Festa

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Benedetta's pov

Non riesco a dormire. Guardo la sveglia, 2.20.
La porta si spalanca e vedo Benjamin, sta controllando dappertutto mi sento a disagio. Ma perché non mi sono chiusa a chiave?! Mi alzo in piedi.
- che fai qui ?! -
Benjamin mi fissa anzi più che altro mi squadra, mi sento in imbarazzo, portarsi il pigiama con le margherite non è stata una bella idea, ad un certo punto sento una botta, Benjamin si gira di scatto, vedo Andrea completamente ubriaco dice qualcosa ma non si capisce niente , si mangia le parole e parla troppo veloce è caduto addosso ad un muro. Mi scappa da ridere, può sembrare che rido troppo, ma sono fatta così.
Benjamin come se niente fosse torna in stanza, è strano che non abbia parlato o fatto qualche battutina sarcastica.
Dopo poco anche Andrea se ne va in stanza ed esce subito con una felpa, credo che sia di Benjamin, perché mi sembra quella che si era messo oggi. Poi se ne va nella direzione da cui era venuto. Mi sento come una stupida lì nel corridoio senza nessuno, all'improvviso una mano mi prende per un braccio e mi trascina via, mi sbatte contro il muro, il suo alito sa di alcool e sigarette, mi scappa un gridolino, pochi centimetri mi separano dalla bocca di questo sconosciuto, non riesco a capire chi è, ho solo paura. Poi inizia a parlare
- dove eravamo rimasti l' ultima volta piccola...- la sua mano preme sul mio fianco, e si muove sempre più in su.
Si avvicina sempre di più quando all'improvviso si interrompe e io tiro un sospiro di sollievo. C'è Andrea che lo prende per una spalla e comincia a sclerare .
- ma che cazzo fai?! - lo sbatte verso la finestra e con la luce della luna capisco chi è, è quell ' idiota che in treno ci aveva provato con me fino a che Benjamin non era intervento
questa volta a salvarmi è stato Andrea. Se non ci fosse stato lui chissà cosa mi avrebbe fatto.
- ma cosa vuoi Andrea io, io volevo solo baciarla, basta ora mollami che dobbiamo chiarire alcune cose per caso ti sei dimenticato chi comanda?! - sulla sua faccia, prima travolta dal panico, appare un ghigno
non so perchè ma Andrea lo lascia e sembra abbattuto, così quel ragazzo ne approfitta per stenderlo a terra. Comicio a chiamare aiuto ma nessuno mi risponde, ma non si controllano i corridoi di notte qui?! Conosco solo una persona che potrebbe venire, prendo coraggio e chiamo l'unica persona che sarebbe corsa ad aiutarmi: Benjamin.
Comicio a gridare il suo nome dopo pochi minuti si apre la porta ed esce Benjamin un po' assonnato, con i suoi capelli castani arruffati è ancora più carino, appena mi vede corre da me, guarda i due stesi a terra e capisce subito quel che è successo .
- ah, e tu mi hai chiamato per questo - e con un sopracciglio alzato indica Andrea e quell' idiota che si stanno stanno ancora picchiando.
- ehm sì -
- ma cazzo me ne frega di loro per me potrebbe anche morire -
Fa per andarsene ma io lo fermo per un braccio.
- no Benjamin aspetta -
Si irrigidisce e si gira lentamente.
- quante volte te l'ho detto di non toccarmi cazzo - io indietreggio spaventata.
Guarda Andrea e quello, Andrea è conciato male, la ferita sul naso si è riaperta e si è anche spaccato il labbro.
- se li fermo mi lasci in pace -
Annuisco.
Lui interviene e li separa subito, corro da Andrea che sanguina. Mi vengono i brividi a vderlo, è ridotto peggio di prima.
- oh ma chi ti credi di essere - dice quello che prima aveva le sue luride mani su di me.
Benjamin gli fa il dito medio e se ne va. Quel ragazzo fa per dirgli qualcosa ma Benjamin ormai è tornato in camera. Accompagno Andrea in stanza dove vedo Benjamin che continua a sbuffare.
È piuttosto bipolare questo ragazzo.
Si butta a peso morto sul letto e si mette un cuscino sulla faccia.
Questo gesto mi da fastidio.
- va bene, va bene, me ne vado se non vuoi vedermi - gli sbraito contro.

***

Oggi è sabato e piove anche se tutti odiano la pioggia io la amo
mi trasmette tranquillità e il suo rumore sicurezza, è come un suono ipnotico che ti rapisce. Il vetro della finestra è bagnato da piccole goccioline che scendono calme lungo la finestra, mi avvicino e appoggio la mano sul vetro, è freddo, comicio ad osservare il giardino e tutti i suoi dettagli, é davvero stupendo visto da questo punto di vista, mi piacerebbe uscire adesso e correre in mezzo alla pioggia, bagnarmi e sentire le piccole gocce di pioggia che scorrono lungo il mio viso, sento degli strani rumori fuori dalla porta ma non so se uscire sia una buona idea, potrei benissimo mettermi sul letto e leggere. Ecco bussano alla porta, come non detto, devo anche fare colazione e poi sono in pigiama e non voglio fare una figuraccia come ieri notte con Benjamin.
- un secondo - grido
Mi precipito dall' armadio prendo i primi vestiti che trovo, li indosso e vado ad aprire
- giorno ti va di fare colazione con me? -
-ehm si, sì andiamo -
Esco e mi chiudo la porta alle spalle.

Quando ti ho visto per la prima volta... || Benjamin Mascolo || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora