Capitolo 8

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"...non chi butta la monetina, ma chi la prende si innamora." dico chiarendo il concetto.

"Quindi se io butto una monetina, secondo la leggenda se una persona la prende, si innamora di me" ripete capendo.

"Si beh, hanno anche fatto un film sull'ipotetico potere di questa fontana, attira il turismo" dico guardando l'acqua puntinata dalla pioggia che non ha smesso per un solo secondo di scendere.

Inutile dire che anche se siamo tornati al ristorante e abbiamo preso un ombrello a caso nel portaombrelli, a discapito di qualcuni che è rimasto senza, adesso siamo fradici ugualmente.

"Quindi in questo caso sarebbe tutta questione di fortuna" afferma lui "Io penso che se una persona è destinata ad incontrare l'amore della sua vita, allora non importa il come, il quando o il perché. La incontra e basta, la incontra e se ne innamora senza poter sottrarsi a quest'amore. È destino, ognuno ha la propria vita già precedentemente scritta, siamo dei tasselli in un grande puzzle."

"Beh, però è anche bello pensare che tutto dipende dalle nostre scelte, da come siamo fatti, pensare che siamo in parte la ragione del nostro modo di vivere e anche degli affetti che ci circondano. Pensaci! Se non avessi mai deciso quel giorno di soccorrerti per esempio stasera non ti staresti prendendo un malanno qui fuori nelle vie di Roma, sotto un temporale insieme a una pazza come me" dico ridacchiando.

Lui ride sommessamente mentre con una mano tiene l'ombrello su di noi e con l'altra aggiusta la sua giacca sulle mie spalle coprendomi di più.
"Niente da fare, io e te la vedremo sempre in modi diversi" dice ironico.
Annuisco "È giusto così. Perché ci sono due modi di vedere le cose, c'è il modo corretto che ovviamente sarebbe il mio e il modo sbagliato che ..." dico indicando.

Lui mi guarda con la bocca aperta, ma divertito.
"Grazie, molto gentile" dice sarcastico.
"Prego non c'è di ché" rispondo.
Ridiamo insieme mentre il vento e il freddo aumentano.

"Sei gelata, forse il malanno lo prenderai tu" dice avvicinandosi ancora di più e guardandomi dritta negli occhi "Vorrei continuare a discutere tutta la notte ma ti verrà una polmonite"

Una parte del suo ciuffo è bagnata e i capelli hanno preso una piega più ondulata rispetto a prima.
È più carino così.

"Pensavo che il futuro medico tra i due fossi io" dico ironica.
Ma quale carino ... È mozzafiato.
"Beh guarda possiamo sostituirci, tu fai la filosofa e io il medico, ho una certa esperienza con le cuciture" dice convinto.

"Punti di sutura" lo correggo per la centesima volta.
Ridacchia "Non mi entrerà mai in testa, dovrai sempre ripetermelo" ammette "Ma si sa le coppie si completano a vicenda" dice senza pensare troppo a quello che ha detto.
Le coppie?

Lui comincia ad avvicinarsi troppo per i miei gusti.
"Forse è ora di andare" dico deviare il discorso.
Ma lui non sembra sentire e continua ad avvicinarsi.

"Non prima di .." si interrompe e sento le sue labbra quasi sfiorarmi il mento.
"Ma che fai?" sbotto allontanandomi di colpo e mollandogli uno schiaffo, centrando in pieno la sua guancia sinistra.

Lui rimane di sasso portandosi una mano alla faccia.
Non è stata un allucinazione, mi stava per baciare.

"Ma sei impazzito?" dico alterata mentre lui si tasta la guancia.
Ho le mani pesanti.

"Ora non fare la santa!" ribatte scaldandosi e lasciando perdere le cinque ditate che gli ho lasciato sulla faccia.

Non fare la santa?
Adesso sarebbe colpa mia?
"Cosa?" dico allibita "Tu ... tu non hai il minimo rispetto per le donne." dico nervosa " Pensi di essere onnipotente? E di poter sedurre tutte le donne che vuoi quando ti pare e piace?"

Lui inarca un sopracciglio e scuote la testa.
"Mi hai invitato a fare in giro di notte" dice alzando il tono della voce e gesticolando "Non ho io tutte le colpe" afferma indicandosi.

Io sbuffo nervosa e arrabbiata.
"Quindi io con un invito a passeggiare di avrei detto di baciarmi?" dico furiosa.

"Chi ti capisce è un santo!" dice "Cos'è sei bipolare?"
Io apro la bocca per quello che ha detto.
Mi ha detto Bipolare.
Lui, che passa dall'essere normale ad essere un femminaro incallito, viene a parlarmi di disturbi mentali?
"E tu cosa sei? Psicopatico o pervetito?" urlo.

"Io pervetito?" dice allibito.
"No, hai ragione. Tu sei solo un egoista, narcisista donnaiolo. Niente di più!"

Lui annuisce nervoso "Sai che ti dico? Vai pure da quel martire del tuo fidanzato, tanto è tutta colpa mia, tu hai la coscenza pulita. Sono io lo squilibrato!" dice molto arrabbiato.
"Hai pienamente azzeccato" ribatto girando i tacchi senza dargli diritto di replica.

Lui nervoso e senza dire più una parola, resta li come uno stoccafisso.
Non può credere davvero di sedurmi.
No!

Non sarò una delle sue tante vittime. .
Può levarselo dalla testa, Anna Leonardi non si fa fregare!
La pioggia aumenta e io mi bagno ancora di più.

Ho acqua ovunque e nelle scarpe ormai penso di avere i pesci!
Dannazione.
Guardo l'orario, sono le 2:34 am.
I miei saranno ancora a quella festa e io devo recuperare la mia borsa e la giacca.

Corro per un marciapiede ma per la foga della corsa sento un crac e prendo una storta micidiale.
"Maledizione" impreco ad alta voce tanto che un signore si gira a guardami.

Il tacco si è completamente staccato.
Mi abbasso per raccoglierlo e tolgo pure la scarpa, è inutile camminare così.

Mi tiro su e vedo che quello ancora guarda.
"Ha finito di guardare?" dico nervosa.
Lui fa una smorfia a si allontana.
Ho i nervi a mille.
Ci mancano solo i curiosi e salto per aria!

Arrivo al ristorante ed effettivamente tutti stanno ancora festeggiando.
Ma perché non sono rimasta qua?
Perché sono andata via e ho proposto quella assurda passeggiata con uno come Gianluca Ginoble?
Che cavolo avevo in testa?
Ha ragione!

Dovevo aspettarmelo, cavolo!
Entro dentro e la gente mi squadra dalla testa ai piedi, ho un aspetto orribile.

Fradicia, i capelli zuppi, il trucco sciolto, senza una scarpa e con una giacca da uomo sulle spalle.
Oh no.
No, per la miseria!

La giacca!
Sospiro e continuo a camminare malgrado tutti mi guardano come fossi un extraterrestre.

Arrivo al nostro tavolo dove mio padre e mia madre mi guardano perplessi, afferro il mio coprispalle e la borsa.

"Ma dove sei stata?" chiede mia madre vedendomi in uno stato tremendo.
Mi accorgo che mio fratello non c'è, meglio, lui è una testa calda e non voglio risse.

"Hey ma che ti è successo?" esordisce mia sorella a bocca aperta.
Sbuffo nervosamente.
"Vado a casa!" dico secca andandomene via.

Mia sorella mi corre dietro e mi ferma per una spalla.
"Vengo con te" dice.
"No, Chiara. Lascia stare, mi passerà .." cerco di rifiutare.

"Non accetto un no!" dice imperterrita.
Sospiro usciamo insieme da questo ristorante dove spero di non mettere più piede dopo una figuraccia del genere.

Che serata disastrosa.
Possibile che dove ci sia lui, ci sono solo guai?
È come la peste.
Sapete che penso?
Che glie lo dovevo dare più forte quello schiaffo

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Ciaoo ragazzi scusate per il ritardo, ma gli impegni son troppi!
Comunque,  avanti,  voglio sapere che ve ne pare!!
Secondo voi, questi due, troveranno mai un punto d'incontro?
Ok, ringrazio sempre per le ★ e i commenti. 
Continuate a farvi sentiree!
Alla prossima belli...
   -Jey

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