capitolo 1

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Quando aprii gli occhi guardai subito l'ora che la sveglia proiettava sul soffitto della mia camera da letto. Erano le 6:40. Dovevo alzarmi. Mi strofinai gli occhi e sbadigliai, poi mi alzai. Quanto non mi piaceva la mia vita cosí com'era, quanto ero stufa di andare a scuola, quanto volevo iniziare un lavoro. Con questi pensieri in testa mi diressi di malavoglia in cucina. Mia mamma stava preparando la colazione, come ogni mattina. Era già vestita perció doveva uscire prima del solito. La salutai e mentre aspettavo che finisse presi la merenda dalla dispensa e la portai nello zaino, poi tornai in cucina e mi sedetti a tavola. Tirai fuori dal sacchetto quattro biscotti e li posai sul tavolo. Poi iniziai a pucciarli nel caffé-latte finché non mi accorsi che erano finiti. Mi alzai e andai in bagno, lavai i denti, mi vestii e diedi un'occhiata all'orologio. Erano le 7:15. Mancava ancora un quarto d'ora all'arrivo dell'autobus, cosí mi infilai le scarpe e diedi una ripassata al programma di matematica, quel giorno avrei avuto la verifica e prevedevo risultati disastrosi. Esisteva una materia piú inutile di quella? Quando controllai di nuovo l'ora erano le 7:26. Mia madre dall'altra stanza mi urló:"Caterina sto uscendo, vieni con me?" "Sí mamma, tra poco arriva il bus" risposi. Cosí uscimmo e la salutai davanti al cancelletto. Lei prese l'auto e io uscii a piedi per raggiungere la fermata di fronte a casa. Come ogni mattina la mia migliore amica era già arrivata. La salutai. Lei mi rispose con un sorriso e disse "ciao!". Anna, come me, non era esattamente ció che si puó definire un genio matematico. Mi chiese:" Matematica, come la sai?" "A meraviglia, tu?" "Anche io" rispose storcendo le labbra. Dopo dieci minuti arrivó l'autobus, come sempre in ritardo. Durante il viaggio ascoltammo la musica, eravamo entrambe rassegnate a un brutto voto nella verifica e ormai non aveva piú senso ripassare ancora. Infilai le cuffie nel cellulare,aprii il lettore musicale e feci play su una canzone che conoscevo a memoria. Era una canzone del mio cantante preferito,del mio idolo, Marco Mengoni. Lo seguivo da tempo, dalla prima superiore, perció da cinque anni ormai. La sua musica mi faceva stare bene, molto bene. Da sempre per me era indispensabile. Non lo avevo mai incontrato, i miei genitori non avevano mai approvato l'idea di fare cinque ore di fila per vedere un cantante. Non capivano che per me non era semplicemente un cantante e non avevano mai avuto un idolo. Fortunatamente la prima ora era buca, mancava il prof di italiano, cosí un barlume di istinto di sopravvivenza fece sí che facessimo ancora qualche esercizio per la verifica dell'ora successiva.

Ricordati che ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora