''Scappa Maya, trova Scott McCall. Non guardarti indietro, corri'' urlò la voce di mia sorella, una voce che non avrei mai più risentito.
In preda alle convulsioni mi alzai di prepotenza da dove ero sdraiata,dimenandomi. Avevo i muscoli così irrigiditi dalla rabbia che non sentii nemmeno l'ago di una siringa perforarmi la coscia.
''Lasciatemi''sbraitai scrollandomi di dosso il braccio di un uomo col camice bianco, lo stesso della sera prima. Non sapevo cosa stesse succedendo, era come se il mondo fosse diventato di colpo una massa di nodi arrotolati. E non riuscivo a trovare la stringa giusta per slegarli.
Quando posai l'occhio sulle mie mani, strette convulsamente al polso di un altro ragazzo accanto alla brandina, notai che avevo sfoderato gli artigli.
''Devi stare giù'' disse il signore, con un tono pacato e controllato. Come se non stesse accadendo niente che potesse smuoverlo più di tanto.
Mi fermai, con la fronte bagnata dal sudore e il petto che si muoveva sue giù rapidamente.
''Brava,così'' mormorò con dolcezza il ragazzo a cui stavo per staccare la mano, prima di sentire il cuore diminuire pian piano la sua maratona.
La sua voce infondeva sicurezza, nonostante il mio cervello fosse ancora sulla modalità attenzione.
Mi sdraiai di nuovo sul lettino metallico, dosando il respiro.
''Cosa mi avete iniettato?'' chiesi in un sussurro, una volta che la mia testa fu del tutto accasciata e vulnerabile a qualsiasi attacco. Ma sentivo che era la cosa giusta da fare.
Il ragazzo guardò l'etichetta sulla siringa ma il signore col camice mi rispose per primo ''Sedativo''
''Ti rilasserà, fidati. Andrà tutto bene'' concluse il diciassettenne facendo ricadere lo sguardo sulla mia mano attorcigliata, ancora, al suo braccio.
Vidi pian piano gli artigli ritrarsi e poi un senso di pressione si impossessò dei miei occhi.
Blaterai parole indecifrabili, prima di chiudere le palpebre, tranne l'ultima.
Isabelle
Quando aprii gli occhi, la luce del sole che passava attraverso le serrande abbassate, mi trasportò in uno stato confusionario. Non ricordavo molto, ma non sentivo più dolore.
Mi sollevai di scatto dalla brandina metallica su cui ero distesa, e mi guardai intorno smarrita.
La stanza aveva tutta l'aria di essere un salone di visita, e l'odore di animali che sentivo mi fece capire che ero nella clinica veterinaria,dove sarei dovuta essere.
''Ben svegliata'' un ragazzo dagli occhi cioccolato e dalla carnagione perlacea varcò la porta, con un sorriso a quarantadue denti e un portamento stranamente buffo.
Mi voltai sull'attenti, sentii la punta dei canini spingere contro le labbra per uscire. Ma non c'era motivo di allarmarsi, ero nel posto giusto.
''Da quanto è che sono in queste condizioni?'' chiesi molto essenziale una volta che il tizio fu accanto alla brandina con la mani sul metallo freddo.
''Due giorni. Non ti sei persa niente, anzi a dire il vero è stata una vera noia'' spiegò a raffica.
Ma non stavo ascoltando, ero ancora rimasta alla prima frase che mi aveva fatto comparire una smorfia sbalordita sul volto.
Scesi dalla barella con un salto ''Due giorni? Non può essere!'' urlai.
''Non puoi muoverti. Scott arriverà a momenti, e mi ha detto di non farti scendere da questa brandina. Se non torni sopra, io-'' blaterò nervoso il ragazzo, mentre mi seguiva a ruota verso la sala d'aspetto dove due sere prima ero svenuta.
Odorai l'aria con attenzione, per poi voltarmi ''Ho bisogno che sia qui,subito''
''Arriverà,ma nel frattempo potresti ascoltarmi? Del tipo ''Sì Stiles, ora torno su quel tavolo e faccio la brava. Non scappo, non faccio cose soprannaturali e aspetto'' quasi mi venne da ridere quando si mise a gesticolare come un pazzo.
Feci per rispondere, ma venni interrotta dal rumore della porta che si apriva e dall'entrata del ragazzo che mi aveva calmato durante uno dei miei attacchi.
''Non c'è né bisogno, sono qui'' disse puntando i suoi occhi scuri prima su me, poi su Stiles.
Quest' ultimo alzò le mani esasperato ''Perfetto''
Rimasi per un paio di secondi a fissare il nuovo arrivato, quasi con avarizia, ricordandomi poi che Isabelle mi aveva dato un compito ben preciso. Trovarlo.
Ed ora era lì, a pochi centimetri di distanza, vestito come un normale adolescente. Come me, dopotutto. Come lo era Isabelle.
''Scott,vero?'' chiesi.
Il ragazzo annuì, tirando fuori la mani dalle tasche ''E tu devi essere Maya, giusto?''
Acconsentii a mia volta. Feci per aprire bocca ma Stiles avanzò verso di noi dal cornicione della sala visite e ci guardò a turno in maniera confusa.
''Aspetta,quindi voi due vi conoscete già?'' domandò sospettoso.
Scott fissò i suoi occhi scuri nei miei, chiari, e alzò le spalle ''Non proprio''
[Sono io]
Sono tornata! Mi scuso tantissimo per il ritardo, ma se mi seguite in altre storie allora sapete che la puntualità non è il mio forte. E mi dispiace tantissimo, sappiatelo. Ma devo recuperare delle cose di scuola, e ho pochissimo tempo a disposizione.
Comunque per quanto riguardo il capitolo, è corto, lo so, poi si allungheranno. Ma spero che vi sia piaciuto, sotto vi ho messo il cast. Man mano che compariranno nuovi personaggi, pubblicherò anche le persone a cui mi ispiro.
Un bacio, alla prossima!!
STAI LEGGENDO
Uncharted
Fanfiction''Quelle come lei sono rare. E si sa', quando qualcosa è raro, rischia di estinguersi'' {Diritti Riservati Based on Teen Wolf}