Benvenuti in questa Reader Insert, per chi non ne avesse mai letta una, le storie di questo genere hanno un protagonista in cui vi potrete identificare.
Le sigle qui di seguito verranno poste nella storia e dovrete mentalmente sostituirle.
(T/n) = tuo nome
(T/c) = tuo cognome
(C/c) = colore capelli
(C/o) = colore occhi
Altre sigle verranno aggiunte in seguito o specificate all'occorrenza.Cosa vi ha spinto ad aprire questa storia?
Noia che si è poi trasformata in voglia di leggere?
O semplicemente cercavate qualcos'altro e siete per sbaglio incappati qui?
Oppure siete capitati qui volutamente perchè cercavate qualcosa di questo tipo.
Magari in questo momento vi trovate a casa, in autobus o in qualsiasi altro posto e non sapete cosa fare.
Scusate, sto divagando dall'argomento principale.
Ogni tanto non vi è mai capitata quella sensazione di stranezza che vi spinge a credere che possa accadere l'impossibile?
Va bene, magari non proprio l'impossibile.
Comunque quella sensazione che in qualche modo che non sapete spiegarvi vi presagisce qualcosa.
Un presentimento, come quando vi sentite che sarete interrogati tra i banchi di scuola, oppure quando siete certi che incontrerete qualcuno per strada o ancora quando... be', ci sono altri esempi, ma non ho voglia di elencarli.Ogni tanto persino i sogni potrebbero premonirci cosa succederà, magari solo qualche rarissima volta, ma tendiamo comunque a sottovalutarli e quando ci svegliamo la mattina e ci ripensiamo la prima cosa che ci viene in mente è che sono solo stupide sciocchezze.
Già...
Sciocchezze...
O perlomeno era quello che pensavi.Nulla, non vedeva assolutamente nulla, o per meglio dire, non c'era assolutamente niente da vedere.
Si trovava in piedi in mezzo ad un enorme vuoto, intorno a lei tutto era totalmente bianco.
Le parve d'essere finita in qualche sorta di limbo tra la vita e la morte, cosa che la preoccupava non poco.
Sbattè le palpebre un paio di volte, smarrita, come ci era finita lì?
Non se lo ricordava nemmeno lei, eppure non aveva mai avuto una pessima memoria
A un certo punto un suono attirò la sua attenzione, un leggero miagolio quasi impercettibile, ma che in tutto quel silenzio apparve come un sonoro rimbombo.
Abbassò lo sguardo e a un metro distante dai suoi piedi trovò un gatto nero.
Le pupille del felino incontrarono le sue e lei non potè fare a meno che rimanere a fissarlo ipnotizzata.
Il micio però distolse lo sguardo e continuò per la sua strada.
Ogni volta che compiva uno dei suoi passi felpati lasciava dietro di sè un fiore, delle rose rosse crescevano magicamente nel giro di pochi istanti dove lui aveva appena poggiato le sue zampe e andavano a formare una scia color rubino.
La ragazza, non avendo altra scelta, decise di seguire il percorso tracciato, ignara di dove l'avrebbe condotta.
Dopo qualche metro il gatto era già sparito e gli unici sprazzi di colore in mezzo a tutto quel candore erano la giovane e le rose.
Non si rese conto di quanto aveva camminato, ma fatto sta che il paesaggio aveva iniziato a mutare.
Ora non si trovava più in quel luogo così anonimo, le sue scarpe poggiavano su un prato erboso e ben curato.
Si guardò intorno spaesata, quello che vedeva in questo momento era un giardino verdeggiante con aiuole e siepi potate perfettamente.
Non sapeva il perchè, ma se avesse dovuto descrivere quel luogo averebbe usato una sola parola: inglese.
Tutto ciò le ricordava uno di quei giardini delle grandi ville dei nobili e per qualche motivo quell'aggettivo era l'unico che le era venuto in mente.
Qualcosa che prima non aveva notato catturò la sua attenzione: un tavolino coperto da una tovaglia azzurro pastello si trovava a qualche passo da lei.
Incuriosita si avvicinò, scorgendo alcuni piccoli particolari che prima le erano probabilmente sfuggiti.
Una teiera e una tazza piena di tè bollente facevano la loro figura insieme a una vassoio con su quelli che sembravano dolci d'alta pasticceria.
All'improvviso una sedia comparve dietro di lei e, approfittando di quella strana e fortuita apparizione, decise di usufruirne.
Si sedette, ma appena compì l'azione incominciò a provare inspiegabili brividi che le attraversavano la schiena, come se tante piccole schegge di ghiaccio si fossero conficcate nella sua pelle.
In qualche modo si sentiva come se fosse controllata.
Osservata.
Osservata da qualcuno nascosto nell'ombra.
Si rialzò e controllò nei paraggi per quanto poteva permetterselo, non voleva certo tornare in quel limbo nebbioso in cui si era trovata in precedenza.Miao.
Una seconda volta quel miagolio giunse alle sue orecchie.
Di nuovo posò lo sguardo a terra per controllare se l'animale fosse apparso sempre davanti a lei, ma questa volta si sbagliò.
Fece vagare lo sguardo alla ricerca della bestiola, la trovò su uno dei rami degli alberi con il pelo rizzato e occupato a soffiare contro un corvo posato su una delle fronde più alte.
Alla fine decise di non dare troppo peso al gatto e alle questioni che lo riguardavano, così se ne torno alla sedia e al tavolo delle leccornie.
Appena si accomodò quella bizzarra sensazione riprese a farsi sentire, ma dopo qualche minuto, o così sembrò a lei, un leggero languore sostituì il disagio provato.
Prese in mano la tazza contente il liquido ambrato e attenta a non rovesciarne nemmeno una goccia se l'avvicinò alle labbra.
Bevve un sorso, ma subito dopo la ripose sul tavolo dubbiosa.
Non sapeva assolutamente di niente, era stato come bere dell'acqua.
Appoggiò i gomiti sul tavolo scomposta e la testa appoggiata sui palmi delle mani, fissava insistentemente le leccornie nel vassoio d'argento, come se aspettasse che da un momento all'altro spuntassero loro delle zampe e fuggissero via gridando vendetta per i loro amici divorati nelle altre parti del mondo.
Pensava lei, mangiarne solo uno non sarebbe stato un male, d'altra parte aveva già bevuto il tè e ne era uscita incolume.
Così si rimise composta e, tentennante, allungò una mano per afferrare uno di quei dolcetti.
Le sue dita avevano appena toccato il biscotto di frolla quando sentì una voce.
- Non è educato iniziare a mangiare prima che tutti gli ospiti siano a tavola. Non crede, signorina?-Angolo autrice
Salve.
Ho deciso di scrivere un'altra interattiva per mille motivi che non sto qui a elencare, ma magari un giorno lo farò, chi lo sa.
Questo capitolo è solo una piccola parte di ciò che avevo in mente perchè prima di gettarmi in questa impresa vorrei sapere se la storia potrebbe piacere a voi lettori come stile, linguaggio e anche trama, nonostante sia conscia del fatto che da questo mini capitolo non si capisca molto.
Perciò ditemi cosa ne pensate e così vedrò se continuarla o meno, riscrivendo questo capitolo.
Come si sarà capito questa storia è nata in un momento di noia e tali saranno i momenti in cui la scriverò.
Non ho altro da dire.
Ciaoo *si smaterializza*
STAI LEGGENDO
Black Butler - A Diabolic Waltz (Characters x Reader ITA)
FanfictionTutto è partito da un sogno, un banale e comunissimo sogno. Ti ritrovi così ad essere bloccata nella Londra vittoriana tra misteri, intrighi e soprannaturale. Riuscirai a sopravvivere in quest'epoca a te estranea?