Odio la notte. Il tempo sembra fermarsi è nell'aria si crea quella finta situazione di tranquillità. Tutto tace, almeno così sembra, anche se sono sicura che mantenendo un po' di silenzio si riescano a sentire quei piccoli ingranaggi che elaborano pensieri di continuo nel mio cervello.
La notte fa paura. Non temo le sue tenebre ma le mie, che durante la notte hanno il tempo di fuoriuscire e ricominciare a tormentarmi.
Scene del passato continuano a rivisitarmi con frequenza. Regalandomi una panoramica veloce del mio passato.
Questa sera mi sento abbastanza irrequieta. Mi giro e rigiro nel letto aspettando che i miei soliti pensieri vengano annebbiati dal sonno. Aspetto e ciò non avviene. Scendo dal letto e senza essere cosciente di quello che sto facendo, mi ritrovo con una tazza di tè e con lo sguardo posato sulla luna che illumina dalla finestra. Continuo a fissarla. Sembra in pace e tutto questo mi inquieta.
Odio questi momenti perché mi danno tempo di pensare e ripensare, e soprattutto ricordare. Ma non c'è modo di fermarli. Ho smesso di illudermi cercando di trovare altra distrazione in momenti come questi.Cercare di andate avanti. Mi è stato detto troppe volte nell'ultimo periodo. La gente spreca troppe parole che non diventano mai concrete,perché sono già morte prima di nascere.
Spesso il miglior conforto che la gente possa darti si trova nel silenzio e in un piccolo abbraccio. Non servono miglioni di consigli disinteressati che alla fine possono anche ferire involontariamente.
Quando si perde una persona a cui tenevi, tu non puoi semplicemente dimenticarne l'esistenza. È impossibile. Svegliarsi il giorno dopo come se niente fosse. Perché vieni smosso dentro e tu senti che manca un pezzo dentro di te che ti permetta di andare avanti. Un pezzo che tu sai non ritornerà più. Le cose potranno incominciare ad andare meglio, ma non come prima.Dover conviver sempre con l'idea che quel posto libero a tavola non verrà più rimpiazzato, non è semplice.
La mia mente è piena di pensieri, che alla fine riguardano un posto che rimane sempre vuoto, un posto che non si può più ricoprire. Questi pensieri mantengono sempre più vivi i ricordi e con loro le sofferenze della recente perdita di mio padre. Quando metto le parole padre e perdita insieme, per alcuni minuti sembra mi manchi l'aria, ed ho la sensazione che abbia perso quella roccia che mi manteneva per non cadere e sprofondare. In un giorno tutto è sparito. Inghiottito dalla terra. Portando con se le mie certezze e incertezze che solo lui sapeva colmare, assieme a gioie, e lacrime che lui ha asciugato con la sua grande mano.
Vengo riportata dal pozzo dei ricordi da Rufus che mi salta in braccio. È così tenero. Una palla di pelo bianca con la gran sfortuna di aver avuto il privilegio di ricevere il nome da mio fratello. I ricordi di mio fratello che mi prega di trovare lui il nome perché aveva una dote per questo, mi fanno nascere un piccolo sorriso. Mi stendo sul divano e mi addormento coccolando Rufus e pensando che forse nemmeno io sono stata fortunata nel ricevere il mio nome:
Jessie
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Occhi freddi
RandomEsistono due tipi di occhi: quelli della mente, e quelli del cuore. Tocca a noi scegliere con quali guardare il mondo, Almeno che la società non ti aiuti a dimenticare l'esistenza dei sentimenti. Sicuro è che il modo in cui guardi le cose può cambi...