Capitolo 6

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"Tesoro mi passi il sale?" dice mia madre.

Silenzio più assoluto.

"Tesoro" mi richiama nuovamente.

Fisso ancora un punto indefinito.

"Anna a fuocoo" sbotta d'un tratto.

Mi riprendo da mio stato di trance e mi accorgo che mia madre mi sta fissando con occhi di rimprovero ma anche preoccupati.

"Scusa mamma, ero sovrappensiero." borbotto passandole il sale.

Lei sala la pasta e poi ritorna a fissarmi.

"Anna hai la testa fra le nuvole, è da due giorni che sei così. Che succede?" chiede indagando.

Ridacchio.

Io ho vent'anni, vivo in un'altra casa ma lei si preoccupa come se ne avessi ancora 2.

La mia mamma è la più dolce e premurosa e apprensiva e contemporaneamente oppressiva persona che esiste al mondo.

Ma le voglio un mondo di bene.

"Niente pensavo che forse è meglio se stasera rimango a casa. Non ho voglia di andare ad una festa, sono molto stanca." dico.

Già, la famosa festa al Royal alla quale mi ha invitato il baritono del Il Volo è anche la stessa festa dove i miei genitori dovranno presenziare perché loro stessi fanno parte del progetto benefico a cui è rivolta la serata.

Ovviamente l'invito è esteso all'intera famiglia e dovremo andarci sia io, che mia sorella Chiara, che mio fratello Salvo.

Ecco perchè fisso il vuoto.

Perché pensavo di risolvere la cosa non presentandomi e evitando Gianluca il Playboy, ma è impossibile.

Letteralmente impossibile.

Ma devo provarle tutte, pure il finto improvviso malessere.

"Anna, vuoi fare le ragnatele a casa? Bene. Fai le ragnatele. Nessuno te lo vieta, hai vent'anni, ma un consiglio da madre a figlia devo dartelo.

Non ti tirare indietro, non farlo mai figlia mia, se c'è qualcosa che ti spaventa non aggirarla ma superala, come ti abbiamo sempre insegnato io e tuo padre." mi dice affettuosa.

Mia madre ha sempre le frasi giuste al momento giusto.

Sempre.

E poi parlarmi di papà è stato una bella mossa.

Ho appena pensato che mio padre in queste feste da persone importanti passa il tempo a parlare di me e della mia futura carriera da medico come lui, perciò se starò attaccata a lui a parlare della mia università (anche se odio parlare di me in pubblico) almeno non c'è possibilità di essere assediata dal Ginoble.

Perfetto!

"Hey Anna!" sento urlare.

Mi giro e vedo mia sorella che corre per abbracciarmi.

"Ciao Chià" dico stritolandola.

"Stamattina a scuola ho pensato di fare un pomeriggio pieno di shopping per stasera, perché non ho niente da mettere. " dice in fretta con la sua energia frizzante.

Mia sorella è iperattiva come mio papà, frequenta il quarto liceo classico e ha intenzione di diventare professoressa perché ha davvero la pazienza e la fermezza che serve a un prof.

"Chiara io ..." lei mi interrompe.

"E non accetto dei no!" dice imperterrita.

Sospiro e mi arrendo.

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