L'intruso

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Quando la sensei presentò alla classe un nuovo alunno, tutto di Velton Drake parve strano: dal suo nome al suo aspetto. Ma fu accolto con calore da tutti. Ai ragazzi piaceva un mucchio il suo tatuaggio e le ragazze erano affascinate dai suoi splendidi occhi blu. L'unica persona contrariata era Shin Nittanagi. La sensei aveva permesso a Velton di sedersi dall'altro lato di Hannah che sorrideva tutta compiaciuta. Come faceva a piacerle uno come Velton? Shin non lo capiva proprio. Eppure sembrava che lui appartenesse a quella sua assurda categoria dei 'fighi simpatici'. L'arrivo di Velton rese la classe un po' più allegra che dalla morte di Naomi era sprofondata nella depressione più totale. Ryoko non veniva a scuola da giorni e Miyagata prendeva a pugni chiunque osasse parlargli. Eppure quel giorno si avvicinò a Velton per presentarsi. Hannah fu seriamente sollevata nel costatare che tutti trovavano simpatico il ragazzo. Per Velton non era facile trovarsi a stretto contatto con tanti umani ma sembrava divertirsi, ignorando accuratamente Shin.

"Io sono Fumie, la presidentessa del consiglio studentesco", urlò Fumie, battendo un pugno sul banco di Velton che trasalì. "Rispetta le regole o ti ammazzo".

"Agli ordini, capo", gridò Velton facendole il saluto militare.

Tutta la classe scoppiò a ridere e anche Fumie gli sorrise a mo' di scuse. Miyagata stava sorridendo per la prima volta da tanto tempo. Battè una mano sulla spalla di Velton e gli disse amabilmente "Oggi facciamo una partita di baseball nel cortile della chiesa. Vuoi venire?".

"Certo", rispose.

Tutto sembrava filare liscio, fin quando Shin fece una domanda che sembrava più una frecciatina. "Da dove vieni? La sensei non l'ha detto". Tutta la classe ammutolì per stare a sentire. I due si ressero uno sguardo glaciale per qualche secondo. Sembrava che capissero cose che gli altri non avrebbero mai potuto capire. Hannah si ricordò del potere di leggere nel pensiero e si chiese se Velton avesse scherzato davvero quella volta. Un brivido di ansia le si installò nello stomaco mentre aspettava una risposta insieme a tutti gli altri.

"Da molto lontano", disse Velton.

"E dove?", riattaccò Shin con un malevolo ghigno.

"Dall'America", strillò una ragazza che arrossì rapidamente quando Velton la guardò incuriosito.

"Si", rispose il ragazzo. "Da New York".

Ci fu un coro di "oooh" entusiasta ma Shin continuò a ghignare, come se sapesse che si trattava di una bugia. Hannah lo tenne d'occhio per tutta la lezione. Non voleva che a Velton venisse rovinato il primo giorno di scuola. Ma al Cobalto sembrava che le disavventure scorressero addosso molto meglio di come farebbe l'acqua e Hannah lo invidiò per questo. In palestra, Velton fu invitato a giocare a calcio. Si distingueva in ogni tipo di sport e per qualche strano motivo Shin lo volle nella sua squadra. Hannah rimase seduta sulla panca ridendo di come Fumie era scivolata.

"Chi è quello?", le arrivò una sottile voce femminile. "Quello con gli occhi blu".

"Non lo so", le rispose un'altra. "Ma è uno schianto da paura! Guarda che spalle...".

Ad Hannah si contorsero le budella. Che volevano quelle tipe da Velton? Poi arrossì per la sensazione provata ma concentrò tutta sé stessa a non ammettere di essere gelosa. Vane cadde pesantemente al suo fianco. "Carino Velton, eh?".

"Pensa al tuo ragazzo", esclamò furiosamente Hannah.

"Ah, state insieme?"

"Non ho detto questo", gridò Hannah balzando in piedi.

Vane ridacchiò maliziosa ma lasciò perdere. "Shin mi ha baciata, ieri", disse radiosa mentre lanciava un'occhiata innamorata al ragazzo che aveva appena fatto goal. Nel trionfo del momento, egli abbracciò Velton e poi si districarono in tutta fretta come se si fossero ustionati. Tutta la squadra rise. Vane abbozzò appena un sorriso. "Mi sembra distante, a volte. Come se non riuscissi a capirlo. Non parla molto quando stiamo insieme e io non riesco a capire cosa pensa!".

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