8. Lo "scoop"

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-Ieri ho sentito Nathan. -disse Bianca bevendo dalla tazza il suo latte appena macchiato con il caffè. Il pomeriggio era solita farsi preparare quella bevanda, anche per mandare giù le sue numerose compresse. -...Ma... tesoro, è successo qualcosa tra voi?

La guardai sorpresa. Che Nat gli avesse raccontato di tutta quella storia con Robert?

-Io odio impicciarmi degli affari altrui, lo sai bene, ormai mi conosci, ma vedo che non stai passando un bel momento e in più sento lui terribilmente affranto. Sono molto preoccupata, Karin.

Quella donna ci aveva preso in pieno. E le fui grata di aver aspettato che Mariana non ci fosse per parlarmi dei suoi dubbi.

-Bianca, è proprio come hai detto tu... Tra me e Nathan c'è stata una... non so come chiamarla... una battuta d'arresto...

-Oh... quando è venuto qui a cercarti, una settimana fa sprizzava gioia. E poi prima di partire, quando è venuto a salutarmi mi pareva estremamente abbattuto.

Mi sedetti a fianco a lei e le sue mani calde e lisce scivolarono nelle mie. Me le accarezzò lievemente, come a lenire il dolore che provavo.

-Non vi siete lasciati, vero?

-Non lo so. Non so più niente...

-Ma non vi siete nemmeno più sentiti?

-No. Ho avuto solo una volta il coraggio di chiamarlo ma... non ha risposto al telefono... e davvero non so come interpretare questa cosa... Anche perché noi non abbiamo mai litigato... non così.

-Gli passerà.

-Non lo so. Non credo...

-Gli passerà. -ripeté convinta. -Ti ama e posso assicurarti che l'amore è il sentimento più forte che esista. Perciò vi farà superare qualsiasi cosa.

Bianca riuscì a strapparmi un sorriso. Speravo tanto che le sue parole si avverassero. Nel frattempo potevo solo aspettare. Non sapevo cosa, ma non avrei potuto fare altro.

Mariana rincasò con le buste della spesa. Posò tutto sul tavolo e corse verso di me come se avesse appena scoperto chissà cosa.

-Oh mio Dio... Karin! -pareva una giornalista che aveva appena fatto uno scoop. -Tu devi sapere... sì tesoro! Devi sapere...!

Con un gesto poco naturale, anche perché sapevo bene che non ero proprio nelle sue grazie, prese la mia testa e la premette contro sé, facendomi peraltro, venire quasi il torcicollo, visto che era più bassa di me. Mi chiedevo cosa dovessi sapere di così importante e cosa la portasse a provare quasi pena per me.

-Mariana che è successo? -la incoraggiai a parlare mentre lei in una scena da film guardava verso l'alto in un punto imprecisato e scuoteva la testa come se non trovasse il modo giusto per farmi una tale dichiarazione come quella che era obbligata a fare.

-E ora da dove inizio? -si morse un labbro quando faticosamente mi ero staccata dalla posizione innaturale a cui mi aveva sottoposta forzatamente, e l'avevo guardata. -Mh... come si chiama quella. ..?

-Di chi stai parlando? Quella chi? -mi spazientii non poco.

-La cantante dei Krowel, il gruppo di Nat!

-Alina. -dissi secca e sentii già il cuore che perdeva un battito.

-Dopo essere stata al supermercato, sono entrata in un bar a prendere un caffè e in tv indovina chi c'era?

-Alina?

-No.

-E allora? ...Avanti Mariana non farmi stare sulle spine!

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