❌CAPITOLO 5

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"Never say goodbye, because goodbye means going away, and going away means forgetting."
—     Peter Pan

Harry e Lorelay erano fottutamente abbracciati. La mia migliore amica dormiva tranquillamente tra le braccia di quello stronzo.

Ma che cazzo di problemi aveva?
Mi doveva delle spiegazioni. Eccome!

Zayn si incamminò verso l'uscita, nella direzione da cui provenivano i rumori, e mi disse di raggiungerlo dopo avermi assicurato che erano i soccorsi.

Mi avvicinai ai due piccioncini e, dopo aver preso la borraccia da terra, probabilmente quella da cui aveva bevuto Lorelay, rovesciai la poca acqua che rimaneva su di loro, facendoli svegliare di soprassalto.
"Sono arrivati i soccorsi, muovete il culo" dissi freddamente lanciando a terra la borraccia ormai vuota e iniziando ad incamminarmi verso l'uscita.
Dopo qualche minuto ci ritrovammo tutti su una jeep militare, diretti non so bene dove.

Ero seduta sul sedile accanto a Zayn e mi persi a guardare fuori dal finestrino.
Da una parte mi sarebbe mancato quel posto.
Riuscire a far ridere un bambino che ha perso tutto, dalla casa ai genitori, è stata una delle cose più soddisfacenti della mia vita. Si chiamava Jawaad ed era davvero bellissimo, aveva tre anni ed era poco più basso di un metro.
Passavamo molti dei pomeriggi a disegnare e qualche giorno fa me ne regalò uno: rappresentava me e lui.
Lo custodivo nel mio diario dove già da tempo scrivevo tutto ciò che non volevo dimenticare.

Dannazione!
Era rimasto alla tenda con il resto delle nostre cose.
Cazzo. Merda. Fanculo.

"Gli oggetti personali che abbiamo lasciato all'accampamento a Lahore?" Chiesi in panico al militare che stava guidando.
"Quale accampamento?" Mi domandò perplesso.

Ah, già, non sapevano che noi facevamo parte dell'organizzazione di volontariato.
Che stupida!

Zayn, dopo avergli spiegato tutta la situazione e cosa ci facevamo qua, appoggiò la sua mano calda a metà della mia coscia stringendo leggermente.

Non so come, ma quel gesto riuscì a tranquillizzarmi.
Notai, dallo specchietto retrovisore, Harry che mi stava fissando, più precisamente stava osservando la mano di Zayn sulla mia gamba, e ciò mi fece leggermente sentire a disagio.
Dopo avermi lasciato un'ultima occhiatina, che non riuscì a decifrare, distolse lo sguardo.

Sia Lorelay, seduta vicino al moro, che il riccio, affianco al guidatore, non spiaccicarono parola dal loro 'dolce risveglio', il che era una cosa abbastanza strana.

Che avevano combinato quei due?
Me ne sarei occupata più tardi.

"Capito?" Disse il guidatore con tono un po' scocciato, facendomi ritornare alla realtà.
"Ehm si.. No aspetta, cosa ?" Dissi rendendomi conto di non aver ascoltato neanche una parola di quello che mi aveva detto.
Mi succedeva fin troppo spesso di perdermi nei miei pensieri, così appuntai mentalmente di lavorarci su, anche se non sempre andava a mio svantaggio.
Ad esempio nelle lezioni di fisica mi permetteva di non addormentarmi sul banco troppo spesso, ma succedeva molte volte anche quello.
"...Per questo appena riusciranno vi spediranno tutte le vostre cose"
Cazzo, di nuovo.
Come non detto capii solo l'ultima parte, ma me la feci andar bene per non sembrare doppiamente una stupida.

La jeep si fermò appena dopo quella che stava davanti a noi.
Erano arrivati 5 uomini per i soccorsi, così quattro stavano nell'altra auto, mentre uno nella nostra.
Ne sarebbero bastati anche solo due, ma qui sembravano tendere all'esagerazione su tutto, o forse non erano proprio capaci di organizzarsi. Avevano bisogno di una agenda con qualche postit.
Ci avrei pensato come regalo da spedire al generale militare non appena sarebbero arrivate tutte le nostre cose.

Troubles Up || #WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora