Ero interamente ricorperta di sangue della povera bestiola. Il mio vestito era ormai rovinato e nel complesso il mio apsetto incuteva timore. Non sapevo però se era positivo o negativo.
Iniziai ad addentrarmi nel boschetto. Non ero molto lontana dalla città, eppure mi sembrava di essere a kilometri e kilometri di distanza dalla civiltà. Se si può chiamare civiltà.
I miei istinti omicidi sembravano essersi placati come la mia fame... speravo tanto di non dover ricorrere più a simili metodi per procurarmi cibo. Però la cane umana mi attirava, mi attirava in una maniera incredibile. Quella pelle immacolata, senza nemmeno un taglio, morivo dalla voglia di squartarla.
Senza accorgermene giunsi in un luogo, una specie di radura, senza alberi e con solo una catapecchia al centro. Era mezza distrutta ma qualcosa mi attirava, un buon profumino e i pochi istanti il mio appetito salì alle stelle.
Mi sono precipitata senza nemmeno pensarvi due volte... ma quello che vidi mi sconvolse.
C'era un cadavere, di quello che era un ragazzo, anche se i tratti del volto non si riconoscevano perché rovinati. Era lí steso, in una pozza di sangue, mentre un paio di cani lo stavano sbranando.
Da una parte la scena mi faceva molto senso, ma da una parte avrei tanto voluto scacciarli... ma solo perché li consideravo miei rivali, come se quel ragazzo fosse la mia preda.
Non ce la facevo più. La mia mente sembrava costantemente divisa in due.
Sentivo di impazzire.
Ecco un'altra terribile voglia, quella di uccidere quelle bestie.
Mi avvicinai piano e uno di loro iniziò a ringhiarmi contro.
Scappare.
Attaccare.
No, scappare.
Mandali via!
Sentii come un fischio nelle orecchie e per un attimo il mio sguardo si perse nel vuoto.
Dopo pochi istanti cacciai un urlò talmente forte da far fuggire i cani, poi mi afferai come e mani e mi accovacciai. Sentivo di esplodere.
Iniziai una corsa tra gli alberi, inciampando e graffiandomi, ma non importava nulla...
Gli occhi spalancati e quel rumore nelle orecchie. Poi ricordo di essere inciampata in qualcosa, un sasso forse, nei pressi di una sorgente d'acqua poco profonda.
Non arrivava nemmeno a una ventina di centimetri di profondità, ma io mi sentivo mancare.
Così l'ultima cosa che vidi era il cielo semi coperto da rami e foglie di alberi, e per un attimo le voci si calmarono laciando spazio al gorgohliare dell'acqua.
Così caddi in un sonno profondo, e mi sentii come afferrata da due enormi e calde mani.

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E se io fossi un'assassina?
HorrorFu quando mi risvegliai che capii il senso della mia esistenza: vendetta. Prima ero felice, avevo tutto. Ora sono qui, ora non ho niente. Ora cerco vendetta, e farò di tutto per ottenerla. Sono disposta anche a uccidere pur di riuscirci...