Auto-coscienza

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"Ti conosco, so come sei fatto" quante volte abbiamo pronunciato questa frase e quante volte ce la hanno detta, ma si può veramente conoscere una persona così a fondo da dire non hai segreti per me?

Ancora meglio non altrui ma la propria coscienza può essere compresa appieno dalla mente umana?

Prendiamo in prestito alcuni termini dall'illustre Freud e utilizziamoli per le mie spiegazioni: l'io è diviso in Conscio e Inconscio.

Il Conscio è sotto il nostro potere decisionale e in fatti è tutto il ragionamento che precede la nostra scelta.
L'inconscio invece non possiamo controllarlo e lo identifichiamo con i sentimenti o l'istinto. La sua natura non permette la piena conoscenza di esso.

Se ciò fosse vero (cambiando significato alle parole freudiane e nominando Conscio l'io scibile e Inconscio l'io criptico) basterebbe avere nel proprio io una parte inconscia che più nulla sarebbe certo.
Le nostre decisioni derivano da un compromesso interno all'uomo e chi o cosa può assicurarti che l'inconscio non rovesci i propositi del conscio?

Possiamo tranquillamente porre un banale esempio efficace: spesse volte una persona "interessata a qualcuno" si fa film mentali, crea discorsi da poter tirare fuori, inventa approcci vari, poi alla presenza dell'oggetto d'interesse i sentimenti disintegrano ogni idea ragionata in precedenza e o si rimane ebeti a bocca aperta davanti al sesso opposto o non si riesce a mettere in fila due parole di senso compiuto senza essere continuamente fraintesi.
L'inconscio può rovesciare tranquillo ogni certezza creataci.

Verrebbe da dire quindi che finché esiste una minima parte di inconscio non si può conoscere la natura umana; ma se invece la natura agisse per ambiti? Ci sarebbero situazioni in cui interviene solo il conscio e allora lì potremmo vedere il nostro comportamento seguire una linea diritta e ben definita.

Riflessione completiva
Poniamo un attimo questo capitolo all'interno della mia idea predeterministica della realtà: qui l'uomo non è causa ma mezzo, lui non agisce ma patisce e come una frusta che schioccata per un movimento all'impugnatura crea un'onda attraverso tutto il cuoio fino alla catena e poi oltre attraverso l'aria grazie a un boom sonico l'uomo si muove seguendo l'andatura delle cause che sia parte della frusta o che sia disperso nell'atmosfera.
L'uomo incatenato dal destino possiede una volontà propria? Se non può scegliere nulla non possiede un conscio, dunque è costituito di inconscî.
Il conscio così è l'illusione della libertà.
Tuttavia forse è un punto di vista sbagliato, la vista di un essere incompleto non è panoramica, ma mirata e non permette la verità.

Ora usciamo da questa epoca, ritorniamo al mondo ticronico, immedesimiamoci nella mente degli scienziati; loro conoscono l'inconscio degli uomini e loro lo considerano conscio.
Ciò può creare una discrepanza, un paradosso; come rimediare?

Gli oggetti non possiedono nè volontà nè sentimenti, al pari, agli occhi dell'assemblea, sono gli uomini.

Filosofia di uno squlibratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora