~Dolore~

31 3 2
                                    

Vidi il ragazzo uscire velocemente dalla classe al suono della campanella. Era strano, davvero tanto strano ma decisi di non dargli troppa importanza.Uscii dalla classe per andare verso il giardino e accendermi una sigaretta che subito dopo portai alle labbra. Mi sedetti sull'erba e guardai il cielo,assorta nei miei pensieri. C'era qualcosa che non mi convinceva in quel ragazzo. Il suo aspetto era...strano. Aveva la carnagione troppo pallida che mi sorpresi quando lo vidi. "Ragazza, mi dai una sigaretta?" Sobbalzai, sentendo quelle parole e mi alzai subito per poi girarmi e vedere la ragazza che mi aveva chiesto una sigaretta. "Oh...ehm...certo" balbettai. "Grazie" mi sorrise e prese la sigaretta. Ero così assorta nei miei pensieri che non l'avevo vista arrivare. Aveva capelli lunghi di un rosso scuro che non avevo mai visto, occhi marroni,corporatura snella e labbra sottili. "Sei nuova? Non ti ho mai vista" mi disse mentre mi guardava attentamente. "Frequento il primo anno" la guardai a mia volta. "Capisco" buttò la sigaretta e mi porse la mano "Sono Miriam e sono del secondo anno" strinsi la sua mano e le feci un piccolo sorriso "Sarah"
"È stato un piacere conoscerti ma devo proprio scappare. Se vuoi possiamo vederci dopo così ti faccio vedere la scuola" mi fece un altro sorriso e io annuì. Detto questo si allontanò. Buttai la cicca della sigaretta a terra e la schiacciai subito dopo per poi camminare verso la biblioteca e sedermi in un posto libero per iniziare a studiare.
Dopo un pò appoggiai una mano sopra il tavolino per tenere la testa e sospirai. Dovevo prendere le mie pillole così mi alzai e andai nella mia camera dove mi chiusi nel bagno e prensi le mie pillole giornaliere, chiudendo velocemente gli occhi per mandarle subito giù. Lo psicologo mi avevo prescritto queste pillole e se non le prendevo iniziavo a vedere cose che non esistevano come quelle ombre che mi tormentavano la notte. Mi sedetti a terra e portai le gambe al petto " Vita mediocre..." mormorai fra me e me, sbuffando.

Evan's pov

Dopo un pò ritornai al college e entrai in camera. Mi buttai sul letto e guardai il soffitto mentre pensavo. Pensai a come mi guardò quella ragazza. Nel suo sguardo c'era curiosità, molta curiosità e non andava per niente bene. Mi misi seduto e iniziai a scrivere delle cose sul mio qyadernino per cercare di distrarmi. Nessuno doveva sapere cos' ero. Sentii dei rumori provenienti nella camera vicino alla mia. Era la ragazza, sentivo il suo odore. Mi alzai e andai vicino alla finestra per poi aprirla e guardare fuori. -Non pensare al sangue. Hai già fatto del male.- pensai mentre continuavo a guardare fuori. Strinsi la presa sulla ringhiera della finestra e cercai di calmarmi mentre feci dei respiri profondi.
"Cerca di calmarti..." mormorai "Placa la tua sete...non è difficile"

Sarah's pov

Dopo aver guardato il muro davanti a me per una decina di minuti, spostai lo sguardo sul mio braccio sinistro e alzai la manica della mia felpa. C'erano dei piccoli taglietti e questa storia andava avanti da quasi un anno ormai. Non riuscivo a fermarmi. Guardai i tagli della sera prima e poggiai un dito sopra uno di esso, riuscendo ad aprire la ferita mentre alcune lacrime iniziano a scendere un po' per il dolore fisico e un po' per quello emotivo.

Evan's pov

Sentii odore di sague e capii che era della ragazza "Dannazione" corsi da lei e aprii la porta "Che cazzo stai facendo?" La prensi e la porti in bagno per poi medicarla cercando di non pensare al sangue.
"Perchè sei in camera mia?" Mi chiese, senza rispondere alla mia prima domanda iniziale ,cercando di fuggire dalla mia presa "Sto bene, okay? E non facevo nulla..."
Finii di medicarla e le fasciai le ferite mentre rimasi in silenzio.
Sto bene..." Continuava a ripetermi.
" No" Ribattei e la faci uscire dal bagno. "Io non credo proprio"
"Saprò io come sto, no?" Mi chiese retorica, guardandomi.
" Perché lo fai? mormorai e la guardai." Perché ti fai del male?"
"Senti, smettila. Perché sei entrato in camera mia? Non ci conosciamo nemmeno..." mormorò, scuotendo la testa.
"Dovresti ringraziarmi piuttosto" Borbottai, passando una mano sui miei ricci.
"Non puoi capire..." Spostò lo sguardo e si abbassò le maniche della felpa. "Ora esci dalla mia camera"
Continuavo a guardarla. "Come vuoi..." dissi per poi uscire. C'era molta sofferenza nei suoi occhi. Sapevo che cos'era il dolore. Era da duecento anni ormai che lo provavo

Black ShadowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora