Capitolo 9

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Alle 8:00 in punto la sveglia incominciò a suonare. Mi svegliai svogliatamente, non era presto come orario ma il giorno prima era stato abbastanza faticoso: l'ebrezza della prima volta che spari ti stanca parecchio.

Mi alzai dal letto e raggiunsi la porta del bagno con in mano la divisa. Carmen si era tirata le coperte fino al mento e teneva ancora gli occhi chiusi. Sorrisi alla tenerezza che Carmen emanava stando in quella posizione. Decisi di lasciarla nel mondo dei sogni ancora per un po'.

Dopo essermi lavata, vestita e aver raccolto i miei lunghi capelli in una treccia laterale uscì dal bagno e scossi delicatamente Carmen.

"Carmen, è ora di alzarsi" dissi dolcemente, la risposta che ricavai fu un mugolio. La scossi questa volta in modo più forte e mugolò ancora più forte di prima.

"Vivian! Lasciami dormire in pace!" esclamò tirandosi le coperte sopra tutto il viso.

"Carmen farai tardi agli allenamenti se dormi,e non credo tu voglia vedere la sfuriata di Drake." sbuffai "Non ne ai già avuto abbastanza ieri?" dopo queste parole Carmen si tirò su in piedi e di slancio corse in bagno con la divisa tra le mani.

"Cinque minuti!" urlò, ed io non potei far altro che sorridere. Dopo dieci minuti cronometrati Carmen uscì dal bagno fresca e bellissima anche più di sempre.

"E menomale che dovevano essere solo cinque minuti, ce ne hai messo il doppio!" risi.

"Per apparire in modo decente bisogna avere il doppio del tempo che si dice di avere un attimo prima di entrare in bagno" disse con finto fare offeso che mi fece ridere ancora di più.

"Su andiamo" risposi scuotendo la testa. aggiungemmo la sala per sederci al nostro solito tavolo di fianco ad Ivan e a Lucas. Cominciammo una conversazione divertente sulle api, non sapevo da dove saltassero fuori le api dal nostro discorso iniziale sulle pistole, sapevo soltanto che tutti i nostri compagni di tavolo ci guardavano malissimo.

Raggiungemmo, sempre con l'umore a mille la sala degli allenamenti. Drake ci stava aspettando con uno sguardo severo. Doveva essere ancora arrabbiato per la sfuriata del giorno prima. Infatti guardò me e Lucas di traverso.

Quello sguardo in un certo senso mi mise a disagio. I suoi occhi penetranti sembravano scavarmi dentro l'anima e la cosa mi fece sentire in un certo senso violata. Presi il mio posto nei box dove avremmo dovuto sparare e cominciai.

Oramai il botto dello sparo non mi dava più tanto fastidio. Certo, era la seconda volta che impugnavo una pistola quindi non mi sorpresi più di tanto.

Avevo colpito sulla spalla la sagoma, ma non riuscivo a puntarle il petto. Il proiettile, ostinato malgrado cambiassi posizione ogni volta, s'infilava in una delle due spalle. Era frustrante mirare a qualcosa e non riuscire mai a colpirla. Provai e riprovai ma non ci fu nulla da fare.

All'improvviso sentì qualcosa premermi sui fianchi e una voce sussurrarmi "ferma". La voce apparteneva a Drake, la sua vicinanza mi fece sentire a disagio. La pelle sotto le sue mani bruciava a contatto con la stoffa della mia tuta. Ben presto ogni fibra del mio corpo si acese. Non sapevo ciò che mi stava succedendo.

Drake tolse le mani dai miei fianchi, si mise difronte a me. La sua figura era imponente sulla mia e la sua espressione mi fece venire mille brividi sulla pelle.

"Non riesci a beccargli il petto vero?" mi domandò. Annuì con vigore.

Prese la pistola tra le mani e, dando le spalle al tabellone saò un colpo all'indietro che colpì direttamente il cuore della sagoma. La mia espressione fu di totale sorpresa. Come aveva fatto?

"Sorpresa vero?" mi guardò annuire nuovamente "sarai capace anche tu di farlo un giorno. Ma adesso vieni qui" mi fece segno di raggiungerlo. Con passo titubante avanzai per quelle poche falcate che ci separavano.

"Impugna la pistola con due mani poi puntala sul petto" mi ordinò. La presi e la puntai con delicatezza la pistola sul petto della sagoma.

"La stai tenendo troppo in alto" mi sussurrò all'orecchio, e li il mio corpo si riempì ancor di brividi. Che mi stava succedendo?

Prese posto dietro di me, poi mi avvolse le braccia puntandole poi verso il basso, mirando al centro della sagoma.

"Vivian sei troppo tesa"sussurrò ancora una volta al mio orecchio. Come potevo non esserlo? Il contatto del mio corpo col suo mi stava facendo provare cose strane che mi mettevano a disagio. Che avrei dovuto fare? Essere un budino?

Sbattei le palpebre più volte concentrandomi sulla sagoma e la pistola piuttosto che sul suo respiro. Respirai profondamente più volte e cercai di tranquillizzarmi come meglio potevo.

"Così, brava. Ora premi il grilletto" le braccia che ancora mi avvolgevano si mossero tornando sul corpo di Drake incrociate. Presi un respiro profondo e lo premetti. Il rimbombo dello sparo entrò nelle mie orecchie. Successe tutto a rallentatore, dopo aver premuto il grilletto vidi lentamente il proiettile uscire dalla canna della pistola e procedere dritto verso il centro del petto della sagoma che colpì.

La mia sorpresa nell'averlo colpito al centro del petto fece sorridere Drake. La pistola che avevo in mano era scarica quindi si avvicinò al tavolo dietro il box per prendere un'altra pistola, l'ultima ancora carica.

"Ora prova da sola" disse. Presi la pistola grigia metallica dalle sue mani, poi mi posizionai difronte al tabellone. Assunsi la stessa posizione con cui lui aveva tenuto me, presi la mira e sparai. Questa volta il proiettile si conficcò sul pettorale destro. Non era male come colpo poiché prima ero riuscita a beccargli solo le spalle.

"Non male. Devi solo prendere di più la mira. Prima non riuscivi a colpire il petto perché stavi tenendo la pistola stroppo in alto." disse guardandomi sempre con le braccia incrociate.

"Grazie" risposi flebile, ma fui sicura che lo avesse sentito perché accennò un piccolo, piccolissimo quasi impercettibile sorriso. Poi si girò sollevando i tacchi.

Spazio Autrice:

Ehi! Questo è ancora un piccolo ritardo, scusatemi davvero tantissimo. Spero che il capitolo sia di vostro gusto. Un bacione





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