capitolo 11

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Passó un giorno, ma di Marco nessuna notizia. Il secondo giorno,dopo il ritorno, ero rimasta a casa a iniziare a guardare qualche facoltà per settembre, e con me c'erano Anna e Arianna, che fecero lo stesso. Le mie amiche rimasero a casa mia tutto il giorno, così quando ci venne voglia di mangiare un gelato, uscii per andare in gelateria e prendere una vaschetta di gelato con sei gusti. Accidenti, avevo lasciato a casa il telefono, e se avesse chiamato "qualcuno"? Quando tornai a casa appoggiai il gelato sul tavolo e mi fiondai sul telefono. Nulla, nessuna chiamata. Arianna mi disse:"Chiamerà" risposi:"Andiamo Ari, davvero credevi che una come me potesse vivere felice e contenta con uno come lui? Queste cose succedono solo nei film. Evito di illudermi". In realtà mi ero illusa eccome, che stupida, e mentre aprivo il coperchio della vaschetta del gelato mi scese una lacrima. Le mie amiche erano troppo concentrate sul gelato per accorgersene, fortunatamente, non volevo piangere davanti a loro. La sera peró scoppiai. Piansi mentre guardavo un film chiusa in camera mia. Non raccontai nulla di quanto era successo nemmeno a mia mamma, e a lei dicevo sempre tutto. Non aveva senso parlare di una cosa che era morta come era nata. Mi addormentai con ancora le lacrime agli occhi. Stavo ancora dormendo quando squilló il cellulare. Con gli occhi ancora chiusi allungai un braccio verso il comodino, afferrai il telefono e risposi:"Pronto" "Ehi ciao!". Mi buttai giù dal letto talmente velocemente che iniziò a girarmi la testa. Mi schiarii la voce. Era lui:"Marco!" "Ti ho disturbata, dormivi?" "No, ero già sveglia tranquillo. Mi fa piacere sentirti" "Anche a me, scusami se non ti ho chiamata prima, ma sto avendo molto da fare in questo periodo con l'album". L'album, certo! Ecco perché non mi aveva chiamata. "Non preoccuparti, quando ci vediamo?" "Se vuoi anche ora. Ti va di raggiungermi in studio?" "In studio? Ok.. dammi mezz'oretta, va bene?" "Va bene, ti dó la via". Quando appesi la telefonata mi misi a saltellare per la stanza, dopodiché mi vestii e uscii a piedi, lo studio di registrazione non era molto lontano. Quando arrivai vidi subito Claudia, la cugina di Marco. Mi salutó con un ampio sorriso e mi disse:"Tu devi essere Caterina. Io sono Claudia, piacere di conoserti" "Piacere mio" le risposi, ricambiando il sorriso. La seconda persona che vidi fu Marta, la manager di Marco. Anche lei mi salutó. Sembrava cordiale. Marco stava registrando, mi disse, e sarebbe arrivato a momenti. Non avevo mai visto uno studio di registrazione, e Claudia notó la mia faccia incuriosita, così mi chiese:"Vuoi fare un giro? Ti accompagno" "Volentieri, grazie mille!". Era davvero un posto stupendo, che bel lavoro faceva Marco! Dopo circa un'ora lui mi venne incontro e mi disse:" Ciao, mi sei mancata" Non quanto tu sei mancato a me, pensai ."Anche tu". Poi Marco disse:"Ragazzi, mi prendo una pausa, torno più tardi, va bene?". Così uscimmo dallo studio. Appena fummo fuori mi bació. Non mi sarei mai abituata a quei baci, ne ero sicura. Poi mi prese per mano e mi condusse fino alla sua moto. "Non hai paura se ti porto con questa, vero?" Come potevo aver paura se stavo con lui. "No,dove andiamo?" dissi mentre presi il casco che mi stava porgendo. "A fare un giro". Arrivammo a parco Sirmione in quindici minuti. Durante il viaggio restai avvinghiata a Marco per tutto il tempo, mentre respiravo il suo profumo. Era adorabile. Mi ci riempii il naso per tutto il viaggio finché non arrivammo a destinazione. Era una bellissima giornata di sole, e faceva un bel caldo. Ci sedemmo su una panchina e ci raccontammo di tutto. Gli parlai della facoltà che avrei voluto scegliere, della mia vita, dei miei genitori, di qualunque cosa. Anche lui mi raccontó parecchio della sua vita. Il tempo con lui volava sempre, e presto fu ora di tornare. Mi riportó a casa con la sua moto e tornó in studio. Quando salii la casa era vuota, i miei genitori erano al lavoro, ed anche quello era un aspetto positivo dell'estate. Infilai gli auricolari e sentii una canzone di Marco. Ero curiosa di sapere che effetto mi avrebbe fatto ascoltarlo, ora che stavo con lui. L'effetto era quello di sempre, meraviglioso. Mi lasciai cullare dalla sua voce per un pó, dopodiché telefonai ad Anna e Arianna, con una chiamata a tre, e raccontai loro ogni cosa. Ne furono entusiaste quasi quanto me. Quella sera fui io a telefonare a Marco. Gli chiesi se voleva che cenassimo insieme e lui accettó, sembrava contento. Verso le 18:00 mia mamma tornó a casa e le raccontai tutto ció che era successo, dal primo all'ultimo dettaglio, dall'inizio della vacanza ad oggi. Durante il racconto sul suo viso si dipinsero varie espressioni, stupore, gioia, meraviglia, ancora stupore e di nuovo gioia. Infine un misto tra le due cose. Le dissi anche che quella sera sarei uscita con lui.

Ricordati che ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora