La chiamata

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Ero ad aspettare Giorgia fuori dall'entrata della scuola, non era mai in ritardo ma oggi lo era.
Non era ammalata perché l'avevo sentita qualche minuto prima ed era per strada.
La campanella era suonata e lei doveva ancora arrivare, cominciavo a preoccuparmi. La prof mi stava chiamando arrabbiata e diceva che dovevo entrare, ma qualcosa mi diceva che c'era qualcosa che non andava. Stavo per varcare l'ingresso quando sentii il telefono vibrare. È un numero sconosciuto.
-"Buongiorno, lei è Valentina?"
-"Si sono io, con chi parlo?"
-"Si sono un paramedico e dovrei avvisarla di un fatto"
A quel punto mi si raggelò il cuore, cosa poteva essere successo e soprattutto a chi.
-"Oddio si mi dica"
-"Una ragazza, è stata investita da un auto e aveva il suo numero, stava componendo il suo numero."
-"Co..cosa?"- dissi piangendo, no non poteva essere, doveva essere uno sbaglio, Giorgia stava bene, aveva la testa tra le nuvole ma non così tanto.
Guardando la prof che era sempre più furiosa corsi via, volevo vederla,abbracciarla, dovevo vedere che stava bene.
Corsi a perdi fiato e senza sapere nemmeno dove fosse il luogo che mi aveva detto il medico, lo trovai comunque, il cuore mi aveva portato li.
Le macchine erano ferme e c'era un'ambulanza che copriva qualcosa in mezzo alla strada, mi avvicinai per vedere meglio, il corpo era coperto e tante persone erano raggruppate attorno ad essa, una donna, piangeva più delle altre. Delle Converse rosa fluo spuntavano dal telo bianco perla.
Il paramedico mi vide e mi chiese se ero io quella che aveva risposto al telefono, dissi di si e chiesi cosa era successo.
Una ragazza con le cuffiette e le Converse rosa fluo stava attraversando la strada, non si sapeva il perché ma non aveva guardato la strada, stava componendo un numero al cellulare, il mio, e non si era accorta della macchina che stava arrivando.
Nemmeno il guidatore si era accorto della ragazza che oltrepassava la strada. L'impatto è stato inevitabile.
Mentre ascoltavo queste parole le lacrime uscivano dai miei occhi, non riuscivo a fermarle, non volevo fermarle.
La ragazza era morta sul colpo e probabilmente non aveva sofferto, probabilmente.
Lo strazio era tale che le gambe non mi tenevano e caddi anche io, non ci volevo credere, non poteva essere Giorgia, la mia Giorgia che era stata travolta e uccisa da una macchina.
Me l'avevano rubata.
La persona migliore del mondo se ne era andata, così come è venuta, all'improvviso.
Volevo esserne certa, chiesi di vedere il volto della ragazza.
Si era lei.
La mia Giorgia.

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