Diabolik lovers: La seconda sposa

8. Gabbia

Dopo aver raccontato alla professoressa dell'accaduto, era molto più interessata di sapere, invece che di spiegare. Entrammo a scuola verso le sette emezza di sera, almeno alla metà della seconda ora e quando fecimo comparsa nella classe tutti gli alunni vampiri ci guardarono con espressioni diverse, alcuni erano sospesi, altri ci guardavano male e altri ancora seri mentre si leccavano i denti laterali vedendo me e Yui che ci scambiammo delle occhiate spaventata deglutendo silenziosamente. Poteva sembrare piuttosto strano che quei vampiri non avevano affatto un'espressione paurosa, avevano qualcosa di diverso.
Guardai la professoressa che non aveva smesso di fissarsi per tutto il momento finché l'educato Reiji non finì la spiegazione di quello che successe con la limousine e con noi.

"Ancora non posso crederci, ma adesso dovremmo iniziare la lezione." Affermò la professoressa andando vero la lavagna pulita con in mano un gessetto bianco.

"Certamente." Rispose Reiji con tono serio.

"Andate ai vostri posti." Ci incoraggiò la professoressa ed ubbidimmo senza ribattere. La nostra classe oltre che essere data solo da vampiri era strana, la maggior parte a causa mia e di Yui. Tutti i fratelli Sakamaki erano nella nostra classe a causa del motivo che ci era successo e di sicuro se i fratelli si fossero divisi per dare spiegazioni a ogni classe un cui erano sarebbero stato un grosso problema. Reiji e gli altri quattro fratelli, tranne Ayato uscirono dalla nostra classe silenziosamente sentendo dei piccoli chiacchericci da parte degli alunni seduti ai banchi, così mi voltai verso di loro e notai che mi fissavano tutti per qualche motivo che non riuscivo a comprendere.

"Signor Sakamaki... signorine." Distolsi lo sguardo dal grosso gruppo di vampiri che continuava a sussurrare alle spalle e lo posti sulla professoressa che fissava Yui, ed istintivamente lo posso su quello di Ayato che stava cercando di difendere l'immagine di Yui.

"Ci scusi." Risucii finalmente ad aprire bocca. "Ayato, per favore." Lo supplicai stringendo la manica della sua giacca scolastica.

Mi guardò con la coda dell'occhio e non potei a fate a meno dei suoi occhi verdi luminosi che si incastravano nei miei opachi. "Dolcezza, piantala." Scostò la mano dalla mia presa violentemente e si girò verso i banchi prendendo la mano a Yui e sedendosi ai loro banchi.

"Prima della lezione, dovete consegnarmi i compiti che avete fatto." Sgranai gli occhi senza farci caso e mi incamminai verso il mio banco, dove passai di fianco ad un ragazzo con dei capelli neri scompigliati come il buio, occhi marroni come la terra, viso perfetto con una carnagione bianca come la neve e labbra rosee che fra poco neanche di vedevano. Non capii se fosse stata solo la mia immaginazione, ma il quello stesso istante sentii come se il tempo fosse rallentato e tutto intorno a me fosse diventato a rallentatore. Sapevo che stavo cambiando a passo svelto, quando girai la testa nella direzione del ragazzo con gli occhi color terra mentre i miei capelli mi svolazzavano lentamente sulla faccia e i miei occhi si incrociarono con i suoi e presa dalla sua azione, gli sorrisi amichevolmente sentendomi leggermente avvampare, per poi ritornare alla realtà con il tempo ed andarmi a sedere vicino ad Ayato che questa volta mi stava fissando con occhi colmi di curiosità e nervosismo e la cosa che non riuscivo proprio a comprendere era che cosa gli dava fastidio.

"Perché stavi fissando quel ragazzo?" Mi chiese vendendo la sua mano avvicinarsi alla mia, così la ritirai e la porta al petto.

"Mi è vietato?" Chiesi con tono basso e severo.

"Sì." Alla sua affermazione lo fulminai con lo sguardo.

"Non darmi fastidio, Ayato e parla con mia cugina... visto x siete così intimi..." gli sussurrai a denti stretti.

Mi mostrò i canini bianchi e affilati facendo ricadere qualche scintilla di luce su uno di questi a causa delle lampade appese sul soffitto dell'aula. "S-Smettila." Risposi chiudendo gli occhi e girando la testa dalla parte della finestra, mentre sentivo scendere una goccia di sudore dalla tempia.