Capitolo VI
Prima di sedersi sullo scalino del negozio, ormai chiuso, Ram diede un calcio al sacco di rifiuti che l'occupava.
Fece per mettersi le mani in tasca, ma indossava solo un tubino, il gesto fu inutile, imprecò per la mancanza di sigarette, per la fame che lentamente le divorava lo stomaco e per il freddo, si guardò intorno, l'unico negozio ancora aperto era il supermarket che per qualche secondo aveva ospitato Reed. Lo sguardo le si piantò sul terreno, era rimasta davvero delusa da lui, si ricordò del giorno che era partito per la scuola militare, a quel tempo Ram aveva quattordici anni, non aveva mai fumato, bevuto e neanche baciato un ragazzo, le interessavano ancora le bambole e quei vestitini rosa che ora tanto odiava, si era innamorata dell'innocenza che possedeva anche Reed e dei suoi occhi dolci, ma quei tre anni erano passati e Ram ora beveva, fumava e non si fermava solo ai baci, invece delle bambole preferiva gli acidi e i suoi vestiti erano neri e alle volte troppo corti, non era più innamorata dell'innocenza, ormai scomparsa, di Reed ma c'era sempre qualcosa che le faceva battere il cuore e farle sudare le mani ma quelle emozioni non appartenevano a lui.
La fame continuò a crescere così si alzò un po' tremante e si diresse verso il supermarket speranzosa di rimediare qualcosa da mangiare.
Le porte automatiche si aprirono, l'aria tiepida le scaldò la pelle, subito andò alla cassa.
"Scusa posso chiederti un favore?" chiese Ram con il tono più pacato possibile.
"Davvero non mi riconosci?" disse la ragazza alla cassa, Ram la osservò per qualche secondo, i capelli neri, lisci e corti fino al mento, stavano malissimo con il viso scavato e il naso aquilino.
"Dovrei?" disse dopo averla guardata, non le diceva niente quel viso troppo magro.
"Sono Emma Vogt." Disse digrignando i denti.
"Aaah la tedesca –l'aveva intravista qualche volta a scuola, ma si erano sempre ignorate, lei ci aveva provato con David ma non aveva funzionato, allora aveva cominciato a perseguitare Ram e minacciarla per ottenere un'uscita con lui senza però nessun risultato, passò qualche secondo di silenzio- allora tornando a quel favore...mi hanno lasciata qua, posso prendere una barretta energetica? Ovviamente sono senza soldi quindi non posso pagare." Provò fare gli occhi dolci ma risultavano solo rossi e gonfi.
Emma la squadrò e poi parlò
"Ok, ma voglio il numero del tuo fratellastro." Sorrise incrociando le braccia.
Ram rimase impassibile ma iniziò a bruciarle la gola, si voltò una volta a destra e una a sinistra per vedere se qualcuno fosse presente, il negozio era vuoto. Posò le mani sul bancone provocando un rumore sordo.
"Stammi a sentire tedesca del cazzo, non so che problema tu abbia con me ma la devi finire di volere i miei ragazzi, e non intendo quelli che mi faccio loro puoi averli tutti, ma quelli a cui voglio bene, non ti ha voluto David e figuriamoci Jamie." Disse con astio.
Emma rimase a bocca aperta fino a quel momento, poi compiaciuta.
"Sono io che voglio Jamie o sei tu?" un sorriso.
"Non dire sciocchezze, è il mio fratellastro ed ora dammi quella maledetta barretta." Se non ci fosse stato il bancone Ram le avrebbe di sicuro dato un pugno.
"Assolutamente no, però ti faccio fare una chiamata così te e il tuo atteggiamento da superiore si possono levare di torno." Le porse il telefono.
Ram non disse niente, alzò la cornetta indecisa sul numero da comporre, il suo telefono era nella macchina di Reed ma non ci pensava nemmeno a chiamarlo, non sapeva il numero della casa di Lana a memoria e l'unica opzione rimasta era chiamare a casa sua, forse avrebbe risposto sua madre o nessuno.
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Il diario di Ram || Jamie Campbell Bower
Fiksi PenggemarLei ha diciassette anni, ha voglia di ubriacarsi, fumare e divertirsi. Lui non ci pensa, scappa, corre, urla e quando non ha più aria nei polmoni si ferma, prende aria e riparte da lì. Ma qualcuno deve fermarlo e mostrargli la vita che c'è intorno. ...