Piacere io sono Benjamin

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Benedetta's pov


È mezzanotte ma non riesco a dormire, domani è il mio primo giorno di liceo (per la seconda volta, la prima non è andata molto bene) e sono entusiasta, sento i miei genitori che , al piano di sotto , litigano ancora ormai sono passati 3 anni da quando si sono separati ma,dato che vivono ancora insieme, i litigi sono all'ordine del giorno.
- porca troia ma saranno cazzi miei !! - mio padre urla così forte che le grida le sento persino io.
Passa qualche minuto e poi sento una porta sbattere violentemente.
Mi sembra che il giorno in cui si sono separati si ripeta all'infinito, tutte le sere mio padre se ne andava di casa sbattendo la porta. Questo si ripetè per anni fino a che mia madre non si stufò e chiese il divorzio. È stata una cosa orribile. Mi ricordo ancora le urla di quel terribile giorno dietro quella porta gigantesca.
Una parte di me credeva che la causa di ciò fossi proprio io. Poi con il tempo ho capito che la decisione spettava a loro e che non dovevo addossarmi la colpa.
Non posso fare a meno di ricordarmi che bella famiglia eravamo 8 anni fa
Mi ricordo bene quando avevo 7 anni, quella domenica di autunno abbiamo fatto tutti insieme una bella gita in campagna per raccogliere funghi e castagne , era così bello stare tutti in famiglia, quella volta papà era inciampato in una strana poltiglia verde che puzzava da morire ha dovuto lavare lo scarpone per ben 5 volte per togliere quell'odore schifoso.
Mi mancherà questa casa, abbastanza grande per essere un'abitazione di città. Mi mancherà da morire tutto questo:anche le litigate dei miei, persino quelle mi mancheranno.
Però lasciare la scuola no, quest'anno di liceo è stato un inferno.
Il primo giorno, mentre tutti facevano amicizia, io ero da sola al mio banco, preferivo isolarmi che circondarmi di persone false, forse proprio per questo che 3 troie mi hanno subito notata e hanno iniziato a prendermi di mira.
Hanno iniziato ad inventarsi di tutto e di più su di me e a prendermi in giro così non ho potuto legare con gli altri, devo ammettere che io non ho cercato di fare amicizia ma sentirsi ridere dietro non è molto bello.
Non ho mai capito perché tutti e tutte credevano a tutto ciò che dicevano, non erano né simpatiche, nè belle.
Una aveva i capelli rossi, perennemente sporchi , si metteva chili e chili di eyeliner e si truccava malissimo; un' altra aveva i capelli biondo cenere lunghi e lisci come spaghetti si vestiva con top e magliette cortissime, come se avesse qualcosa da far vedere; e l'ultima, l'unica più curata e simpatica delle altre... beh lei era fidanzata con il ragazzo che mi piaceva dalle elementari, Dylan.
Queste 3 mi hanno reso impossibili il primo anno di liceo, così me ne sono voluta andare, certo ho dovuto inventare una scusa con i miei, se loro sapessero cosa è successo sarebbe ancora peggio, così ho detto che non mi trovavo con il programma e con gli insegnanti.

Ebbene sì me ne dovrò fare una ragione dovrò lasciare questo posto per andare in un'altra città, in un'altra scuola, ovviamente la più prestigiosa e carissima del mondo, lo so che i miei lo fanno per me ma per una volta vorrei frequentare persone che non sono presuntuose solo perché hanno qualche soldo in più, e poi non mi va affatto di lasciare questa città, e invece devo farlo per forza; non voglio deludere mia madre, si aspetta grandi cose da me, lei vorrebbe che seguissi le sue orme e non gliene frega niente di quello che penso. Almeno è quello che dimostra per lei devo andare solo bene a scuola, non posso andare alle feste, in discoteca... non posso fare praticamente niente. E poi deve scegliere anche i miei amici e chi devo frequentare, perché se per caso avessero qualche piercing o tatuaggio significa che sono assassini, killer... lei è rimasta ancora alla vecchia mentalità.
È

anche per questo motivo che sto sempre sola.

***

Sono solo le 6.00 il treno parte alle 7.40 so già che mia madre e mio padre mi accompagneranno fino alla stazione e si stamperanno in faccia quel sorriso come se andasse tutto bene come se ieri non avessero litigato di nuovo anche se sanno perfettamente che non è così...
- Bambina mia, vieni la colazione è pronta ! - mia madre mi chiama ancora in quel modo anche se sa perfettamente quanto mi da fastidio! Non ho più 5 anni ! Ma va beh tanto è inutile
- arrivo -
Scendo le scale pesantemente, da lontano vedo i miei che si ignorano completamente.
Sento il suono di un messaggio ed è come se mi fossi rinvigorita, corro per gli ultimi gradini che mi rimangono e mi dirigo verso il salotto dove avevo lasciato il telefono a caricare.
Le valigie azzurre riempiono metà corridoio e sono parecchio ingombranti, per poco non inciampo nella borsa di mia madre, ovviamente in mezzo alla stanza.
Stacco il cellulare dal caricatore e sblocco lo schermo, ecco un messaggio:
È da Dylan !! Oddio da Dylan.

* ehi ho sentito che partivi, mi sarebbe piaciuto salutarti meglio, ma ormai è andata così. Beh ciao ci sentiamo in questi giorni se ti va *

Oh Dio mio.
Rispondo subito.

* certo chiamami tu quando vuoi *
Scorro il dito per cercare l'emoticon più adatta e con il dito un po' tremolante, perché so che sto per fare l'errore più grande, premo sul cuore e dopo invio.

***
Finalmente il treno è partito mi sono lasciata alle spalle la mia vita schifosa e forse posso iniziarne una nuova, per quanto difficile, posso cambiare, posso smettere di far finta di essere qualcuno che non sono, almeno credo...
Prendo gli auricolari e metto a tutto volume " what do you mean " di Justin Bieber, adoro quel cantante è bellissimo ed ha anche una voce stupenda. Mi addormento e quando mi sveglio, sto ascoltando una canzone che non ricordo di aver messo nella mia playlist.
Tolgo gli auricolari e cerco nella borsa il libro che mi ero portata da leggere, ma non lo trovo.
Alzo lo sguardo in cerca di un qualcosa che non so nemmeno io e incrocio gli occhi del ragazzo seduto affianco a me.
Mi guarda intensamente mettendomi subito in soggezione.
- piacere io sono Benjamin - dice tendendomi la mano.
Titubante gliel'afferro.
- piacere, Benedetta - dico per poi alzarmi sentendo il bisogno impellente di andare in bagno.
Esco dallo scompartimento.
Una strana sensazione si fa strada nel mio stomaco. Mi sento osservata.

Quando ti ho visto per la prima volta... || Benjamin Mascolo || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora