Prologo

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'Darei la vita per non morire'

Jim Morrison


La fame è l'unica sensazione che accomuna ogni essere, vivente o non morto, nell'intero universo. Un bisogno di cibo, un'esigenza di nutrimento in qualsiasi forma, di qualunque natura. È sempre la fame a ricordarci cosa siamo, ritmando un tempo misterioso e sbruffone che non ci rivela mai la propria scadenza.

Ho fame, e il mio appetito si specchia su una tavola tristemente sgombra. Neppure ora che lei è qui, disponibile e illuminata, può darmi ciò che più bramo ricevere. Nemmeno adesso, con il favore di questa tenebra artificiale, siamo al riparo da coloro che sorvegliano il mio operato.

Non c'è rimedio alla condanna. Non c'è scappatoia per un'esistenza imposta.

Io non ho potere.

Vorrei allungare un braccio per sfiorarla e, per la prima volta da quando sono, vorrei che il mio tocco fosse in grado di riportare entrambi alla vita che io non conosco ma che lei potrebbe insegnarmi.

Se ne sta lì, rannicchiata sul pavimento di fronte al camino spento, stringendosi forte le ginocchia al petto e oscillando avanti e indietro. E' la donna più strana che sia mai passata dalla mia frontiera, bellissima e riottosa come la più tenace delle dee guerriere. Nei grandi occhi grigi ha il riflesso della mia disobbedienza, incarnata in un corpo debole incapace di portare a termine la missione assegnatagli.

Posso scegliere se morire di fame solo stanotte, godendo della sua compagnia, o morire del tutto tra poche ore rischiando di non incontrala mai più. In ogni caso, la perderei per sempre. Lei non mi aiuterà, oramai l'ho capito. Non mi solleverà mai da quest'incombenza virando spontaneamente in direzione della resa.

Il mondo che ho costruito su misura dei miei ospiti è troppo piccolo e insignificante per lei; il parco giochi è smunto e arrugginito, le giostre non funzionano e non dispensano felicità.

Lei non è come gli altri, e io non posso diventare qualcos'altro.


Metcalfe [SOSPESO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora