Sto correndo allegramente in un prato. Ho 4 anni. Faccio giri su me stessa e corro tra i giovani fili d'erba. C'e un ragazzino che corre assieme a me. Vedo tutto sbiadito. Poi il momento passa. Vedo nero. Poi nuovamente la luce. Ho le immagini di una casetta sull'albero, cerco di avvicinarmi cautamente come se potessi rompere qualcosa. Poi d'un tratto un rumore assordante squarcia la quiete.
Mi accorgo che il rumore viene dalla sveglia. La spengo e con un bel respiro mi alzo.
Oggi dovrò andare a scuola. Solo al pensiero ho paura. È il primo giorno per me , anche se la scuola è incominciata da un po.
Mi sale l'ansia solo al pensiero. Oggi occuperò il ruolo della ragazza nuova.
Scaccio ogni pensiero e continuo a prepararmi.
Provo a pensare in modo positivo, allontanando ogni paura di sbagliare o cose del genere. Sono pronta. Non lascerò che la scuola vinca contro di me. Alla fine non potrà essere così terribile.Dopo essermi messa un filo di trucco e vestita, scendo a fare colazione. Appena varcata la soglia della cucina mio fratello nota la mia presenza e mi accoglie con un caloroso sorriso, in cui trovo le ultime energie necessarie per poter affrontare questo giorno. Facciamo colazione in silenzio. Ognuno con i propri pensieri. Finito di mangiare mi alzo, anche lui lo fa e mi viene ad abbracciare. Un abbraccio caldo che sa di casa.
-Ti voglio bene Jess. Ora vai e fai della scuola la tua più grande vittoria- mi sussurra dolcemente mio fratello prima di lasciarmi con un bacio sulla guancia. Io sorrido in risposta, e mi allontano per prendere le cose per la scuola dalla camere. Preso tutto, saluto mio fratello ed esco.Mi incammino verso scuola, decido di andare a piedi visto che sono in ottimo orario, e poi una bella camminata mattutina è tutto ciò che mi ci vuole per scaricare la tensione.
È rilassante sentire la musica, dolce che con le sue note solletica il mio timpano. Una musica lenta, si diffonde nel mio corpo. Tutto sembra acquistare il suo ritmo, il mio cuore , il mio respiro, anche il mondo. Tutto gira a rallentatore e a me va più che bene.
Passano alcuni minuti, ed incomincio ad intravedere la scuola. Maestosa, imponente e fredda. Un brivido di freddo mi attraversa.
Sul davanti posta in alto c'è una scritta che recita:" La conoscenza ci fa vivere in società"
Non una semplice affermazione, ma uno stile di vita. Vivere e credere che l'unico modo per farlo sia la conoscenza. Avere la conoscenza significa essere un cittadino, anima degna di vita. Il sapere è la nostra guida.
Si vive per conoscere e conoscendo si vive.Rimango ancora a fissare l'edifico da fuori. Come se continuandolo a fissare, potesse scomparire. Dopo che mi rendo conto che ciò non succederà, mi decido ad entrare.
I miei passi sono pesanti, quasi fatico ad alzare da terra i piedi. La paura incomincia a prendersi tutto di me. Chiudo gl'occhi, un bel respiro, e la mia coscienza incomincia a scendere come una guerriera in campo per sconfiggere la paura.
Attraverso il cancello, anch'esso semplice ma imponente sia per la sua forma che altezza.
Incomincio a sentire un vociare, lieve. È l'unica forma di prova di vita. Gruppi di persone con abiti impeccabili, parlano composti. È tutto calcolato, non una frase fuori posto, non un filo dalla giacca che fuoriesce oppure un ciuffo ribelle. Tutto è ordine. Cerco di non farmi notare tra la folla, mi compongo e comincio a camminare verso l'ingresso.
Salgo le scale, e mi addentro nell'edificio, la scuola all'interno sembra senza vita. Tutto silenzio. L'unico rumore che riesco a scorgere è quello dei miei passi. Svolto a destra tra quelle mura, per seguire le indicazioni di un cartello con su scritto "uffici". Ad un certo punto mi ritrovo in una specie di corridoio, con pareti composte da vetrine con sopra trofei, medaglie e foto. C'è una parete dedicata solo alle foto. Incomincio a fissarle una ad una.
Le foto ritraevano persone che sorridevano, erano stati fotografati momenti di estrema gioia causata da vittorie. I vincitori che alzavano i propri trofei vinti per gare fisiche, o anche per concorsi di matematica o medicina, qualsiasi cosa.
Ero stata incantata da quelle foto, perdendo di mira il mio obbiettivo. Quando ad un momento, il mio sguardo viene catturato da una donna. Una foto ha bloccato il tempo, ed esposto in una graziosa cornice. Lei in posa, sfoggia un sorriso tirato. Un'espressione seria e distaccata prevale la foto. Ma ad incuriosirmi è il suo sguardo, fintroppo famigliare. Ricordo di aver già visto quei occhi freddi, da qualche parte. Mentre sono assorta nei miei pensieri, una voce mi riscuote:" Hey, ecco chi si rivede. Tutto bene?". Mi giro e rivedo il ragazzo dell'altro giorno. Lo guardo intensamente, dopo averlo fissato un po' troppo a lungo, rispondo al saluto.

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Occhi freddi
De TodoEsistono due tipi di occhi: quelli della mente, e quelli del cuore. Tocca a noi scegliere con quali guardare il mondo, Almeno che la società non ti aiuti a dimenticare l'esistenza dei sentimenti. Sicuro è che il modo in cui guardi le cose può cambi...