-È sicuro qui? - chiese Erin. Axel annuì.
-Questo posto esiste da secoli e resterà così per molti anni ancora. È un posto sicuro dove possiamo rifugiarci. O almeno spero-
Il ragazzo adagiò Kim su un letto che non assomigliava molto a quelli di un ospedale (era stato preparato di fretta con un materasso che avevano trovato gettato dietro a dei cespugli) ma lui non aveva bisogno di cure, aveva detto Axel, ma di riposo.
Dopo il combattimento Erin aveva detto a Axel della minaccia di Kira e lui aveva ritenuto troppo pericoloso lasciarla semplicemente da sola. Quindi le aveva chiesto di seguirlo, non specificando bene dove. Si erano incamminati lasciandosi dietro alle spalle la macchina gravemente ferita e portando un Kin incosciente sulle spalle. Quando ormai il sole era scomparso già da tempo si erano finalmente fermati sulle pendici di una montagna che sovrastava Los Angeles.
-Non ricordavo così questo posto- disse Axel. Si trattava di una piccola grotta umida e piacevolmente fresca se paragonata al caldo esterno ma Erin credeva che presto avrebbe fatto troppo freddo lì dentro.
-Sei già stato qui?- chiese Erin. Lui annuì.
-Io vivo qui- disse lui -o meglio, ci vivrò-
Erin si lasciò cadere a terra appoggiando la schiena alla parete umida della roccia. Kim stava ancora dormendo e la poca luce che entrava dall'esterno (anche in piena notte il cielo di Los Angeles era circondato da un alone luminoso tanto che, da lontano, si poteva scambiare per un immenso incendio) si rifletteva sulla sua pelle pallida e sudata. I capelli gli ricadevano sulla faccia e Erin strinse i pugni, trattenendosi dall'impulso di allungare un braccio e scostarli delicatamente.
Non lo conosci neppure si ripeteva. Eppure qualcosa in lui la metteva a disagio, non sapeva ancora se si trattasse di un sentimento negativo o positivo. Si sentiva legata a quel ragazzo in un modo inspiegabile.
-Cosa intendi dire?- chiese, decidendo che non era saggio indugiare su quei pensieri.
Axel la imitò, sedendosi di fronte a lei. La grotta era piccola là dove erano seduti loro, vicino alla luce dell'entrata e quindi le loro ginocchia piegate si sfioravano ad ogni piccolo movimento.
-Kim ti ha spiegato del mio potere- disse Axel. Erin non riusciva a fissare i suoi occhi che sembravano bianchi con la poca luce che c'era, ed erano inquietanti -riesco a manipolare la gravità a mio piacimento- per sottolineare le sue parole fece levitare un piccolo sassolino dritto sopra il suo palmo. Sostava a pochi centimetri dalla sua mano, emettendo di tanto in tanto delle piccole scariche rosa-violette -far levitare gli oggetti. Schiacciare una persona al suolo impedendo che si muova-
-Perché non lo hai fatto prima, durante il combattimento?- chiese Erin.
-Una cosa del genere avrebbe richiesto molte energie-spiegò semplicemente, lasciando cadere il sasso a terra con un piccolo tonfo -che stavo dicendo? Ah giusto. Posso circoscriverne così tanta in un solo, piccolo punto che riesco a strappare la nostra dimensione. A creare un tunnel per un altro tempo. È inutile dire che la mia abilità sia una delle più temute in circolazione-
-Capisco perché- rispose la ragazza -ma dimmi, perché siete venuti ai nostri giorni? E gli altri due, che ci hanno attaccato prima?-
-Stavamo combattendo- raccontò Axel -e io ho tentato di eliminare il più potente dei nemici spedendolo in uno di questi tunnel-
-Ma?- chiese Erin. Axel scosse la testa.
-Non c'è stato alcun ma - disse amareggiato - lui cadde. E noi con lui, trascinati dentro a quel vortice dalla rabbia di Kira-
-Quella ragazza che manipola i ricordi?-
-Lei- annuì il ragazzo -colui che ho fatto cadere nel tunnel era suo fratello-
-Il tipo simile a un cane-tirò ad indovinare Kira.
-No. Peter era molto più pericoloso- smentì lui -quello è un loro amico, per così dire. O meglio, complice-
Erin guardò fuori, verso le poche stelle visibili. Si chiese se erano le stesse che vedeva Kim nel suo tempo.
-Complice?- chiese.
-Non dovrei parlarti di questo- disse secco lui, alzandosi in piedi.
Erin appoggiò la testa alla pietra dietro di se. Tutto questo era troppo per lei.
Durante il combattimento e la successiva fuga non aveva provato nulla ma adesso le emozioni che aveva soppresso iniziavano a farle visita. Una visita sgradita ma non certo inattesa.
Lei non era quel tipo di ragazza che sognava a occhi aperti, che sperava in una svolta netta nella sua vita o in un principe azzurro piovuto dal cielo.
Certo, quando era più piccola lo aveva fatto. Spesso, durante le notti insonni.
Spesso immaginava pure che i suoi genitori tornassero a prenderla dall'orfanotrofio in cui l'avevano abbandonata a pochi mesi di vita, dopo la loro morte. O che la portassero via, comparendo come in un sogno sulla porta di casa, dalle varie famiglie a cui veniva assegnata e che prontamente la riportavano indietro dopo pochi mesi, come un prodotto di cui si è insoddisfatti e che si vorrebbe sostituire.
Ma non accadeva mai e, con il passare del tempo, aveva smesso di sperare. La sua vita era quella e, che le piacesse o meno, doveva imparare a viverla. E adesso, come a farle crollare il suo mondo addosso, un mondo fatto di certezze, arrivavano quegli strani ragazzi che sembravano urlarle che tutto era possibile: scatenare fuoco e ghiaccio, leggere nella mente, volare se si voleva. Viaggiare nel tempo.
E magari, pensava un piccolo angolo della sua mente, ritrovare i propri genitori. Persino riportarli indietro dalla morte.
-Da dove vieni tu- chiese a Axel per non dover aver a che fare con quella vocina -tutti hanno questi...superpoteri?-per quanto si fosse sforzata non aveva trovato un modo meno sciocco per dirlo.
-No- rispose lui. Era difficile dirlo, a causa della quasi totale assenza di espressioni sul suo volto, ma sembrava contento che Erin non avesse insistito sulle parole che aveva detto poco prima, riguardanti Kira e il suo complice. -Ma non sono neppure troppo rari. Si tramandano da generazioni ormai. Sono il tratto distintivo dei Kizoku-
-I KizChe?- chiese Erin.
-I Kizoku sono i nobili, per così dire- spiegò Axel. A causa della luce bassa i suoi occhi erano più bianchi che mai e sembravano privi delle iridi e delle pupille -membri di antiche famiglie, potenti e in perenne lotta tra di loro-
-Quindi siete tutti nobili-osservò Erin. -Si. Ed ogni famiglia di Kizoku possiede un'abilità differente. In base al potere di tale abilità si stabilisce una gerarchia, la maggior parte delle volte.
Per esempio la famiglia di Kim è la più potente in questo mom...dal momento in cui proveniamo- l'incertezza sparì in un attimo dal viso di Axel -suo padre è il re. Ma lui è un caso particolare, non parliamone.
Poi c'è la famiglia di Kira e Peter. Loro sono i diretti avversari della famiglia reale. Si sono scontrate da secoli per il trono. I loro membri hanno varie capacità mentali: la nostra amica Kira, ad esempio, altera i ricordi. E, per fare questo, è capace anche di leggerli a suo piacimento, finché mantiene il contatto visivo. -
-Sapeva il mio nome-ricordò Erin-ecco come faceva. L'ha letto nei miei ricordi!-
Axel annuì -ma quello da cui guardarsi era suo fratello. Lui poteva manipolare la volontà dei suoi nemici, portarli a fare ciò che lui voleva. C'era qualcuno che era in grado di schermarci dai suoi poteri ma solo per breve tempo. In questo tempo però saremmo alla sua merce'.
E poi hai visto Bred. Le sue alterazioni sono totalmente sul piano fisico. La sua famiglia non è tra le più potenti tra quelle di Kizoku. Quelli come lui vengono chiamati Inseguitori e molte famiglie ne vantano varie tipologie. Oltre ai sensi sviluppati sono più resistenti e forti dei normali umani. Ora capisci perché ci riteniamo Kizoku? Migliori? Senza offesa-
-Non mi offendo, non preoccuparti- disse lei. -E la tua famiglia?- chiese Erin.
-Noi siamo una delle famiglie più temute e rispettate- disse, gonfiando il petto di orgoglio -ma una promessa di fedeltà ci lega al re. Noi siamo il suo corpo di guardia, i suoi soldati scelti. Le ombre che lo proteggono. Combattiamo e moriamo per lui- disse con una punta di amarezza. -E per i suoi discendenti-
Lo sguardo di entrambi i ragazzi cadde su Kim, ancora addormentato.
-Non ho adempiuto ai miei doveri permettendogli di venire con me e di ridursi in questo stato- la maschera di Axel si stava finalmente crepando? Erin sperava vivamente di si.
-E la tua famiglia?- chiese con troppo ed insolito entusiasmo.
Erin si strinse nelle spalle. -Normale. Nessuno strano potere-
-Non si preoccuperanno non vedendoti tornare a casa?- chiese Axel. Erin scosse la testa. -Gli ho chiamati al telefono prima. Gli ho avvertiti che sarei rimasta a dormire con un'amica. Ma ho il sospetto che se anche gli avessi detto la verità mi avrebbero chiesto di farmi ammazzare.- disse con un sorrise triste.
-Perché non usi uno dei tuoi tunnel per tornare nel tuo tempo?- chiese per evitare la commiserazione di Axel.
-Non posso -disse lui -non riesco a controllare dove, o meglio quando, aprire l'altro lato del tunnel. Ho paura che rimarremmo bloccati qui per molto tempo-
-No-la voce roca di Kim fece sussultare entrambi. Tentò di mettersi in piedi, ma dopo un paio di tentativi ci rinunciò -abbiamo lei-