"Quindi Socrate fu uno tra i più importanti uomini della Grecia Classica... Mitchell, mi sta ascoltando?" quasi urlò il mio professore di filosofia, riscuotendomi dai miei pensieri.
Lo guardai impassibile e annuii velocemente per fargli capire che avevo colto le sue parole.Quella mattina non ero particolarmente attenta in classe, in realtà non lo ero quasi mai.
Ma la verità è che quel giorno era del tutto diverso.Non riuscivo a smettere di pensare a lui, quel ragazzo che nonostante il mio essere fredda ed acida continuava a sorridermi il pomeriggio di qualche giorno prima.
Non riuscivo a smettere di pensare a quanto fosse bello il suo sorriso ed a quanto fosse stato dolce.
Ed io lo avevo trattato male.
Come sempre.
Non avrei mai voluto ammetterlo, ma ero dispiaciuta.
Avrei voluto fidarmi almeno di lui e lasciarmi andare, anche se lo conoscevo relativamente da poco ma semplicemente non potevo.
Era come se ci fosse un muro, una barriera che mi separava dal resto del mondo.
In un certo senso mi faceva sentire protetta, al sicuro perchè mi impediva di soffrire più di quanto stessi già facendo.
Ma dall'altra parte la odiavo, perchè oltre ad impedirmi di soffrire maggiormente mi impediva di essere finalmente felice.
Era da tanto tempo che non provavo un po' di felicitá.
Come faceva lui ad essere sempre così sorridente?La campanella suonò.
Finalmente anche l'ultima ora di quella lunga e noiosa giornata era terminata, così uscii dalla classe.Cominciai a camminare in direzione della fermata ma una strana risata attirò la mia attenzione.
Mi voltai e vidi Ashton seduto su un muretto.
Non smetteva di ridere, e io non potei fare a meno di pensare che fosse bellissimo.
I capelli ricci ormai troppo lunghi gli cadevano dolcemente sugli occhi, e le guancie erano solcate da due adorabili fossette che decoravano il suo fantastico sorriso.
Solo dopo qualche secondo mi accorsi della presenza di un altro ragazzo, un tipo un po' strano che guardava Ashton sorridendo.
Aveva i capelli blu ed un piercing al sopracciglio."Sarah! Vieni" urlò Ashton appena si accorse della mia presenza.
Mi avvicinai ai due, un po' titubante.
Era con un suo amico, non volevo disturbarlo.
In fondo, però, era stato lui a chiedermi di raggiungerli.
Ma alla fine fu lui a togliermi ogni dubbio."Ti stavamo aspettando" disse guardandomi.
Non potei far altro che sorridere a quell'affermazione.
"Sarah, lui è Michael" continuò Ashton indicando il ragazzo al suo fianco.
Gli feci un breve segno di saluto, e subito dopo lui ricambiò.
"Ashton mi ha parlato tanto di te" parlò finalmente il ragazzo.
Aveva una voce roca e profonda, molto diversa da quella calda e gentile di Ashton.
"No, davvero" continuò Michael
"Non smetteva un secondo, non lo sopportavo più. Così sono stato costretto a venire qui"
Abbassai lo sguardo imbarazzata.
"Oh Mike, sta' zitto" soffiò Ashton divertito.
Poi scese dal muretto con un salto."Vi va di venire a casa mia? Possiamo guardarci un film" propose con un'alzata di spalle.
Mi spiazzò la semplicità con cui lo chiese.
Insomma, Michael era un suo amico da quanto avevo capito, ma io?
Mi trattava come se ci conoscessimo da una vita, e in un certo senso mi faceva sentire apprezzata.
Era come se ogni volta mi facesse capire che lui era lì per me, in qualsiasi momento."Sarah?" attirò la mia attenzione Ashton.
Mi ero immersa tra i miei pensieri, un'altra volta.
Lo guardai per un attimo, ma poi mi voltai a guardare l'autobus che stava arrivando proprio in auel momento.
"Dai, vieni con noi. Ti prometto che se poi cambierai idea e vorrai tornare a casa ti accompagnerò io, nessun problema" terminò indicando la sua macchina, a qualche metro da noi.
Lo guardai negli occhi e annuii appena.
Cosa poteva andare storto?
In fondo, anche se lo conoscevo da poco, Ashton mi dava sicurezza.
Mi fidavo di lui, e non sapevo neanche il perchè."Perfetto!" esclamò lui esaltato.
"Forza andiamo" concluse infine, entrando in macchina.
Michael si mise al posto del passeggero, così io stetti nei sedili posteriori.
Anche se Michael era un tipo piuttosto silenzioso, e anche se discussero scherzosamente per tutto il viaggio cercando di mettersi d'accordo su quale CD ascoltare, si vedeva quanto si volessero bene.Una volta giunti alla familiare casa di Ashton, lui ci fece accomodare sul divano mentre cercava i film che avremmo potuto guardare.
"Dove diavolo l'ho messo?" sbottò lui.
Quelle parole mi fecero irrigire appena, perchè riportarono a galla i terribili ricordi di quella sera.
Davvero ero caduta così in basso?
Mi sentivo così sporca e ingrata in quel momento.
Chissà se anche Michael sapeva.
Forse glielo aveva raccontato Ashton.
E per la prima volta provai vergogna.
Già, ero caduta veramente in basso quella notte.
Non mi ricordavo nemmeno quale fosse la "goccia che aveva fatto traboccare il vaso" ma in quel momento non mi sembrava che ci fosse nessuna spiegazione plausibile.
Ero stata decisamente una stupida.
Mi ero lasciata sopraffare dalla mia debolezza.Ashton parve accorgersi del mio repentino cambio d'umore ed anche da cosa fosse causato, infatti mi guardò e subito dopo abbassò lo sguardo a mo' di scusa.
Io gli feci un breve segno per fargli capire che non importava e Michael ci guardò stranito."Che c'è? Ora parlate in codice? Mi sento escluso ragazzi, io me ne vado"
disse mettendo su un finto ed adorabile broncio."Dai Michael, smetti di fare lo stupido ed aiutami a cercare il film" disse ridacchiando.
"Quale film?" chiesi io incuriosita.
"La teoria del tutto. Adoro quel fim." mi rispose il riccio, ancora voltato di spalle.
Mi alzai per aiutarli a cercare, ma non feci in tempo.
"L'ho trovato!" urlò Michael, saltellando entusiasta.
Ashton ridacchiò e mise il dvd nel lettore.Tutto sommato il film fu piuttosto bello e interessante, anche se Ashton dovette fermarlo ogni 5 minuti per correre a recuperare dei fazzoletti per Michael che non riusciva a smettere di piangere.
Io non potevo fare a meno di ridere di quell'adorabile quadretto.Quando il film terminò, i ragazzi mi accompagnarono a casa.
E quando mi salutarono, promettendomi che ci saremmo visti ancora, io mi sentii finalmente felice.
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Jet Black Heart [Ashton Irwin]
Fanfic《Everybody's got their demons, even wide awake or dreaming.》 "Non avrei lasciato un segno nel mondo, solo un piccolo vuoto di cui nessuno si sarebbe accorto. Al freddo. Impaurita. Ero sola."