9. Portami ovunque tu vorrai

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"Ally finalmente! È successa una cosa, dobbiamo parlare". È agitatissimo, lo sento.

"J-Jhon...- balbetto preoccupata- va tutto bene?". Cerco di non sembrare troppo spaventata, almeno quanto non lo sia.

"Sta' tranquilla, non è nulla di grave ma ho bisogno di parlarti". Dice con tono fermo.

La sua voce mi fa sempre lo stesso effetto. Un fremito mi percorre tutto il corpo.

"John io non so se...", voglio inventare una qualsiasi scusa per non accettare di incontrarlo. Dopo come sono scappata da lui stamattina non me la sento. Non merita tutto questo casino.

Lui mi interrompe.

"Ally ti prego, non fare la stupida. Ho bisogno di parlarti. Dimmi dove sei".

Non so cosa fare, non sono pronta ad affrontarlo. Non sono stabile e non lo sarò mai più del tutto e lui non merita di cadere giù con me.

Ma ha ragione, non posso fuggire dalle situazioni come una bambina.

"Sono vicino la fontana, ti aspetto qui". Riattacco, se avessi aspettato un minuto di piú sono sicura che avrei cambiato idea.

Mi tormento le unghie già mangiucchiate per l'ansia, non ho idea di cosa potrebbe dirmi.

Se è successo davvero qualcosa o se vuole solo parlarmi.

Ma devo affrontarlo, voglio incontrarlo un'ultima volta prima di sparire totalmente dalla sua vita.

D'altro canto è ciò che anche lui ha cercato di fare fin'ora, tenermi lontano.

In pochi minuti John mi raggiunge e rimango sorpresa nel vederlo arrivare così presto.

Ha una maglia a mezza manica bianca abbastanza scollata che lascia intravedere un tatuaggio sul petto. Non capisco se si tratta di un disegno o di una scritta.

"Ti piace quello che vedi?", domanda John con tono soddisfatto. Ha una voce così sexy e subito sento le guance andarmi a fuoco.

Sbuffo distogliendo lo sguardo dal suo petto e alzo gli occhi al cielo.
Lui sfoggia uno dei suoi sorrisi più seducenti e non posso fare a meno di pensare che con quel sorriso avrà sicuramente conquistato un mare di ragazze.

E infatti nel giro di pochi secondi un gruppetto di ragazze tutte in tiro ci passa accanto e tutte, nessuna esclusa, lo divorano con gli occhi.

"Puttane", sussurra John appena si allontanano.

Sono sorpresa, insomma pensavo gli piacesse avere intorno tutte quelle ragazze che sbavano per lui ma non dovrei sorprendermi più di tanto.

John non fa nulla in realtà per apparire o farsi notare al contrario di Ethan e tutta la banda che non sanno cosa significa povertà, umiltà. Che usano la vita come la possibilità che Dio ci ha dato per essere perfetti a tutti i costi.

Ma la perfezione non esiste e per capirlo ho dovuto sperimentarlo sulla mia pelle.

Tutta la vita a rincorrere l'idea di qualcosa che non esiste. Una villa con maggiordomi e cameriere, genitori ricchi sfondati, raccomandazioni di qua e di là.

Quella vita piena di sorrisi falsi, pasticche per non sentire alcuna emozione vera, genitori che non fanno altro che gridarti dietro quanto sei inutile se non appari perfetto.

Se non vesti di marca e non nascondi le emozioni. Perchè le emozioni non sono abbastanza perfette.

Ho passato un'intera vita ad aggrapparmi a quell'idea di perfezione. Nonostante sia cresciuta in una casa umile, con un ragazzo come Ethan non puoi che crescere con certe convinzioni.

Ricordati di amarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora