Infilai gli occhiali da sole che fino a quel momento avevo in testa, forse mi sarebbero stati utili/mi sentivo meno in imbarazzo. Mentre camminavamo mi disse:"Non mi hai detto come ti chiami" "Caterina", risposi. "Che bel nome!" "Grazie!". Gli piaceva il mio nome, chissà come suonava detto da lui. Scacciai il pensiero per cercare di comporre una frase interessante ma nulla, di nuovo fu lui a rompere il silenzio:"Beh, di dove sei?" "Di Milano". "Anche io vivó lì" un nanosecondo dopo si corresse:"Beh già lo saprai, considerazione stupida". Wow, non era certo lui lo stupido tra i due. Mi limitai a sorridere e dirgli:"Si, lo sapevo già, so quasi tutto di te. No non é vero, in realtà tutto quello che so non é confermato da fonti attendibili". Risi nervosamente. "Cosa non sai?" "Non saprei... tutto ció che riguarda la tua personalità probabilmente..." "Cosa vuoi sapere?". Voglio sapere cosa ti é venuto in mente di stare qui con me a perdere il tuo tempo. Anzi no, voglio sapere ogni cosa di te. Avrei voluto dirglielo, ma risposi:"Non lo so, per esempio il tuo colore preferito, il gusto di gelato che ti piace di più, cose così". Rise. "Scusa, ahahah, é che..." "Non devi sentirti in imbarazzo"- mi leggeva nel pensiero forse?-"Te la stai cavando bene, molte altre persone avrebbero inziato a sclerare, tu stai mantendendo molto bene la calma". Questo é quello che sembra... "Davvero? Grazie", gli dissi sorridendo. "Come mai sei qui?",domandó. "Sono in vacanza con le mie amiche, festeggiamo la fine della maturità" "Ah, hai diciott'anni?" "Sì". Si incupì e disse:"Ah, sembri più grande" "É un complimento?" "Non so" rispose. Cosa c'era che non andava nella mia età? "Beh, si é fatto tardi, cosa dici se torniamo indietro?" "Ok..."risposi, mascherando la delusione. Mentre tornavamo le mie amiche dall'ombrellone ci videro, che imbarazzo, un peperone a spasso con Marco Mengoni. Lo accompagnai alla sua cabina e gli dissi:"Beh ciao..." "Ciao, é stato un piacere". Girai sui tacchi e raggiunsi le mie amiche. "Non. Una. Parola" dissi loro sedendomi sul lettino. Arianna mi guardó, Nina mi fece la linguaccia ed Anna si lamentó:"Uffa".