10. Cruel Intentions

178 15 16
                                    

"Dove ci conduce la vanità? Il savio ha mille ragioni quando afferma che la vanità è la nemica della felicità."

(Marchesa de Merteuil)

Les liaisons dangereuses - Pierre Choderlos de Laclos

Avvilente. Se dovessi accostare un epiteto alla sensazione ispirata dall'attuale contingenza, opterei per questo: avvilente.

Per nobilitare l'alienato piano partorito dalla mia mente, evidentemente smaniosa di sopprimersi, non basterebbe un ettolitro d'acqua santa. Non ho l'ardire di guardarmi allo specchio, e a ragione, perché la repulsione che proverei nei confronti di me stesso sarebbe intollerabile.

Me ne sto qui, in piedi, la vestaglia di seta strategicamente aperta sul petto nudo, i pantaloni larghi calati sui fianchi in modo indecente e due flûte di champagne incastonati tra le dita della mano, in assetto da prostituzione come il più gramo fra gli gigolò della terra.

Conto i secondi che mi separano dal mio rendez-vous non concordato, aspettando con cheta diligenza che la mia mistress faccia il suo ingresso con tutte le fumanti appendici della sua collera.

Ho giusto il tempo di terminare il ragionamento che eccola, Cathrine Merteuil, la quinta essenza del male, la coda sibillina di Lucifero, venuta a riscuotere il suo credito eterno dal satellite preferito; e mi auspico sul serio di esserlo, il suo preferito, o si metterà male per me.

«Vuoi comprare il mio silenzio, Metcalfe?» sogghina impudente, incrociando le braccia mentre mi squadra da capo a piedi. Quello che vede la aggrada, glielo leggo negli occhi felini che si stanno mangiando, poco per volta, ogni singolo centimetro del mio corpo.

«Al contrario, mia cara. Voglio riempirlo... il silenzio» rispondo con un sorriso perverso. «I tuoi gemiti sarebbero un'ottima ouverture, le tue urla una perfetta romanza e il tuo orgasmo...», rido apertamente, «... be', una degna conclusione dell'atto

Catherine si fa avanti, lo sguardo lascivo, afferra uno dei calici che tengo in mano e beve un sorso continuando a guardarmi negli occhi. E' disgustosa e, ancora una volta, spero che il mio disgusto non traspaia.

«Metcalfe, Metcalfe...» sospira e scuote la chioma corvina. «Pensavo avessimo superato lo stadio della mistificazione, lo sai che con me non attacca.»

Bevo anch'io, ne ho bisogno per riallineare la sequenza degli intenti. «Superata e sepolta, Cat. Non voglio ingannarti, voglio rientrare... in tutti i sensi.» Per le fiamme dell'inferno, quanto mi detesto!

«Mi proponi il sesso per affossare un reato, Metcalfe? Questa è corruzione» mi sussurra all'orecchio, badando a mantenere il suo corpo ben distante dal mio.

«Me ne frego del mezzo, l'importante è il risultato» dico con le labbra appoggiate alla sua guancia, dove la pelle si arriccia per il brivido e io capisco di essere sulla buona strada.

Si scosta e mi gira intorno, lo champagne in una mano e la mia spalla sotto l'altra; si muove con una lentezza insopportabile, accarezzandomi il petto e disegnando strane serpentine sulla mia nudità. Ha il profumo sazievole del caramello bruciato e la sua presenza distrugge l'atmosfera consolante della mia tana, come una bestia estranea che usurpa un territorio altrui e minge dappertutto per lasciare il segno del proprio passaggio.

«E l'hai portata a casa tua» prosegue imperterrita.

«Non avevo altra scelta...» le parole sfuggono al mio controllo con un eccessiva angoscia e Catherine, accorgendosene, cavalca il punto debole.

Metcalfe [SOSPESO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora