STA BENE... vero?

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Canzone per il capitolo:
In common, Alicia Keys

Benedetta's pov

Una fitta lancinante al petto, le mani tremolanti e lo stomaco scombussolato.
Ho paura, un brutto presentimento si fa strada nella mia mente e mi impongo di stare in piedi, perché se mi sedessi finerei nell'autocommiserazione.
Cos'era quello schianto? Quel rumore? E perché è caduta la linea?
Forse sono troppo paranoica, magari il telefono è semplicemente caduto e si è rotto, allora perché continuo a tremare?
Scendo al piano di sotto, non si sente nessun rumore da fuori la porta e spero che quell'uomo se ne sia andato.
Vado a controllare dallo spioncino e non vedo altro che il "vialetto" deserto.
Tolgo la modalità muto e guardo le ultime notizie sul televideo ma non dice niente su Benjamin.
Ecco, sono io che mi faccio i film mentali, lui sta bene.
Lui sta bene. Sta bene. Sta bene. STA. BENE. Continuo a ripetere nella mia testa.
Ed ecco che il telefono squilla, il mio cuore perde un battito appena leggo che è Benjamin a chiamarmi.
Rispondo più che certa che sia lui che vuole parlarmi ma rimango bloccata appena sento che non è la voce di Benjamin quella dall'altra parte del telefono.
- s-salve h-ho trovato questo telefono accanto al corpo di un ragazzo h-ho vis... - continua a parlare ma non sento più niente, la mia mente si è fermata appena alle parole "corpo di un ragazzo".
- dov'è ?! - dico quasi piangendo.
- lo stanno portando al policlinico -
- o-ok a-arrivo lì -

Comincio a camminare avanti e indietro in preda dall'ansia.
Nate è l'unico che mi può portare lì. Ma dove cazzo é finito ?!
A piedi da qui ci vuole circa mezz'ora, potrei prendere l'autobus ma non ho i biglietti e arriverei lì troppo tardi.
Federico, c'è lui che mi potrebbe accompagnare.
Con le mani tremanti cerco il suo numero in rubrica e appena lo trovo lo chiamo subito prima di qualche ripensamento. Non ci siamo più sentiti dopo quella sorta di litigio, tranne per qualche saluto.
Dopo poco risponde.
- ehy che c'è Benedetta? - la voce ancora impastata dal sonno.
- v-vieni qui, ti prego - dico mentre le lacrime cominciano a rigarmi il volto.
- cosa succede ?! - dice di colpo preoccupato, in sottofondo si sentono dei rumori, segno che si sta vestendo.
- vieni per favore - dico ormai piangendo a dirotto.

Sento il campanello suonare e mi precipito fuori la porta senza nemmeno controllare chi è stato a bussare, appena vedo una macchina grigia e Fede appoggiato al cofano, corro ad abbracciarlo e non riesco più a trattenere le lacrime che non so come ero riuscita a fermare dopo la telefonata.
- ehy piccola che succede ?! - dice accarezzandomi la testa con una mano e stringendomi più a lui con l'altra.
- si tratta di Ben -
- ah - dice lui di colpo più freddo, allentando la stretta sulla mia schiena e smettendo di accarezzarmi i capelli.
- é una cosa seria Fede - dico tra un singhiozzo e l'altro.
- cosa é successo sta volta? Lo hai intravisto con qualche tipa? Sentiamo un po' quale altra cazzat... -
- ha fatto un incidente - dico stizzita, forse perché mi tratta come una bambina o forse per il semplice motivo che non mi prende sul serio.
- c-cosa ?! - dice all'improvviso preoccupato.
- ora è al policlinico, voglio andare da lui -

Dopo una guida pazza, ignorando due semafori rossi e quasi investendo una signora sulle strisce, arriviamo davanti all'entrata del policlinico.
Fede va a cercare un posto nel parcheggio mentre io corro dalla segreteria.
- s-salve, stavo cercando la stanza di Benjamin Mascolo - la signora senza nemmeno alzare lo sguardo dalle cartoffie con cui stava armeggiando da un po', mi dice in tono monotono.
- stanza 159, quarto piano - mi guardo intorno in cerca di qualche ascensore, ma non vedo niente.
- allora che aspetti ragazzina ?! - dice gurdandomi per la prima volta.
- s-stavo cercando un'ascensore - dico di colpo imbarazzata.
- in fondo a sinistra - dice riabbassando lo sguardo seccata.
In quel momento arriva Fede.
- dove dobbiamo andare? -
- stanza 159, quarto piano, la signora ha detto che l'ascensore è in fondo a sinistra -
- ok andiamo - dice afferrandomi la mano.

- mi spieghi cosa è successo di preciso? - dice Fede.
Siamo seduti nel corridoio che funge da sala d'aspetto.
- lui mi ha chiamato però io non ho risposto perché ero al piano di sotto, quando sono salita e ho visto la chiamata, l'ho appunto richiamato e lui mi ha subito risposto, non sapevo che stava guidando. Ho sentito uno schianto e poi è caduta la linea, speravo di sbagliarmi, continuavo a ripetere che il telefono era semplicemente caduto ma poi mi ha chiamato un signore con il telefono di Benji e mi ha detto che lo stavano portando al policlinico e io... -
- ok ok ho capito - dice Fede interrompendomi.
- ragazzi, voi siete parenti del paziente? - dice un signore sulla quarantina.
- no, lui è il suo migliore amico e io sono... sono... -
- la sua ragazza - dice Fede al posto mio sorridendomi.
- mi dispiace ragazzi ma non potete entrare -
- cosa?! Ma almeno ci dica come sta... - dico io.
- mi dispiace ragazzi ma siete minorenni, non posso dirvi niente -
- no! Io sono maggiorenne - dice di colpo Fede cominciando a trafficare nelle tasche e tirando fuori dal portafoglio la carta d'identità e mostrandola al dottore.
Così quest'ultimo lo prende da parte e lo allontana da me portandolo accanto a una sorta di carrello pieno di sacche di sangue, non so cosa darei per sentire cosa stanno dicendo.
Mi avvicino nascondendomi dietro un'infermiera e appena arrivo abbastanza vicino da poter sentire mi siedo per terra lasciandomi coprire dal carrello.
-... la madre, l'unico che si può avvertire è il padre, ma è molto assente, lo zio è l'unico, però non ho il numero -
- ok va bene - sento dei passi e mi faccio piccola piccola.
- aspetti dottore -
- si? -
- si riprenderà? -
- non posso dirle niente con certezza ma... e lei cosa ci fa qui signorina? - dice guardandomi severamente e io arrossisco di botto.
- ehm... niente... stavo... -
- Benny !! - dice Fede incazzato ma trattenendo una risata. Poi mi tende la mano e io l'afferro.
- la prego, posso solo salutarlo - dico quasi in ginocchio.
- no, non può - dice severo il dottore che comincia a starmi sul cazzo.
- andiamo dottore, è la ragazza di Benjamin, il paziente - dice Fede, anche se però nemmeno lui è molto convinto.
- ragazzi, mi dispiace molto ma non si può, è la legge -
- ma vaffanculo - dico presa di colpo da una botta di ira.
Me ne vado di fretta e per poco non scontro una barella.
Biascico qualche scusa e continuo per la mia strada.
- stia più attenta signorina - dice un'infermiera.
- lo so, ho capito, mi sono scusata - dico guardando prima l'infermiera e poi la barella, ed è lì che il mio cuore smette di funzionare per pochi secondi.
Benjamin.
Comincio a guardarlo partendo dalla testa, è fasciata e il sangue trasparisce già dalle bende, le guance sono piene di tagli e ferite e il labbro è rosso e gonfio.
Sento gli occhi inumidirsi appena vedo che ha gli occhi chiusi.
È fermo immobile e respira debolmente.
Continuo a guardarlo scendendo più giù.
- scusi ma lo conosce? - dice l'infermiera.
- e-è il mio ragazzo - dico.
- ora dobbiamo ricoverarlo d'urgenza, non sappiamo nemmeno se riuscirà a passare la notte -
Dice poi allontanandosi.
- ah eccoti, dove eri finita ?! - dice Fede ma io non lo ascolto più.
Mi guardo le mani, sto tremando e da questa mattina una morsa nel petto non mi lascia andare.
Il mio brutto presentimento era fondato.

Nota autrice
Ehy, scusate per il capitolo un po' sminchio e pieno di errori.
Mi sono messa a scriverlo l'altro ieri perché eravamo già a 4 voti e dovevo sbrigarmi.
Lo pubblico oggi perché AsyJess deve partire e io le ho promesso di pubblicare il capitolo prima che vada via in modo che lo possa leggere.
Non so come ho trovato un WiFi stabile per pubblicare il capitolo... eh i casi della vita.
Spero che vi piaccia, ditemi cosa ne pensate.
Baci 💋😘

Ps: continuo a 5 voti e 2 commenti

Quando ti ho visto per la prima volta... || Benjamin Mascolo || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora