L'uomo gatto

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"Finalmente siamo in piena estate", gridò Ryoko.

"Non strillare", la rimbeccò Naomi.

Fumie scoppiò a ridere. Si erano tolte le scarpe e le calze, rinfrescando i piedi nel lago. Hiyoshi era nel pieno di una bollente mattina d'estate e le voci dei contadini rendevano il tutto più allegro. Naomi si aggirava con il suo album da disegno e disegnava tutti gli insetti che trovava. Vane stava arrostendo delle pannocchie per pranzo, canticchiando una canzone giapponese di cui inventava le parole.

"Sei di buon umore", le fece notare Hannah, infilandosi un grembiule da cuoco sopra i pantaloncini.

"Già", strillò Vane e le fece segno di avvicinarsi. "Shin ieri mi ha chiesto di uscire. Ho un appuntamento con lui stasera".

"Sul serio?", chiese Hannah, cercando di mostrarsi interessata. Non aveva detto a nessuno della sua avventura nel cimitero e non aveva intenzione di farlo. Tuttavia gli incubi la perseguitavano ogni notte e un'ansia terribile le attanagliava lo stomaco ogni volta che calava la sera. Odiava Shin molto più di prima, il solo pensare a lui la scombussolava. Eppure doveva vederlo a scuola ogni giorno. Non le andava a genio che la sua amica uscisse con lui ma non poteva dirle niente, così si spinse a sorridere.

"Già. Andiamo al pub qui vicino! Non vedo l'ora! Secondo te mi bacerà stasera?".

Hannah si prese qualche secondo in più per pensare. Si ricordò di quella volta in camera sua, quando aveva notato che Shin aveva delle labbra invitanti e rabbrividì subito dopo al pensiero di com'era diventato al cimitero.

"Chi lo sa?", rispose. "Buona fortuna!".

Vane sorrise e le porse una fumante pannocchia. Le ragazze stavano strillando perché Ryoko aveva appena rovesciato un bicchiere pieno di acqua di stagno sulla testa di Fumie. "Non siamo a scuola, non puoi punirmi, presidentessa", urlava allegra mentre scappava dall'amica. Naomi invece osservava una formica. Hannah sorrise. Quando stava con le sue amiche sembrava che non ci fosse nulla che non andasse. Loro erano così piene di vita che le facevano dimenticare il cadavere della donna e persino l'anemia che attanagliava il villaggio. I medici si erano accorti che tutti i cadaveri avevano due buchi sul collo. Alcuni erano grandi e distanti quanto i canini di una bocca umana, altri invece erano piccoli e sembravano più che altro punture di insetto. "I vampiri non esistono", aveva detto suo padre in maniera burbera quando la mamma aveva iniziato a fare ipotesi sovrannaturali. Hannah si era chiusa in sé stessa. Non aveva detto a nessuno del gatto assassino.

"Ciao", salutò una voce.

Voltandosi, le ragazze sorrisero a Miyagata, un compagno di scuola. Era un ragazzo carino e intelligente, un po' basso, ma di gran cuore. Quando Shin aveva cominciato a espandere la notizia che Hannah dava schiaffi, lui le aveva sussurrato "Se ne hai dato uno a lui, hai la mia simpatia" e le aveva strizzato l'occhiolino.

"Ehi, cosa ci fai qui?" gli chiese Ryoko.

"Faccio due passi e il profumo di pannocchia si sente dal sentiero principale. Posso averne una?".

Fu così che si sedettero tutti in riva al lago. Le piantagioni li circondavano da ogni parte e un buon profumo di natura arrivava sino a loro. Anche il padre di Miyagata faceva il medico e quindi l'argomento anemia tornò con grande dispiacere di Hannah. "Secondo mio padre è un epidemia", stava dicendo il ragazzo. "C'è in giro qualche velenoso insetto che la causa! È impossibile altrimenti che la gente muoia da un momento all'altro. Quando sei anemico, ci sono i sintomi no? Debolezza, capogiri e quant'altro. Non si può mica..."

"D'accordo, saputello, abbiamo capito", lo fermò Vane e tutti scoppiarono a ridere.

"E' vero che esci con Shin?", ne approfittò Miyagata con aria risentita. "Saresti dovuta uscire con me".

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