Sappho

627 47 15
                                    

"Bacio! Primula nel giardino delle carezze."

(Paul Verlaine)


Sei occhi si scrutano nel silenzio tombale.

Due sono colmi di domande.

Due sono persi nel piacere.

Due sono arrestati in un pensiero indicibile.


Alice gioca con la pistola del detective. Non sa ancora cosa farne di lui, del resto lui è lì per condurle verso la fine dei loro giorni, dentro quelle galere che non regaleranno loro più alcuna luce.

Metzengerstein continua a restare immobile. Sopraffatto dalla sua stessa debolezza che lo ha condotto verso quell'amara condizione.

Nessuno parla, ma in quel silenzio si odono le grida dei loro pensieri. Menti turbate da pensieri infiniti quanto diversi.

"Devo riuscire a capovolgere la situazione." Pensa lui, turbato da quella situazione anomala. Poi guardandosi il petto, non si è accorto che nel frattempo Gretel ,abbracciata a lui, le ha provocato alcuni graffi da cui ne colano piccole gocce di sangue.

E' talmente forte il senso di disagio, che il dolore nemmeno si è affacciato sul suo corpo.

Alice osserva quelle macchie di sangue e tenendo ancora saldamente la pistola in pugno, scivola sul suo corpo adagio fino ad arrivare al punto esatto. Inizia a leccare via quel sangue di troppo con gusto sotto lo sguardo ormai non più sorpreso dell'uomo.

"Dove cazzo sono capitato?" Torna a pensare lui ancora immobile. Il fatto che quelle due siano imprevedibili, gli vieta di prendere decisioni azzardate. Resta lì incastrato nella loro tela come farebbe la vittima designata da un ragno affamato.

Sembra non avere vie di scampo...Per ora.

Alice restando a cavalcioni su di lui, inizia a ficcargli le unghie in quelle piccole ferite allargandole per succhiarne più sangue. Un lamento si affaccia per la prima volta sul volto di lui, e più storce la bocca dal dolore più lei se lo guarda eccitata.

"Non dirmi che non ti piace?..." Le dice ironica la psicopatica dal tono lucido.

"Mi piace ficcare le unghie nella tua carne in festa."

"Mi piace sentire il mio corpo errante sul tuo corpo ammutolito."

"Mi piace sentire il tuo membro che si rizza e si affloscia a tratti."

"Mi piace tutto questo, ma tu mi fai schifo."

E rialzatasi prepotentemente, lo lascia con quelle macchie di sangue sparse su quei graffi freschi che ne vestono il corpo muscoloso.

"Mi fai schifo ma vivrai."

E dicendo questo, passa la sua mano sulle cosce dell'uomo strappandone alcuni peli.

Gretel nel frattempo sorride abbracciandoselo più stretto e ficcando nuovamente le sue unghie in quelle ferite provocate gli dalla sorella.

Un'altra espressione dolorosa si affaccia sul volto del detective.

"Cosa volete farne di me?" Domanda loro ormai rassegnato.

"Sarai il nostro giocattolino." risponde Gretel.

"Vero Alice?"

Alice annuisce e chinatasi verso la cinta del detective, ne slaccia le manette e gliele mostra.

Un nodo alla gola blocca per pochi attimi il respiro dell'uomo.

Sente le manette che si stringono alle sue caviglie, così strette che sa bene che presto altre ferite si formeranno su di lui.

Sisters of MercyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora