Capitolo VI (Step 2)

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-Sei sicura?- chiese Bred. Kira annuì.
-Ho visto nei suoi ricordi-confermò -è lei la chiave. Con lei nelle nostre mani riusciremo a ritrovare Peter e tornare a casa. Hai visto come Kim la guardava, no?-
Bred cosse la testa. La ragazza strinse i denti alla vista dell'ustione che percorreva tutto il braccio e la metà sinistra del volto di Bred.
-Spero che tu abbia ragione- commentò lui.
Peter. Che devo fare? chiese. Non che si aspettasse una risposta. Le comunicazioni di suo fratello erano rare e in una sola direzione.

-Io?- chiese scettica Erin.
-Non essere sciocca- replicò Axel. -come potresti essere tu. Kim sta parlando di una sciocchezza-
-Lo sai che è la nostra unica speranza- replicò Kim secco.
-Di chi stiamo parlando?- chiese Erin.
-Di una bambina-disse Axel.
-Di mia sorella- aggiunse Kim -sorellastra- puntualizzò.
-E come potrebbe tua sorella trovarsi qui?- domandò la ragazza. Dallo sguardo che le fu rivolto capì che non avrebbe dovuto chiedere.
-Non devo sapere- capì da sola. Kim scosse la testa.
-No- le spalle erano ancora livide a causa dell'impatto con l'acqua -possiamo dirti questo. Mi pare poi che siamo nella stessa barca, ormai-
Il sorriso era già tornato sul suo volto anche se era oscurato dalla preoccupazione.
-Molti anni fa un...- Kim si interruppe, incerto su come continuare. A Erin non sfuggì lo sguardo che lanciò a Axel. Che si intromise nella discussione.
-Kaylin fu presa da un mio parente. Un traditore- confessò Axel. Sputò l'ultima parola come fosse un insulto -la lanciò in un tunnel come quello che ho aperto io-
-È terribile- disse la ragazza. Sentiva il dolore dei due ragazzi e lo percepiva anche dallo sguardo che si lanciarono. -Ma come puoi essere sicuro che si trova qui....e ora? Potrebbe essere ovunque nel tempo. Lo hai detto tu, Axel. Questi tunnel non sono precisi-
-Percepisco la sua traccia temporale. Ne è rimasta un po' addosso, come è successo a noi. Non so quanti anni abbia adesso, o dove sia. Ma c'è-
-Come posso aiutarvi?- chiese Erin. I tre si scambiarono un sorriso.

Bred non poteva ancora muoversi, figuriamoci combattere. Andarsene da quell'albergo era fuori discussione. Un mese era già passato. Kira non era stata con le mani in mano: oltre a curare Bred come meglio poteva si era adoperata nella ricerca di Peter. Per ora non aveva avuto fortuna e temeva che, senza l'aiuto del fiuto di Bred non avrebbe avuto altri risultati. In più i messagi che riceveva da suo fratello erano sempre più rari e disperati. Riusciva a percepire la rassegnazione e la disperazione nelle sue parole. La cosa più strana era che, da quello che riusciva a capire dalle sue parole, per lui non era passato un mese ma anni.
Ti troverò disse Kira nella sua mente.

Era passato un mese. Ancora nessuna traccia della misteriosa ragazza. Erin spendeva il suo tempo con Kim e Axel. A casa il suo patrigno non le domandava dove andasse e lei quindi era libera di uscire presto la mattina e tornare a notte inoltrata.
Axel e Kim si alternavano con lei nella ricerca della misteriosa ragazza. Non sapevano la sua età o il suo aspetto. Era stata rapita appena nata e Kim, con grande tristezza, aveva amesso che non l'aveva mai vista.
Ma sapevano che era da qualche parte a Los Angeles. Era un inizio.
Quando uno di loro non vagava per la città aiutava Erin con i suoi allenamenti.
Nel caso in cui Kira e Bred si fossero fatti vivi mentre lei era da sola.
Kim era un insegnante pazziente e divertente e, al contrario, Axel era rigido e inflessibile. Ma entrambi facevano del loro meglio. Come tutti.
Le piaceva usare il pugnale ed era discretamente portata.

Una notte Erin fece un sogno strano. Era solito popolare le sue notti una volta ma da molto tempo non le faceva visita.
Era il ricordo del sorriso di sua madre e della voce di sua padre. Un frammento di memoria, insignificante. Ma ogni volta che si svegliava la lasciava stordita e sudata.
Questa volta però era un'altra cosa a turbarla. Il suo più bel ricordo, la sua cosa più cara, era cambiato. Non ricordava come fosse prima, ma aveva notato che quella notte suo padre gli occhi di Kim. Erin rimase tutta la notte sveglia a fissare il soffitto, chiedendosi il perché.

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