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Il giorno dopo a scuola c'era un'assemblea quindi si poteva fare benissimo assenza.
Mi chiamó carol:
Andiamo a fare shopping?
Io: che domande. .. OVVIO!
c: passo a prenderti tra 10 minuti
Io: a dopo!

Carol's POV

Michael voleva fare una sorpresa a kristal, voleva portarla fuori a cena la sera stessa e mi aveva chiesto di portarla a fare shopping.
Era una coppia stupenda e si vedeva che erano fatti l'uno per l'altro. Ero veramente contenta per loro due e finalmente kristal sorrideva tutti i giorni e non passava notti insonni.
Mi aveva raccontato che spesso ripensava a quel ragazzo che la fece innamorare dal primo giorno di scuola.
Il ragazzo che diventò il suo migliore amico ma che poi andò a baciare davanti a kristal, Sara, la "migliore amica" di kristal.
Presi la macchina e andai da lei. Ci aspettava un pomeriggio molto inteso.

kristal's POV

Appena la telefonata fini, andai verso l'armadio e scelsi di mettere dei jeans neri, una maglietta bianca e sopra una camicia. Insossai le vans nere, mi truccai con un po di eyeliner e rossetto rosso, presi la borsa e uscì, nel momento in cui carol stava arrivando. Sali in macchina e andammo al centro commerciale.
Girammo vari negozi, entrambe compranmo qualcosa. Carol prese un paio di magliette e qualche paio di jeans.
Io si può dire che rifeci il guardaroba. Comprai dai leggins ai jeans, dalle canottiere alle felpe, dalle magliette alle camicie ai cardigan. Comprai scarpe, borse, trucchi, accessori vari e mi trovai con almeno cinque buste piene di roba.
Mentre pagavo carol mo disse:
Ti aspetto fuori, vado a fumare.
Annui e lei uscì in una manciata di secondi. Fini di pagare e mi diressi anche io verso l'uscita.

Uscì e non vidi nessuno.
A carol:
Dove sei?

Da carol:
Vieni dietro.

Mi incamminai verso il retro del centro commerciale, ma non vidi nessuno neanche li.
Decisi di prendere il telefono per chiamarla ma qualcuno mi afferrò e non mi diede la possibilità di compiere quel gesto. Pensai di urlare ma non ne ebbi il tempo perché mi misero un fazzoletto davanti al naso e in pochi secondi davanti a me, comparve il buio totale.

Mi svegliai dopo un tempo indeterminato, in uba stanza buia. Ero sola e mi sembrava di rivivere l'incubo di qualche sera precedente. Mi affacciai dalla piccola finestra e notai di essere in una piccola struttura non lontano dalla città.
Pensai: dovrebbe essere facile scappare da qui.
Un pensiero però mi arrivò subito in mente:CAROL.
chissà dov'è e come sta?!
Andai verso la porta e notai che era bloccata con un lucchetto.
CAZZO, pensai.

Notai anche che il mio telefono e tutte le borse erano sparito.
Cominciai a cercare qualcosa per poter rompere il lucchetto ma come mi aspettavo, non trovai niente.
Mi arresi e mi sedetti per terra, aspettando che qualcuno arrivasse.

Questa persona non tardò molto ad arrivare e appena lo vidi, sperai con tutto il cuore che fosse uno scherzo.

Appena si mise davanti a me, lo riconobbi subito.
Era Davide, un ragazzo più grande di me di qualche anno. Avevamo avuto problemi già in Italia perché lui mi voleva a tutti i costi, ma lo rifiutai sempre.
Un giorno aveva provato a pucchiarmi ma appena senti la polizia arrivare scappò e non lo vidi più.
Fino a quel momento.

Era sempre lo stesso.
Alto, pieno di muscoli( insomma, io lo definisco come"armadio"). Capelli scuri e occhi del medesimo colore.

Si avvicinò a me, mi fece segno di alzarmi e poi mi sorrise come un maniaco.
Mi aveva sempre fatto paura quel ragazzo, ma in quel momento ne avevo veramente tanta di paura.

D:kristal, da quanto tempo. Ti sono mancato?
Io: per niente
D: oh che acida. Ecco perché ti volevo. Amavo il tuo carattere. Volevo fossi mia e lo voglio ancora adesso.
Io:beh te lo puoi scordare.
D: e perché? Da quel che so non sei fidanzata.
Io:no infatti. Ma non ti voglio nella mia vita.

Non volevo mettere in pericolo michael quindi decisi di non dire nulla sulla nostra relazione.

D:beh vediamo se riesco a farti cambiare idea. Vieni con me.

Mi prese per i fianchi e mi fece uscire da quella stanza.
Salimmo le scale e ci trovammo in una casa. Mi fece andare verso una stanza. Appena Davide apri la porta, trovai carol con le mani e i piedi legati.
Non riuscì a fare niente. Era come se qualcosa me lo impedisse ma io ero libera. Non avevo niente che mi teneva ferma o legata da qualche parte.

D: se ti rifiuterai di obbedire ai miei ordini, la tua amica, scomparirà dalka faccia della terra.

Quelle parole mi fecero gelare il sangue e un brivido percorse tutta la mia schiena.
Non potevo permettere che carol morisse.

Fui costretta ad accettare.

La pattinatrice innamorata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora