Capitolo 8

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-Allora io entro in casa cercando di non fare rumore e prendo le chiavi della macchina dall'ufficio di mio padre. Voi intanto entrate nel garage e aspettatemi in silenzio. - disse Alessio.
Gli altri annuirono poi entrarono nel garage e aspettarono.
Intanto Alessio in casa mentre stava prendendo le chiavi scorse un' ombra dietro la porta che lo osservava.
Lui chiamò a bassa voce:
-Mamma?
-Cosa fai?- chiese lei.
-Cerco le chiavi della macchina di papà.
-Perché? - chiese la mamma.
Nella sua voce non si poteva udire nessuno stato d'animo ma Alessio lo sapeva bene che la madre era preoccupata per quello che sarebbe successo.
-Devo andare in un posto... con degli amici... - disse vago.
-Stai attento. - disse lei semplicemente prima di abbracciarlo e tornare a dormire.
Solitamente lo avrebbe distolto da quella bizzarra e pericolosa idea ma era troppo stanca per pensare lucidamente e lo lasciò andar via senza troppe domande.
Lui raggiunse quindi gli amici, consegnò le chiavi ad Alessandro e si sedette al posto del passeggero.
Alessandro aprì le porte del garage mise in moto e partì.
Mentre raggiungevano il castello si misero a parlare di cosa fare una volta al suo interno.
-Io farò il video col mio cellulare.- disse Nicolò.
-E noi dimostreremo che non c'è niente di spaventoso. - disse Giorgia.
-Giá, in più dimostrerò che ho avuto coraggio. -esultò Alessio.
-Ale, te la cavi proprio bene alla guida. - disse Sharon.
-Grazie, non vedo l'ora di prendere la patente. - disse lui.
-Emm, scusate... - chiese incerta Sara.
- Si. -dissero gli altri in coro.
-Potete accostare mi sento male.
-Cosa? Dove mi fermo? Siamo in mezzo al nulla. -gridò Alessandro preoccupato.
-Appunto non c'è nessuno, fermati qui è falla scendere. -gli suggerì Sharon.
Ale inchiodò di colpo procurando un urlo di terrore dai compagni.
Poi Sara ringraziò e scese.
Torno poco dopo e disse:
-Ho solo vomitato tutto ciò che ho bevuto ma ora sto bene. Ripartiamo.
E riapartirono.
-Se solo avessi bevuto meno. - la rimproverò Giorgia.
- Ma è colpa di Sharon. Continuava a prendere dei drink e poi a darmeli.
-Non è colpa mia. - disse la riccia- potevi dirmi che non ne volevi.
- Ma tu avresti insistito e io ne avrei preso altri.
-Non è vero...
-Ehi voi due basta. Lasciamo perdere. - disse Giorgia.
-Guardate, siamo arrivati. -dichiaró Nicolò entusiasta.
-Cavolo, da vedere sembra davvero spettrale. - disse Alessandro.
Giorgia però disse:
-Concordo, ma piuttosto non notate anche voi che è identico a quello che abbiamo disegnato noi?

Il castello stregatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora