C'era una persona, un ragazzo che viveva nel bel mezzo del nulla. Genitori... Amici... Natura. Era spensierato è felice. Il mondo degli esseri umani, creature spregevoli, era solo un lontano ricordo.
Poi la normalità quotidiana fu stravolta. Un giorno, lui e sua sorella si ritrovarono soli in casa, a badare agli animali, litigare e fare pace. Non sapevano però che quelle cose da quel giorno in poi non le avrebbero potute fare insieme.
Qualcuno bussò alla porta con mano pesante.
Toc Toc
Lui andò ad aprire. Eranl dei cacciatori, probabilmente bracconieri, che stavano cercando un luogo per riposare.
I due bambini offrirono loro del cibo e curarono i graffi che si erano procurati. I tre uomini sembravano stare meglio e contenti. Tutto sembrava perfetto. Poi però...• • • •
Un grido.
Sangue.
Un rumore.
Un altro grido.
Sangue.
Un altro rumore.
Si accivacciò in un anogolo come in stato di shock.
Rimase ancor più pietrificato vedendo degli schizzi di sangue provenire dal salotto.
Sue sorella... Dov'era?
Si guardò intorno e deglutì. Quello che vide affacciandosi fu la scena più disgustosa e frustrante della sua vita.
La sua piccola e amata sorella ora non era che un ammasso di viscere e sangue scarlatto ancor caldo.
Gli occhi gli si spalancarono e un brivido salì lungo il suo corpicino fino a giungere alla nuca.
Le lacrime non uscivano. Non si sentiva triste. Provava rabbia... Frustrazione...
Corse fuori. Dove? Dov'erano coloro che avevano rovinato la sua vita?
Di loro nessuna traccia.
Nemmeno degli animali.
Erano rimasti solo pochi polli, anch'essi ridotti a dei corpi senza vita.
Pensò ma nulla gli dava consolazione.
Non poteva tornare indietro nel tempo. Così si sedette sull'erba umida ed emise un grido. Un grido che però nessuno udì..."Quel qualcuno eri tu?" chiesi.
Come risposta ebbi un sorriso e uno sguardo rivolto verso il basso, che valeva quanto mille parole.
Avevo mangiato un cervo crudo, ero pronta a uccidere chiunque e macchiarmi di sangue... Eppure perchè? Perchè mi sentivo male? Perchè avevo come un groppo in gola. Volevo dire qualcosa ma non lo feci. Non volevo che la mia voce si spezzasse, che lui mi vedesse debole. Mi sentivo al sicuro in quel luogo così tranquillo, ma non mi fisavo ancora di lui. Non sapevo nemmeno il suo nome..."Dominick"
"Cosa? "
"È il mio nome, volevi saperlo immagino"
"No! Perché dovrebbe importarmene!? "
Come risposta sorrise di nuovo.
Come faceva a sapere che stavo pensando al suo nome? Sono come libro aperto? O poteva leggermi nel pensiero?
No, non sarebbe possibile. Se avesse letto tutti i miei pensieri... Tutto ció che attraversava la mia tetra mente sarebbe scappato già da un pezzo. Probabilmente ai suoi occhi sono solo una ragazzina indifesa che ha salvato nel boschetto.
Se è così ti conviene alzare la guardia caro Dominick, non sono quello che pensi."Non sono come tu mi immagini... " aggiunse lui facendo tacere la voce nella mia testa. Aspetta... Sbaglio o ha detto qualcosa di simile a quello che stavo pensando?
"E cosa saresti allora? "
"Dico solo che non sono uno con cui dovresti stringere amicizia""Se stai cercando di intimidirmi guarda che non ci stai riuscendo" Finsi una risata.
Poi lo guardai aspettando un altro sorriso irritante da parte sua.Però ci fu il silenzio.
"Vado a prendere del thè" disse dirigendosi verso l'interno lasciandomi da sola ad ammirare quello che mi circondava.Ecco che una farfalla si posò sul retro della mia mano. Ha dei colori vivaci. È così bella!
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Schiacciata...
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E se io fossi un'assassina?
HorrorFu quando mi risvegliai che capii il senso della mia esistenza: vendetta. Prima ero felice, avevo tutto. Ora sono qui, ora non ho niente. Ora cerco vendetta, e farò di tutto per ottenerla. Sono disposta anche a uccidere pur di riuscirci...