Emma

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Finalmente mia madre si degnó di pranzare con me. Naturalmente al ristorante. Non amava cucinare quindi eravamo delle aficionado dei vari take away della zona tanto che in cucina avevamo una bacheca apposita con attaccati tutti i vari numeri di telefono. Durante il pranzo mandai un messaggio a Mel. Dovevo assolutamente vederla. Dovevo parlarle. A quanto mi aveva detto James aveva la fama dello sciupafemmine. E non era uno onesto. Usciva con le ragazze dichiarando loro di cercare la donna della propria vita e, dopo un paio di appuntamenti, tre al massimo, le scaricava dicendo che non era scattata la scintilla. Razza di farabutto. Questo James non corrispondeva a quello che finora avevo visto io. Mi aveva chiesto con garbo di uscire, mi aveva evitato di finire tra le braccia di un viscido quando ero sbronza, aiutava bambini in difficoltà e, da non sottovalutare, mi aveva fatto recapitare un cupcake squisito per colazione. Incontrai Mel a casa sua nel pomeriggio, così avremmo potuto prepararci da lei per il sabato sera. Avevamo pensato di andare in un Irish pub abbastanza tranquillo lì vicino. Non volevo bere visto che mi portavo dietro ancora i postumi della sera prima. Avevo in testa ancora la scena di James che ,sorridente , mi aiutava a far salire Timothy e Kate sul pulmino. Forse non era lo stesso ragazzo che insieme al suo amico Pel di Carota mi aveva reso la pubertà un incubo, inibendomi i rapporti con l'altro sesso. Indossai dei jeans e una maglietta scollata. Mi piacevano le scollature. Mi rendevano più sicura, come se potessi distogliere l'attenzione da me per riversarla tutta sul mio seno generoso. Mel mi diceva sempre che ormai ero cresciuta, ero cambiata, ero una ragazza in gamba che aveva appena vinto una borsa di studio per il college e che avrebbe potuto avere un posto nelle migliori università. Ma non avevo un posto nel cuore di nessuno. Mi sentivo ancora la ragazzina umiliata sul pullman della gita. Mia madre era in politica. Era sempre troppo impegnata per me. Mi considerava il suo sbaglio di gioventù e comprava il mio affetto con carte di credito illimitate. Mio padre aveva una compagna nuova, dedita alla famiglia ed a sfornare figli. Lo sentivo forse una volta al mese. Gli unici su cui potevo contare erano i ragazzi del centro e Mel. Il mio punto fermo da anni. Era come un sorella per me è l'unica che riuscisse a tenermi testa. Non che avesse un carattere semplice,ma ci compensavamo. Lei era estroversa, piena di sé e aveva avuto parecchie storie. Le mie si contavano sulla punta...del naso. Una. Mezza. Una mezza storia con un ragazzo di nome David, figlio di un'amica di mia madre, conosciuto durante una breve vacanza insieme. Non era male. Era un bel ragazzo e mi metteva a mio agio. Avevamo deciso di approfondire la conoscenza, ma poi un urgente bisogno impegno di lavoro e di mia madre ci costrinse a ripartire. La serata al pub fu molto rilassante ed io e Mel decidemmo di archiviare il nostro piano di conquista e distruzione di James. Avrei dovuto starci troppo a contatto ed anche i bambini, non volevo che ne risentissero. Tornate a casa guardai il telefono che non avevo toccato per tutta la serata. "I tuoi occhi in mezzo a quei bambini brillavano di una luce nuova. E il tuo sorriso rubava battiti al mio cuore. Buonanotte dolce fatina. J." Beh non era proprio quello che mi aspettavo da un rubacuori. Lessi il secondo messaggio:" prima o poi dovrai a rispondere ad un mio messaggio, sono così irresistibile!!" Arrivò di nuovo il lunedì. E di nuovo l'ora di scienze. L'unico posto che veniva lasciato libero dagli altri ragazzi era quello accanto a James, ero sicura che ci fosse il suo zampino sotto. Mi sedetti sbuffando ed inalando il suo profumo di... ciambella? Qualcuno ha una ciambella? Sul mio banco c'era una busta con una ciambella ancora calda " Ho capito che per conquistarti devo prenderti per la gola" "mmh mmh buonissima, scommetto che l'hai presa al bar prima di svoltare sulla trentaduesima. " Lo vidi sorridere, da sciogliere l'anima, un sorriso così tenero, quasi più della mia ciambella. Si avvicinò così tanto all'angolo destro della mia bocca che per un attimo che mi avrebbe baciata. Mi sbrigai a masticare. Non sarebbe stata una bella esperienza limonare con una ciambella in bocca. Ed io non volevo limonare né con ciambella annessa né senza. Stavo farneticando. Aprì la bocca e con la sua lingua calda e vellutata leccó l'angolo destro della mia. "Avevi dello zucchero" "E tu non avevi un tovagliolo devo dedurre!!!" " In un modo o nell'altro riuscirò a chiudere quella tua calda bocca Miss Impertinenza, e spero nell'altro".
Capitano abbandonare la nave!!!

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