Capitolo 19

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Nico's POV

E come ogni santa notte, mica riuscii a dormire, certo che no.
"Perché non diamo un po' di fastidio al povero Nico Di Angelo" avrà pensato il nostro caro Ipno.
E poi Percy non semplificava le cose. Avevo il braccio vicino al suo viso imbrattato di saliva. Quando il figlio di Poseidone sbava nel sonno, è peggio della Signora O'leary. Però, non si può dire che non sia carino, anzi è ancora più cucciolo.

Mi alzai dal letto di malavoglia. Smettere di guardarlo mentre dormiva, fu un'impresa, ma se non correvo in bagno, sarei scoppiato.
Quando scesi, notai subito una cosa strana. Sulla sudicia poltrona verde, affiancata al letto, dove sarebbe dovuto esserci Axel, c'era solo una maglietta. Del ragazzo nessuna traccia. Pensai che stesse in bagno dato che la porta era chiusa, così, con passo felpato per non svegliare Percy - anche se, per svegliarlo, non basterebbe neanche una mandria di elefanti imbizzarriti - mi avvicinai alla porta e bussai. Ma non ricevetti nessuna risposta.

- Axel sei qui? - provai a chiedere in un sussurro, ma ancora niente - Allora io entro... - avvertii mantenendo sempre lo stesso tono di voce. Prima di entrare, però, misi una mano sugli occhi.

Non avendo sentito nessun urlo, o roba del genere, la tolsi ma lì non c'era.
Provai a pensare a dove si potesse essere cacciato:
un giro per il bed and breakfast? O per il paese?
Scartai all'istante queste idee dato che erano piuttosto stupide.
Forse stava dalle ragazze, voglio dire, dalle ragazze e da Grover. Così, con un viaggio-ombra, mi teletrasportai nella loro stanza e per poco non cadevo addosso al satiro. Loro avevano avuto anche più sfortuna di noi. Nella camera c'era solo un letto occupato dalle ragazze, di conseguenza Grover dormiva a terra.
Lo sentii borbottare qualcosa di incomprensibile, riuscii a capire solamente il nome della sua ragazza: Juniper.
Ma di Axel ancora niente, non stava nemmeno lì.

Mi teletrasportai nella mia stanza, anche se mi risultò alquanto difficile dato che ero piuttosto stanco.
Sentii una voce provenire dal bagno.

- Nico dove ti sei cacciato?! - era quella di Percy.

Decisi di fargli un piccolo scherzo. Mi avvicinai di soppiatto con un ghigno sul volto, ma quando fui a soli due passi da lui, non ci riuscii. Sarebbe stato fin troppo crudele da parte mia.
Allora optai per un'altra cosa. Mi alzai sulle punte e gli coprii gli occhi con le mani.
Lui me le tolse ed iniziò a baciarle, partendo dalle dita per poi proseguire sulla mano, sul braccio per arrivare al mento e baciarmelo fino all'angolo della bocca. Ad ogni suo bacio, un brivido mi percorreva la schiena partendo dal basso.

- Che fine avevi fatto? Mi sono preoccupato tantissimo - disse prendendomi le mani.

- Ero andato a cercare Axel. Sulla poltrona non c'è -

- Ma che dici? Lui sta prop - non finì la frase perché, effettivamente, il ragazzo era sparito - Sarà andato di là -

- Pure io l'ho pensato, ma poi mi son detto "perché sarebbe dovuto andare di là?" però lo stesso sono andato a controllare ma neanche lì c'era -

- Allora sarà meglio cercarlo - disse avviandosi verso la porta - Tu vai a svegliare gli altri, io vedo se si trova nei paraggi. Quando li avrai svegliati, andate davanti all'uscita. Okay? -

Io annuii e lui uscì, lasciandosi la porta aperta alle spalle. Andai nell'altra stanza e bussai come se non ci fosse un domani.
Finalmente, dopo tanto, mi venne ad aprire Grover.

- Ehi Nico che hai da bussare - disse facendo uno sbadiglio e con ancora la voce impastata dal sonno.

- Axel non si trova più, dobbiamo cercarlo, Percy lo sta già facendo. Bisogna svegliare le altre - lo stoppai.

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