Capitolo 11

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Leggete lo spazio autrice <3

Ci lasciarono in mezzo al corridoio a ridere come due squinternati. Avremmo potuto sembrare due matti da rinchiudere al più presto in manicomio, ma le loro facce erano state assolutamente troppo epiche che le nostre risate non potevano certamente mancare.

Ci appoggiammo entrambi alla parete, uno di fronte all'altro guardandoci ridere copiosamente. Eravamo talmente concentrati a divertirci, che non notammo Drake arrivare con passo spedito.

"E voi? Che ci fate ancora qui? Staranno già tutti mangiando!" Lucas ed io ci staccammo dalle pareti mettendoci dritti sull'attenti in segno di rispetto.

"Scusaci" disse Lucas facendo un breve accenno rispettoso e, appunto di scuse.

"Trovo che non sia consono rimanere indietro rispetto a tutti quanti per ridere come due bambini sfacciati; quindi ho in mente una punizione." sgranai gli occhi dalla sorpresa "Dato che siamo in un centro di addestramento e che la palestra è veramente sporca dopo che ci avete sudato tutto il giorno, propongo di farvela pulire" sorrise "adesso filate a mangiare e dopo che avete finito raggiungetemi in palestra"

Detto ciò ci superò e a grandi passi girò l'angolo per raggiungere la mensa. Io e Lucas ci guardammo negli occhi e dopo, senza una parola, ci dirigemmo verso la porta della mensa

.Raggiungemmo gli altri senza una parola, avevo paura che Lucas fosse arrabbiato con me dato che, in un certo senso, lo mettevo sempre nei guai.

Anche stavolta Drake era stato esagerato: si era arrabbiato solamente per delle risate! Non stavamo uccidendo mica qualcuno! Capivo però che la disciplina doveva essere rispettata.

Ci sedemmo sempre in silenzio e non spiccicammo parola per tutta la durata della cena dove, al contrario, Ivan e Carmen parlavano del più e del meno ridendo sguaiatamente.

Ridevano talmente forte che, Giselle, Rose, Joe e gli altri ragazzi, li guardavano male, Credetti anche che si domandassero che avessero da ridere, ma nessuno osò neanche ordinargli di star zitti.

Appena finimmo il pasto Drake si avvicinò al nostro tavolo e ci ordinò di seguirlo sotto lo sguardo sorpreso e, oserei dire compiaciuto, da parte di Rose. Ci inoltrammo nel corridoio illuminato, zitti, si sentivano solamente il ticchettio delle nostre scarpe.

"Ho preferito venirvi a chiamare personalmente, per lasciare il dubbio ai più curiosi" si girò verso di noi sorridendo malignamente. Dopo queste parole nessun rumore toccò il lungo corridoio finché non giungemmo dinanzi alla porta della palestra.

"Bene, ora tu" indicò me "vai al tavolo delle pistole e ricaricale. E tu" indicò Lucas "vai nello sgabuzzino appena fuori dalla palestra e porta nove tabelloni da sparo. Poi sostituiscili a quelli bucati"

Mi avviai verso il tavolo delle pistole dove, appoggiate, ve ne erano circa una cinquantina di tre generi diversi. Sbuffai e mi misi difronte ad esso incominciando a prendere le pistole scariche e a prendere dal secchio al mio fianco le cariche.

"Oggi gli inservienti saranno felici con del lavoro in meno da fare!" la voce di Drake risuonò un'ultima volta prima di scomparire dietro la porta d'ingresso.

Continuai concentrata a fare i cambi di proiettili. Mi aspettavo di vedere Lucas continuamente uscire avanti e indietro dalla porta ma non fu così...

Non lo vedevo da un po' e mi iniziai a preoccupare, quindi mollai il mio lavoro e aprì la porta per vedere dove si fosse cacciato. Lo trovai a pochi passi da me, madido di sudore che trascinava il tabellone.

"Oh ciao Vivian, Drake mi ha detto che lo sgabuzzino era difianco alla palestra, ma si è evidentemente sbagliato perché è in fondo al corridoio"

Lo guardai compassionevole, doveva pesare parecchio quel tabellone. Infondo, dovevano passarci in mezzo dei proiettili. Fu per questo che lo aiutai a spingere il tabellone fin dentro la palestra. Sostituimmo quello vecchio con non poca fatica e ci accasciammo a terra sfiniti.

"Senti, facciamo così." gli dissi "tu adesso finisci con me di caricare le pistole. Ne ho già fatte una buona parte, poi, insieme spostiamo i tabelloni. Che ne dici?"

"Dico che mi sembra un'ottima idea" mi sorrise dolcemente.

Detto ciò ci adoperammo per finire in fretta le pistole, poi, appena finito, portammo il tabellone nello stanzino e ne riprendemmo un altro.

Dopo averli sistemati tutti e nove ci buttammo sul pavimento della palestra ansimanti e sudati fradici. Quei cosi pensavano tantissimo.

"Wow, che faticaccia!" dissi io spostando lo sguardo dal soffitto della palestra a Lucas.

"Già, grazie di avermi aiutato" si girò verso di me sorridendo.

"Figurati" Appena ebbi finito di parlare la porta della stanza si aprì rivelando Drake. Ci alzammo di scatto mettendoci composti in segno di educazione.

"Bene, bene. Avete fatto un buon lavoro." si guardò in giro Ora muovetevi a tornare nei vostri dormitori: è tardi." Ci affrettammo a raggiungere l'uscita della stanza e sempre con altrettanta frette, sotto il suo sguardo vigile e attento, ci avviammo verso le nostre stanze.

Arrivata al bivio che divideva le nostre strade salutai Lucas con la mano cercando di fare il minimo rumore per non svegliare le mie compagne che sicuramente si stavano dando al meritato riposo dato che l'ora del coprifuoco era passata da un pezzo.

Ero talmente sicura di trovare una Carmen dormiente che, quando accesi la luce della piccola abat-jour del tavolino di fianco alla porta, e me la ritrovai davanti, dovetti trattenere un urlo.

"Dove sei stata? Perchè Drake vi ha portato via dalla sala? Perchè non eri qui all'ora del coprifuoco? Perchè..." Carmen mi aggredì sparando a raffica domande.

"Stop Carmen, spegniti" Carmen fece un lungo sospiro poi mi fece cenno di parlare "Prima di tutto pensavo che stessi dormendo e mi hai spaventata a morte. Secondo, adesso ti spiegherò tutto"

"Mi hai fatto preoccupare..." la guardai con rimprovero, lei si ammutolì.

"Dopo che ci avete lasciati in corridoio a ridere come due malati mentali, Drake ci ha visti. Quindi, dato che eravamo leggermente in ritardo per la cena ,ci ha fatto spostare i tabelloni di sparo e le cariche delle pistole come punizione. E' stata una bella faticaccia"

"Quindi vi è venuto a chiamare per portarvi in palestra?"

"Già..." mi avviai verso l'angusto armadio diviso in due per poi prendere il mio pigiama "Ora Carmen, se non ti dispiace vorrei dormire" Mi guardò comprensiva.

"Oh certo, certo. Dovrai essere molto stanca"

Spazio Autrice:

Ciao a tutti! Ho scritto un capitolo più lungo del solito per ringraziarvi dei 200 voti e dell'1K di visualizzazioni! Grazie di cuore a tutti voi.
Un bacione, la vostra felice Maria.









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