Aprii lentamente gli occhi, tutto sembrava essersi calmato. I miei occhi si aprirono su un soffitto in legno.
Dove mi trovo?
Era la domanda principale... provai a muovermi, ma non sentivo nemmeno le braccia, non sono mai stata in grado di muovermi molto da quando mi sono "risvegliata in quello strano posto", però adesso non riuscivo a girare la testa per vedere dove mi trovavo.
Con la coda dell'occhio riuscii a scorgere del verde, probabmente alberi dato che riuscivo a sentirne il fruscio. Si sentiva anche il rumore di un ruscello e di un paio di uccellini.
Poi sentii dei passi.
Allontanarsi in fretta.
Era questo che mi suggeriva la mia testa, avrei tanto voluto poterla ascoltare, ma il resto del corpo non le obbediva. Nessuno avrebbe mai dovuto vedermi. Nessuno. Altrimenti mi sarei trovata im grossi guai.
La persona si sedette accanto a me, probabilmente su una sedia.
"Te la sei vista brutta"
Era la voce di un ragazzo. Rimase per un po' in silenzio, probabilmente attendendo una mia risposta, che non arrivò.
"Bene...ehm... eri macchiata qua e là di sangue. Temo che tu ti sia ferita. Sicura di star bene?"
"Si" risposi io in tono basso e freddo. Avrei dovuto dirgli che il sangue non era mio? Probabilmente l'acqua aveva lavato gran parte delle macchie, ma non tutte.
"Ahm...e, riesci a muoverti?"
"No" un'altra risposta secca e dura.
Sembrava sempre più nervoso, forse ero io a innervosirlo. Già, forse...
"Beh sicuramente è perché eri stanca e sei stata in acqua troppo a lungo. Era fredda... ti ho trovata quasi blu"
"Già" quanto avrei voluto poter muovermi e correre via.
"Hm...e riesci a formulare frasi di più di una sillaba?"
"Sí"
"Lo vedo!"
"È che detesto le domande inutili".
Non so con quale forza riuscii as alzarmi di scatto, però fu solo questione di attimi.
"Attenta!" Mi prese poco prima di cadere e mi ributtò sul letto.
"Cosa pensavi di fare?"
"Non sono un sacco di patate!
E volevo andarmene..."
"Buona fortuna! Non riesci nemmeno a fare un passo!"
Rimasi in silenzio, consapevole che aveva ragione. Solo allora mi guardai intorno. Mi trovavo in una veranda che conduceva da una parte verso quella che probabilmente era la casa del ragazzo, e per il resto si affacciava sul bosco. Era una scena calmante e per la prima volta dopo tanto mi sentii finalmente sicura.
"Allora" disse con tono allegro.
Guardandolo meglio, notai i suoi capelli castani e due grandi occhi color nocciola.
Poi lui proseguì.
"Mi piacerebbe sentire la tua storia"
La mia storia? Io non ho una storia. Io sono un'assassina... solo un'assassina.
"Non vuoi?"
Scossi la testa.
"Bene, allora io inizierò con la mia"
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E se io fossi un'assassina?
HorrorFu quando mi risvegliai che capii il senso della mia esistenza: vendetta. Prima ero felice, avevo tutto. Ora sono qui, ora non ho niente. Ora cerco vendetta, e farò di tutto per ottenerla. Sono disposta anche a uccidere pur di riuscirci...