Ancora una volta mi ritrovai a seguire quell'individuo vestito di nero, come sempre mi dava la schiena e non sembrava voler proferir parola.
Continuai a rimuginare sulla piega degli eventi e ancora non riuscivo a contemplare l'idea di essere in un posto totalmente diverso da quello in cui ero sempre stata abituata a vivere.
"La regina Vittoria regnò fino al 1900 se non sbaglio, quindi più o meno mi trovo durante la rivoluzione industriale, forse la seconda.
Spero di non aver sbagliato e che le lezioni di storia servano a qualcosa.
Credo che i miei insegnanti farebbero salti di gioia se fossero nella mia situazione."Nonostante tentassi di distrarmi pensando a tutt'altro e a sdrammatizzare alla fine con la mente tornavo sempre al peggio.
Ero distante da tutto ciò che conoscevo e imprigionata in un luogo estraneo e misterioso.
Non potevo parlarne con nessuno, inoltre chi mi avrebbe mai creduta? Figurarsi aiutarmi.
I miei unici confidenti erano l'uomo che mi stava scortando in giro per il maniero e quella pulce del suo padrone.
"Detto sinceramente mi fiderei di più dell'inquietante Rottweiler del mio vicino di casa...
Oh no, ho iniziato anche io a fare riferimenti ai cani!"
Più osservavo la mia guida, più mi sentivo a disagio.
C'era qualcosa di lui che mi obbligava sempre a stare all'erta, nessuno sarebbe stato tranquillo nella mia situazione.
Camminammo ancora per quei corridoi e non riuscivo più a sopportare la sua compagnia, così come quell'opprimente silenzio.
- Manca ancora molto?- chiesi mentre con lo sguardo mi soffermai su un'armatura leggermente impolverata.
- No, siamo arrivati.- lui si fermò di colpo e per poco non gli finì addosso, ma ero certa che prima o poi sarebbe capitato.
Ci fermammo di fronte all'ennesima porta di legno che mi venne gentilmente aperta.
Insieme entrammo dentro la stanza e ciò che vidi non provocò in me nessuna emozione, forse solo un po' di sconforto.
La camera non era niente di particolare, inoltre era leggermente spoglia e triste.
A un lato, attaccato al muro, c'era un letto con su un paio di coperte e vicino un comodino con su quella che sembrava essere a tutti gli effetti un candelabro a due bracci che reggeva due candele.
A giudicare dalla loro altezza dovevano essere accese da poco.
Dalla parte opposta un armadio in legno si trovava sempre vicino alla parete, esattamente di fronte a me una finestra si apriva sul desolato paesaggio di quello strambo villaggio dov'ero capitata.
Era leggermente inquietante vedere quel posto desolato, immerso nel buio e nella pioggia, probabilmente Sebastian doveva essersi accorto che non ero proprio felice della mia sistemazione.
- C'è qualche problema?- domandò lanciandomi un'occhiata che mi intimidì non poco.
Non sapevo se mentire o meno, non volevo inimicarmelo ancora di più e di certo lui, insieme al suo padrone, non si era dimostrato particolarmente amichevole nei miei confronti.- Non è che mi aspettassi una camera della reggia di Versailles, forse è solo un pochino spoglia, ma meglio di niente.-
- Felice che sia di vostro gradimento.- il sorrisetto che mi risolve mi fece irritare, non era la prima volta che lo faceva.
Quell'uomo dall'attitudine così ingannevole mi piaceva sempre meno, questa considerazione si faceva sempre più spazio all'interno della mia mente.
Lui e il suo padrone, solo un idiota non sarebbe potuto accorgere di quanto fossero sospetti.
Un bambino di quanto? Quindici anni? Con un titolo nobiliare e che si occupava di omicidi e chissà cos'altro.
La situazione sarebbe risultata sospetta a chilometri di distanza.
- Voi siete sempre così, vero?- mormorai a bassa voce muovendo qualche passo all'interno della mia nuova stanza.
- Così come?-
Quella finta ingenuità mi fece ribollire il sangue nelle vene, era palese che il maggiordomo si stesse prendendo gioco di me e di chiunque altro gli stesse intorno.
- Lasciate stare.- troncai subito il discorso.
- La cena sarà pronta per le sette e mezza, dopo che il padroncino avrà mangiato.-
Quella notizia fu probabilmente l'unica positiva della giornata, almeno non avrei dovuto mangiare ad orario ospedale.
Ma ovviamente ogni medaglia presentava sempre due facce.
- E ovviamente non vi aspettate che la vostra permanenza qui sia gratuita, vi verranno assegnate delle faccende da svolgere giornalmente.
Una cameriera passerà a darvi degli indumenti per la notte e per domani, la divisa da lavoro le verrà fornita in seguito.-
Alzai le sopracciglia sorpresa, dopo quel semi-rapimento che avevo subito pretendevano anche mi mettessi a lavorare.
Sebastian riprese in mano l'orologio da taschino che gli avevo visto in precedenza, con un rapido gesto lo aprì e controllò nuovamente l'ora.
- I miei doveri mi richiamano. Se volete scusarmi.-
Mi rivolse un lieve inchino con il capo e si diresse verso l'uscita.
Non feci nemmeno in tempo a replicare che una sua mano era già poggiata sulla maniglia; poi si rigiró verso di me ancora con quella sua tipica e irritante espressione.
- Vi auguro una buona permanenza.-
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Black Butler - A Diabolic Waltz (Characters x Reader ITA)
Fiksi PenggemarTutto è partito da un sogno, un banale e comunissimo sogno. Ti ritrovi così ad essere bloccata nella Londra vittoriana tra misteri, intrighi e soprannaturale. Riuscirai a sopravvivere in quest'epoca a te estranea?