5. Mi fai stare bene

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*Flashback*

"Devi farlo piccola Al, non puoi più tirarti indietro lo sai", dice con un sorriso furbo che mi fa venir voglia di prenderlo a schiaffi.

"Il mio nome è Ally e si, lo so. Da' qua".

Mi osserva attentamente per accertarsi che esegua i suoi comandi alla lettera.

Odio questo bastardo, odio il fatto che nessuno, neppure Ethan se ne sia accorto e che forse è meglio così.

Nessuno capirebbe e quindi nessuno mi potrebbe aiutare.

Inizia a mancarmi l'aria, voglio fuggire da qui ma so che non posso, ci siamo solo io e lui e di certo mi raggiungerebbe in un attimo.

Accetto ciò che sta per succedermi. Odio questa vita, odio la mia vita.

*Fine flashback*

Mi risveglio in un bagno di sudore con il respiro affannoso.

Non mi fa bene ricordare ma sono destinata ad avere dentro questo schifo per sempre.

Mi calmo e scendo dal letto. Noelle non è in camera e ha lasciato tutto in ordine.

Sul suo letto c'è un bigliettino con su scritto:

'Se hai bisogno di me sono da qualche parte in cortile.
Noelle'.

Mi affaccio alla grande finestra che da sul cortile. Fa più caldo di ieri.

Il sole risplende nel cielo azzurro e il cortile è pieno di ragazzi e ragazze che leggono, passeggiano, chiacchierano, ridono.

È davvero una bella giornata e il mio umore d'un tratto si risolleva. Sorrido. In fondo sto realizzando il mio sogno.

È mezzogiorno e mezza e ho un certo languorino. Decido di uscire così faccio una doccia, indosso un top e una gonna corta di jeans e riavvio i capelli.

Metto un po' di lucidalabbra e lascio la camera in un disordine che di solito non mi appartiene.

Non so dov'è Noelle e non ho neanche il suo numero di telefono, uscirò di qui e proverò a cercarla in cortile.

Spero con tutto il cuore di non incontrare John, non ho la minima voglia di dargli spiegazioni.

"Ehi Ally Morgan". Mi pietrifico. Conosco quella voce, quella voce che in un attimo mi addolcisce l'animo e mi fa scordare dove sono.

Mi volto ed eccolo lì. Con i capelli arruffati e un sorriso che fa invidia al mondo.

"Ciao John", sorrido incantata da quella visione color smeraldo. Mi fa sempre quello strano effetto.

Si avvicina e poggia le sue braccia sulle mie spalle. A pochi centimetri da me mi sussurra in un orecchio:

"Vieni con me, ti porto via da qui".

Sento il calore delle sue labbra sul mio collo e uno brivido mi percorre la schiena. Quella frase mi ha destabilizzata, ho paura di quello che potrebbe succedere ma forse fare un giro e riprendermi un po' mi farà bene.

"Va bene", dico timidamente.

Si stacca da me e mi fa cenno di seguirlo.

Arrivati al parcheggio apre un pick up grigio con la chiave e sale al posto di guida. Io lo seguo e in silenzio mi siedo accanto a lui.

Dentro è abbastanza nuovo e profuma di pulito.

"Ti porto a fare un giro nella Grande Mela, ti va?".

Ricordati di amarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora