Capitolo 15

955 61 21
                                    

Percy's POV

D'istinto, presi Vortice dalla tasca e le tolsi il cappuccio, così, da una semplice penna a sfera, divenne una spada di bronzo celeste di novanta centimetri.
Ci addentrammo ancora di più nel bosco, che a parer mio, dava i brividi. Era fin troppo tranquillo. Si sentivano gli uccelli cinguettare, di rado in lontananza si riusciva scorgere un cervo che saltava un ruscello, ma non c'era niente di sospetto. Eppure, era proprio questo che mi spaventava.

Aaah sto fantasticando troppo! Perché devo pensare che ci sia qualcosa di strano in un bosco su un'isola deserta in mezzo all'oceano, quando poi è tutto tranquillo?!
Conoscendo Annabeth sarà andata a perlustrare la zona, forse non riusciva a dormire e ci stiamo preoccupando per niente.

Ero talmente immerso nei miei pensieri, che non mi accorsi di quello stupido albero comparso dal nulla. Andai a sbatterci contro, cadendo poi sul terreno fangoso a distanza di pochi centimetri da una pietra piuttosto appuntita. Se fossi andato solo un po' più in là, non oso pensare a ciò che sarebbe potuto accadere.
La spada volò poco più indietro a causa dell'urto.

- Che male! - mi lamentai massaggiandomi la testa.

- Gli uomini... guarda dove vai la prossima volta - mi ammonì Talia porgendomi la mano. L'afferrai e mi aiutò ad alzare.

- Grazie - le dissi mentre mi pulivo i pantaloni.

Mi fece un sorriso e ricominciò a camminare.

- Aspettami! Vado a prendere Vortice e arrivo! -

- Muoviti -

- Ma dove sarà finita... - borbottai - Eccola! -

La trovai vicino ad un piccolo ruscello che scorreva limpido tra le rocce, nella sua corsa verso il mare. Immersi la mano in quell'acqua così fresca e ne bevvi un sorso. Mi sentii rinato, non ne avevo mai assaggiato di acqua così.
- Andiamo Percy! - urlò Talia, che intanto era già lontana.

- Arrivo! -

Mentre mi alzavo notai, sull'altra sponda, tra le felci, un'impronta di una scarpa.

A meno che non ci sia qualcun'altro, quella è sicuramente della ragazza.

- Talia! Corri! -

- Che c'è? - mi chiese col fiatone dopo che fu arrivata.

- Guarda lì! - indicai con l'indice l'impronta - Credo siano di Annabeth -

- Vanno in quella direzione - osservò la ragazza - Andiamo - continuò.

- Mh -

Saltammo il ruscello e seguimmo le tracce. Le chiome degli alberi coprivano il cielo, tra le fronde, la debole luce lunare illuminava i nostri volti a intermittenza e, il profumo della terra bagnata, si insinuava tra le nostre narici. Ormai il dolce suono dell'acqua che correva si era affievolito, quasi scomparso, e noi eravamo arrivati davanti ad un altro tronco, proprio dove finivano le tracce.

- E adesso, che si fa? - chiese Talia.

Non le diedi troppa importanza, perché avevo notato qualcosa di strano, proprio dove erano finite le impronte.

- Allora? - domandò ancora una volta la ragazza.

- Aspetta - le dissi con tono fermo.

Sentii un sonoro sbuffo ed un
"i maschi... tutti uguali" da parte della ragazza. A sentirla non riuscii a trattenere una piccola risatina. Una volta ritornato serio, mi abbassai e, guardando con più attenzione, notai un solco nel terreno, come se qualcuno fosse caduto. La vegetazione lì vicino era segnata da un urto e, sulle foglie di una felce, c'erano gocce di sangue.

Illusion || Pernico/Percico || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora