XV [Christine]

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Aprii gli occhi soltanto quando sentii una grande e morbida mano accarezzarmi il viso.
Sorrisi, pensando che potesse essere mio padre, ma quando mi alzai, quello che vidi, mi fece venire soltanto i brividi.
"Chris" sussurrai incredula mentre per cercare di allontanarmi da lui, scivolai indietro, fino alla testiera del letto. Mi maledissi mentalmente un paio di volte, ero in trappola, se Chris avesse provato a farmi qualcosa, di nuovo, non sarei riuscita a scappare. Deglutii a fatica mentre i ricordi della sera precedente tornarono a farsi sempre più nitidi.
Il suo bacio freddo e poi lui sopra di me... ero svenuta e tutto si era fatto buio.
Un'altro brivido di disgusto mi percorse la schiena.
Cosa mi aveva fatto mentre non ero cosciente?
"Cosa hai fatto?" Chiesi infinitamente piano, avevo paura della sua risposta, avevo tanta paura di quello che avrebbe potuto dirmi.
"Niente"
Scrolló la testa.
Sembrava non capire quello che gli stavo dicendo.
"Sono svenuta" senza che potessi impedirlo sentii gli occhi riempirsi di lacrime.
"Christine.."
Si avvicinó a me e mi prese il viso tra le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi.
"Ho avuto tanta paura.." sospirò "perdonami, ti prego" mi stava supplicando.
"Cosa hai fatto mentre ero svenuta?" Anche se c'era tanta rabbia nella mia voce, una lacrima cadde, rigandomi la guancia.
"Niente Christine.." lasció in sospeso. "Non avrei mai potuto farti niente" disse poco dopo e mortificato si strinse nelle spalle.
"Non mi hai toccata?" Il sollievo che provai in quel momento fu indescrivibile.
Scrolló la testa.
Gli gettai le braccia al collo; non avrei mai potuto ringraziarlo abbastanza per quello che mi aveva, o meglio non aveva fatto. Non si era permesso di farmi sua senza che io lo volessi.
"Grazie Chris"
"Stai bene?" Mi strinse a se.
"Adesso sì" sorrisi.

"Perché mio padre é qui?"
"L'ho chiamato io"
Sciolsi il nostro abbraccio e mi inginocchiai davanti a lui per poterlo guardare dritto negli occhi.
"Quando sei svenuta... ho avuto tanta paura Christine... l'ho chiamato ed é arrivato subito qui... scusami"
"Va tutto bene" dissi semplicemente.
"Non so cosa mi sia preso" scrolló la testa.
Rimasi in silenzio.
"Desideravo così tanto baciarti che non mi sono preoccupato di quello che volevi tu"
Era veramente mortificato.
"Va tutto bene Chris" provai a rassicurarlo.
"Davvero?"
"Davvero" gli feci eco.
Mi strinse di nuovo tra le sue forti braccia.
"Grazie piccola" mi diede un bacio tra i capelli.
"Mi dispiace per averti rovinato il fine sett.."
Non mi lasció finire.
"Non hai rovinato un bel niente e poi il fine settimana non é ancora finito" disse cantelinante.
Rimasi in silenzio ancora una volta.
Volevo davvero restare con lui? Non lo sapevo.
"Chris é solo che..."
Si staccó da me mi prese il viso tra le mani.
"Perfavore, resta" Era disperato.
Sospirai e mossa più che altro dalla pietà e dalla compassione, annuii.
"Grazie" mi abbracció di nuovo.

"Dov'é mio padre?"
"Di là" indicó la parete accanto.
Lo guardai rimanendo in silenzio.
"C'é Maura con lui"
Cosa?
Tutto ció che avevo detto quella notte, tornó a rimbombarmi dentro la testa, come avevo potuto dire quelle parole? Come potevo essere stata così insensibile? Mi vergognai di me stessa.
"Piccola, che succede?" La voce fin troppo dolce di Chris mi distolse dai miei pensieri.
"Come sta Maura?" Ignorai la sua domanda.
"Non lo so" si strinse nelle spalle "Ieri notte si chiusa in camera e da allora non é più uscita"
"Cosa ho fatto?" Mi presi la testa tra le mani.
"Tutto bene?"
"Spostati Chris"
Mi guardó attonito.
"Spostati, perfavore"
Sospiró rumorosamente ma si alzó. Scesi dal letto e senza mai voltarmi uscii dalla camera.
Quando arrivaii davanti alla porta della stanza accanto, mi fermai subito; anche se la porta era chiusa si sentivano distintamente dei singhiozzi disperati provenire dall'interno.
Maura non si meritava di soffrire. Bussai, mio padre venne ad aprire quasi subito.
"Christine, tesoro" era chiaramente sorpreso di vedermi.
"Posso parlare con Maura?" Chiesi piano.
"Certo" rispose poco convinto. Si spostó per lasciarmi entrare.
Trovai la dottoressa Alexander seduta sul letto, con la testa bassa.
"Maura?" Sussurrai.
Balzó in piedi e mi gettó le braccia al collo.
"Scusami" disse prima di scoppiare a piangere.
"Sono io che devo chiederti scusa.. non so cosa mi sia preso"
"Mi dispiace tesoro mio"
"Va tutto bene Maura"
"No, non va tutto bene" sospiró tristemente.
"Ho sbagliato a dirti quelle cose orribili... non sei quel genere di persona, non staresti mai con mio padre soltanto per... i suoi soldi" sospirai.
"Grazie per averlo capito"
"L'ho sempre saputo Maura"
"Perdonami, ti prego" si staccò e mi si mise davanti.
Aveva gli occhi rossi e gonfi forse per colpa delle troppe lacrime che avevano versato. Il suo trucco, sempre leggero e curato si era ormai, completamente sciolto.
"L'ho già fatto" le sorrisi sicura "Tu puoi perdonarmi?"
Si pulì poco garbatamente il naso con le mani.
"Certo" annuì.
L'abbracciai di nuovo.
Mi piaceva il profumo di Maura, era diverso da quello che usava mia madre.
Un sorriso idiota si stampó sulle mie labbra, era incredibile come mi risultasse facile dimenticarmi della donna che mi aveva messa al mondo. Non m'importava di lei e a lei non importava di me.

Sentii dei passi alle mie spalle e mi voltai, mio padre, cupo in volto, si passó una mano tra i folti capelli color miele.
"Christine, siediti perfavore" il suo tono freddo non ammetteva repliche.
"Perché?"
Mi fulminó con lo sguardo. Feci come mi aveva chiesto e lo feci nel silenzio piú assoluto, non era quello il momento per fare domande.
Mi sedetti sul letto e Maura mi venne vicina.
Le parole che la notte trascorsa, aveva lasciato in sospeso tornarono a farsi sentire fin troppo chiaramente.
Mille brividi mi percorsero la schiena, facendomi venire le vertigini, senza quasi rendermene conto, mi appoggiai le mani sulla pancia.
Guardai confusa entrambi, cosa stava succedendo?
Mio padre si sedette accanto a me e rimanendo in silenzio, guardó la dottoressa Alexander con fare interrogativo.
Maura si limitó ad annuire un paio di volte.
Mio padre sospiró e dopo aver raddrizzato le spalle, inizió a parlare.
"C'è una cosa, Christine, una cosq che devi sapere, una cosa che è successa un anno fa, mentre eri in coma..." lasció in sospeso.
"Cosa papà?" Sentivo il bisogno di saperlo.
"Eri... sei troppo giovane, hai tutta la vita davanti, non potevi prenderti una responsabilità di quel tipo..." si strinse nelle spalle.
"Quale responsabilità?" Ero confusa, ma sicura di voler sapere tutto.
"L'ho fatto per te, anche se in quel momento presi quella decisione, con la mente offuscata la rabbia..."
"Cos'hai fatto per me?" Chiesi esasperata.
"Farti a.." il bussare della porta lo interruppe.

"Avanti" si affrettó a dire.
Vidi Maura scrollare la testa.
Chris entró con il mio telefono in mano.
"Ha squillato" disse porgendomelo.
L'unica cosa che volevo era che mio padre finisse di dirmi quello che il bussare della porta aveva interrotto, ma presi comunque il telefono e sbloccai lo schermo; c'era una chiamata persa di Kate. Strabuzzai gli occhi leggendo il suo nome, perchè mi aveva chiamata? Decisi di richiamarla per far si che fosse proprio lei a rispondere alla mia domanda.
Feci il numero di Kate, ma scattó subito la segreteria telefonica. Riattaccai e guardai il telefono stranita, l'avevo richiamata subito, eppure al suo posto aveva risposto la segreteria; in quel momento non avrei mai potuto immaginare il peggio, forse non volevo farlo, l'unica cosa che m'importava era parlare con mio padre.
Scelsi di richiamare Kate piú tardi e tornai a sedermi accanto a mio padre.
"Cosa stavi dicendo?"
"Solo che ti voglio tanto bene" mi strinse tra le sue braccia.
In quel momento, forse per colpa del suo profumo dolcemente familiare, mi scordai di tutto e di tuttti e chiusi gli occhi, mentre mi lasciai cullare dalle sue carezze e dai suoi teneri baci.

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