'orecchio. Arrossii e abbassai lo sguardo girandomi.

Camminai affianco ai miei nuovi amici finchè non arrivai alla nostra classe. Appena entrai,mi sentii gli occhi di tutti addosso. Le ragazze mi facevano gli occhiolini e i maschi invece mi guardavano dalla testa ai piedi. Devo dire che c'erano delle belle ragazze in quella scuola, ma i miei occhi erano solo per una tra tutte quelle: Francesca.

Francesca

Appena entrai in classe notai che le ragazze,avevano subito assaltato Damiano,con uno sguardo falso e adoratrice. Dentro sentivo qualcosa...Gelosia? Non credo proprio. Non poteva.
Poi notai che sul suo braccio era rimasto il mio numero e mi scappò un sorriso. Ero come sollevata, mi sentivo strana,leggera.

Le ore trascorsero noiose come al solito e più di una volta il mio sguardo e quello del nuovo arrivato si incrociarono. Sorrideva sempre,come se stesse sognando.
Mi immersi nei miei pensieri e più di una volta pensai a Damiano,al fatto che lo potessero prendere in giro o che le ragazze lo seducessero. Non mi sarebbe andata giù una cosa del genere.
Aspetta aspetta fra. Con calma,c'è un problema. Ho paura che tu ti stia innamorando ancora e ciò non va affatto bene!
Subcincio del cavolo. Era sempre quando ne avevi meno bisogno.

Fui distratta dal suono della campanella che annuniciava la fine delle lezioni. Presi lo zaino,lo misi in spalla e uscii dall'aula senza aspettare nessuno.
Mi diressi a casa e pranzai con un panino,avevo fretta e avevo anche bisogno di andare al parco,accompagnata da della buona musica.

'La ragazza che voleva essere un maschio'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora