Capitolo due

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''Laila,tesoro, potresti andare a giocare fuori? Io e Maya dobbiamo parlare'' mormorò Isabelle verso nostra sorella, con i lunghi capelli neri perfettamente raccolti in una coda.

Quest'ultima sorrise, prese tra le braccia il suo peluche preferito, e corse fuori dalla capanna. Verso lo spiazzo circondato da alte querce scure, dove lei amava scavare.

''è successo qualcosa di brutto, vero?'' domandai togliendomi dalla porta in legno, dove mi ero soffermata a guardare Laila che rincorreva uno scoiattolo.

Sospirò ''Sta andando di male in peggio. A nord un problema, a sud un altra complicazione. E non siamo in grado di gestirle entrambe''

''Asher sta preparando tutto. Domani mattina ripartiamo'' affermai sedendomi di fronte ad un quieto fuoco.

''Maya'' sussurrò, divenuta tutta d'un tratto angosciata ''C'è un modo. Un modo per evitare il nostro trasferimento ogni settimana, per evitare la perdita di compagni. Ancora e ancora''

La luce del falò creava uno stupendo gioco di ombre sul suo volto etereo.

''Che cosa hai intenzione di fare?'' chiesi sporgendomi verso di lei.

Ci fu un silenzio logorante, che mi fece quasi cadere dall'altra parte dell'orlo della pazzia ''Devo prima fare una cosa, ma lo scoprirai presto''





Era da anni che non toccavo un letto. Un letto di quelli caldi, morbidi,munito di cuscini e coperte che profumano di pulito. E dopo così tanto tempo, mi ritrovavo su uno di questi.

Stiles aveva insistito sul fatto di dover chiarire la faccenda in un posto che non puzzasse di escrementi di animale e dove la temperatura non si aggirasse sotto i cinque gradi. E dovetti darli ragione,nonostante fossi abituata a un freddo gelante e a dei profumi così forti, avevo bisogno di un posto caldo.

''Un hamburger vegetariano per me, uno senza cipolle e maionese per Scott,e uno con carne di cavallo per te'' elencò Stiles distribuendoci a turno i nostri pranzi.

Dovevo ammettere che la carne di cavallo non fosse la mia carne preferita. Preferivo di gran lunga quella di gazzella.

Mormorai un grazie e mi sistemai meglio sul copriletto, lasciando spazio sia al moro che al castano.

Scott accennò un sorriso ''Tranquilla, io sto meglio sulla sedia''

''Io mi sono seduto in posti peggiori di un pavimento'' finì, invece,Stiles addentando il suo panino e masticando con fare divertente.Aveva un non so che di affascinante, nella sua impacciatura.

Feci lo stesso, godendomi il meraviglioso sapore del pane che non mangiavo da anni.

''Perfetto,ora che ci stiamo cibando allegramente, sarebbe altrettanto carino spiegarmi la situazione dato che evidentemente sono l'unico che non sa nulla'' disse sempre il castano, con la bocca piena.

Mi pulii le labbra con un tovagliolo, lo ripiegai e incrociai le gambe guardando Scott ''Non so quanto tu sappia su questa faccenda, ma so che sapevi del mio arrivo''

''Uho-uho aspetta'' fece Stiles alzando le mani e fissando il moro con gli occhi sgranati ''Oltre ad essere un lupo mannaro sei anche un chiaroveggente e io non ne ero al corrente?''

Trattenni una risata, e così fece anche Scott alleviando la pressione che c'era all'interno della stanza. Era piuttosto piccola, e le pareti erano tappezzati di fili colorati, principalmente rossi.

''Non credo. Ma mia sorella Isabelle è sempre stata molto brava con le apparizioni nei sogni ed è più semplice se si tratta di mannari.Nonostante siamo del tutto diversi, c'è un sottile filo che ci collega'' spiegai finendo il mio panino. Ero sazia.

Stiles aggrottò le sopracciglia ''Ma tu non sei un lupo. Lo si è capito da più cose, come dal fatto che quando hai quasi staccato il braccio a Scott i tuoi artigli erano molto più sottili e appuntiti''

Dovevo ammetterlo, quel ragazzo aveva un ottimo spirito di osservazione.

''E non puzzi di cane bagnato'' aggiunse poco dopo mangiando l'ultimo boccone del suo sandwich e pulendosi le mani.

Scott si sistemò sulla sedia, e gettò il cartone nel cestino sotto la scrivania ''Profuma di felino''

''Giaguaro Mannaro?'' tirò a indovinare Stiles facendomi un occhiolino.

''Pantera''risposi raccogliendo i capelli in una coda improvvisata, il che mi fece cadere lo sguardo sulle mie gambe posizionate ad indiana e soprattutto sui jeans scuri scoparsi di macchie di fango e sangue.Odiavo essere quel che ero, ma di una cosa ero grata: la guarigione.

Il moro sgranò gli occhi colpito, mentre Scott preservò la sua solita calma smorfia come se in fondo lo sapesse. Non sapevo cosa Isabelle avesse detto o fatto, ma avevo capito che sapeva abbastanza da non rimanerne così costernato.

''Sono le due del pomeriggio, hai bisogno di riposare?'' mi chiese Stiles alzandosi in piedi.

Avevo le palpebre pesanti, e il panino aveva creato l'effetto di digestione immediato.

''Devo parlarti..'' cominciai a dire a Scott ma mi fermò.

''Maya,fidati, un'ora non farà la differenza'' chiarì l'alfa, accennando un sorriso.

Aveva ragione, e confidavo in una apparizione di Isabelle in sonno, una volta addormentata. Se c'era la minima possibilità che fosse da qualche parte si sarebbe messa in contatto con me. A qualunque costo.

Annuii silenziosamente lasciando che Stiles mi portasse una coperta a quadri così morbida che avrei potuto benissimo rimanerci a vita. Mi sistemai sul letto, coprendomi.

''Grazie,davvero'' mormorai ai due che stavano per uscire.

''Noi staremo di sotto così magari Scott mi spiegherà qualcosa su tutta questa faccenda, una buona volta. E, non per essere invadente, ma se hai bisogno di acciambellarti da qualche parte ti consiglio la poltrona. È il posto più comodo del mondo'' disse divertito Stiles dal ciglio della porta.

Quandola chiuse, mi gettai sul cuscino che profumava di menta.

Guardai in alto ''Ti prego, sorella, ho bisogno di te''


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