Bigliettini

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Benji's pov

Il suono di un messaggio mi desta dal dormiveglia in cui mi trovavo, non sono più riuscito a prendere sonno da quando Fede se ne è andato.
Le sue parole si ripetono nella mia testa:
- devi farlo anche per Benedetta... -
- Ben io voglio solo tornare ad essere il tuo migliore amico, quello di una volta -
Mi alzo e prendo il cellulare.
Un nuovo messaggio da... appena leggo il suo nome mi blocco di colpo.
Damian.
* fossi in te terrei d'occhio la tua ragazza *
Non spengo nemmeno il telefono che mi precipito in stanza di Benedetta, da sotto la porta vedo la luce accesa.
Temo il peggio, li conosco e sono capaci di tutto.
Appena apro la porta tiro un sospiro di sollievo vedendola in piedi, sana e salva.
- tutto apposto? - chiedo, cercando con lo sguardo un qualcosa di sbagliato, ma l'unica cosa che vedo è un disordine pazzesco.
La vedo armeggaire con un bigliettino, glielo prendo di mano e lo leggo freneticamente.

Oh piccola sei così ingenua

Anonimo

Lo strappo in mille pezzi, Benedetta mi guarda sconcertata.
Ho le mani che tremano, mi hanno trovato, non riesco a farcela da solo.
- come fai a sapere quello che è successo? - mi guarda negli occhi e io per la prima volta abbasso lo sguardo passandomi una mano nel ciuffo.
Come faccio a spiegarle che 4 ragazzi mi stanno cercando perché ho osato ribellarmi e uno di questi mi ha mandato un messaggio "avvisandomi" di controllarti di più. È piuttosto complicato.
- io... - mi guarda incitandomi a continuare, ma io non so cosa inventarmi - io... me lo sentivo -
- ma va e cercati una scusa migliore -
- mi spinge verso la porta e io non so proprio cosa dirle.
- beh io passavo di lì e ho visto la luce accesa - dico proprio mentre lei apre la porta.
- e come mai passavi "di lì" - dice incrociando le braccia e appoggiando il peso sulla gamba destra.
- ehm... - in quel momento passa Sara, ha ancora i vestiti della festa, shorts e top.
- grazie Ben, abbiamo scopato alla grande - dice sorridendomi.
La guardo e le sorrido anche se falsamente.
Mi giro verso Benedetta e solo ora mi viene in mente il doppio senso della frase.
- ah ecco come mai passavi di lì - dice mantenendo un'espressione impassibile, ma io so che dentro sta soffrendo porca troia.
- no, non è come pensi - ma guarda te se adesso mi devo giustificare.
- ah e come penso io perché? -
- tu credi che sono andato a letto con Sara ma non è così, la realtà è dura da spiegare - dico abbassando di colpo lo sguardo.
Poi alzo gli occhi e li inchiodo nei suoi, è incazzata.
È tutta colpa mia, se non la baciavo, se non le dicevo che stavamo insieme ora non sarei qui a farmi "perdonare", lo sapevo fin dall'inizio che le relazioni non servono a niente, ecco perché non mi ci immischio mai ma con Benedetta è diverso cazzo.
- io sono pronta a sentire spiegazioni che abbiano senso -
- sono andato fuori a prendere un po' d'aria, ho parlato con Federico e avevo bisogno di uscire, tutto qui - dico mentendo spudoratamente, lei si sente facilmente in colpa allora punto su questo suo lato.
- ah e tu alle 2 di notte ti vai a fare una passeggiata tranquillo no? -
- non riuscivo a dormire, avevo bisogno di camminare - dico guardandola negli occhi, è l'unico modo per farle capire che non mento.
Anche se è così.
Si sposta i capelli da un lato e abbassa lo sguardo, lì capisco che ho fatto centro.
- va bene... ora però vai che voglio stare da sola - dice tortursndosi il pigiama.
- te l'ho detto che sei tremendamente sexy con questo pigiama? - dico, ha un paio di pantaloncini corti, azzurri e una canottiera con le margherite che le mette in mostra le sue magnifiche curve.
- no... - dice tutta rossa, è così adorabile.
- ciao Den - dico salutando Denise, la sorella di Fede, che per tutto questo tempo è rimasta in silenzio.
Lei arrossisce di brutto, poi ricambia con la mano.
- ah me lo devi dare il tuo numero, se no come rimaniamo in contatto... - dico ricordandomi improvvisamente dell'invito che volevi farle, però prima mi devo accertare di essere disponibile.
- ah sì certo - prende un pezzo di carta e me lo scrive, poi mi da il foglio.
- ciao piccola - dico avvicinandomi e dandole un piccolo bacio sulla guancia.
Poi me ne torno in stanza.
- dove sei stato Benji? - dice Andrea mentre si toglie la maglietta.
- hai scopato con Sara eh - dico ridendo.
- come fai a saperlo - dice, guardando in basso per nascondere le sue guance rosse, è la prima volta che lo vedo arrossire.
Rido e dopo essermi tolto la maglietta e i pantaloni mi metto a dormire.
- Ben -
- dimmi - dico scocciato.
- secondo me noi siamo partiti con il piede sbagliato, potremmo essere amici - dice a bassa voce.
- Sì dai - dico girandomi dall'altro lato. Oggi mi sento felice, non è come una settimana fa che volevo solo terminare il liceo e poi tornare a Modena, questa volta vorrei stare qui con Benedetta, perché con lei mi sento bene.
Però se voglio "sopravvivere" non posso stare solo con lei, devo trovare un amico e l'unico in questo momento mi sembra Andrea. Devo solo imparare a conoscerlo e poi mi adatterò come sempre, come ho fatto anche senza Fede.

Mi sveglio di soprassalto, ancora quel brutto incubo.
Sto sudando ed è la prima volta che un sogno mi sconcerta così tanto.
Prendo il telefono e vedo che sono ancora le 6.30.
Rimetto il telefono sotto il cuscino e chiudo gli occhi, ma quel fuoco, quello sparo e quel sangue si ripetono nella mia testa non lasciandomi dormire.
E se accadesse davvero ?! E se fosse un sogno premonitore ?!

- l'hai voluto tu - Damian mi guarda con un ghigno.
Fede è affianco a me, è pronto ad aiutarmi ma io non voglio.
- non farlo - dico guardando negli occhi Damian.
- perché non dovrei? Perché me lo chiedi tu? - scoppia a ridere, poi si guarda intorno, Daniel ha cosparso la benzina un po' in giro.
Damian ha in mano un accendino, è acceso e se apre solo la mano, l'intera baracca prenderebbe fuoco.
Ci sarebbe una via di uscita ma nell'altra mano Damian ha una pistola e io non ho armi per difendermi.
Non mi interessa la mia vita, ma non voglio che Fede ci rimetta la sua per un mio sbaglio. Gli avevo detto di non venire ma lui mi aveva detto che non era più un ragazzino, si sapeva difendere e sapeva picchiare, alla fine mi aveva seguito e ora era con me.
Fu un attimo, Damian fece cadere l'accendino e il fuoco si diffuse sui vari mobili e attrezzi presenti nella baracca.
Alzò la pistola e la puntò su di me, appena premette il grilletto peró cambiò bersaglio e colpì Fede che mi guardò, i suoi occhi azzurri pieni di paura, prima di cadere a terra. Perdeva molto sangue...

Mi alzo di scatto dal letto, ero riuscito a prendere sonno senza che me ne accorgessi e quel sogno si era ripetuto ancora.

Quando ti ho visto per la prima volta... || Benjamin Mascolo || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora