Era arrivato il martedì e decisi per la prima volta di mandare un messaggio a James visto che dovevamo metterci d'accordo su cosa fare al centro il giorno seguente. Pensavo spesso a lui. A quanto mi sarebbe piaciuto se solo non fosse appartenuto alla cerchia di Pel di Carota e dei suoi adepti. Se solo non avesse contribuito a rendermi la ragazza insicura e fragile che ero diventata, quella che aveva paura di affrontare le persone guardandole negli occhi. Spesso per esprimere ciò che provavo mi nascondevo dietro un SMS. Da lì non trasparivano emozioni. Mi decisi e gli mandai un messaggio " Ciao James, sono Emma. Ti scrivo solo per ricordarti dell'appuntamento di domani al centro. Sarebbe opportuno decidere prima di cosa occuparci. Se tu non puoi venire posso provvedere da sola comunque. Saluti" . Rispose all'istante "Emma non dirmi che hai scritto veramente saluti. Diamine non lo prende neanche più il t9!!" "James gradirei mi rispondesse esclusivamente riguardo alla mia richiesta. CORDIALI SALUTI!" "Ok nonna, ci vediamo dopo la scuola e ne parliamo. Un bacio. J." Un bacio..pfui! Dopo la scuola lo trovai già pronto davanti al cancello con la macchina accesa. " Non salgo su quel trabiccolo. Prendiamo la mia se proprio dobbiamo spostarci" "Non vorrai parlare per strada?? Ti va una ciambella?" Che domande. Andammo al caffè all'angolo con la sua trentaduesima. Sfornava ciambelle calde tutto il giorno ed anche di notte. Prendemmo due caffè e due ciambelle. Iniziai a parlare dei progetti che avevo per i ragazzi. Mi sarebbe piaciuto fare un laboratorio di pasticceria,fargli sfornare biscotti e dolcetti. James mi fissava con aria ammirata ed annuiva. Quando parlavo del centro tutte le mie inibizioni e le mie insicurezze sparivano. James trovava l'idea favolosa. Parlammo per ore del centro. Lui faceva volontariato da sette anni. Collaborava anche con un'associazione di sostegno a ragazzi vittime di bullismo. Ironia della sorte. All'improvviso poggió la sua mano sulla mia ed io mi zittii all'istante fissando la mano intimorita. Mi alzò il mento con un buffetto e parlò fissandomi negli occhi