"Inizieremo da questi, sdraiati sulla macchina e poi sollevali venti volte" mi ordinò. Feci come mi era stato detto. Dopo essermi sdraiata sulla macchina, Drake mi diede in mano un'asta con appesi due pesi circolari da dieci chili ciascuno. Erano troppo leggeri anche per me. Insomma venti chili! Procedetti senza sforzi tranne verso la fine dove le mie braccia si fecero leggermente più stanche.
"Vivian non fare quella faccia trionfante, ne hai ancora da sollevare e questa volta più pesanti" mi riprese togliendomi l'asta dalle mani e cambiando i pesi con due da venti chili. Me la ridiede in mano e mi intimò di procedere, stavolta a trenta sollevamenti. Qui ero già più affaticata: i pesi erano chiaramente più pesanti e le volte che avrei dovuto sollevarli erano aumentate. Ben presto il mio corpo si coprì di una sottile patina di sudore e il mio respiro accellerò. La fatica si fece sentire ben presto, gli ultimi quattro sollevamenti li patì abbastanza perché le mie braccia stavano già cedendo. Era plausibile l'essere così affaticata, era la prima volta che sollevavo pesi in vita mia. Ma questo non sembrò colpire Drake che, anzi mi intimò di bere un po' d'acqua e di continuare con altri trenta sollevamenti. Rincominciai a lavorare su di essi con molta più fatica, le mie braccia erano stanche a causa dei continui sollevamenti che Drake aumentava ogni volta.
Trenta, quaranta, cinquanta volte quel fastidiosissimo su e giù che ormai mi stava dando sui nervi. E poi ancora e ancora, aumentando progressivamente.
Le mie braccia non ressero più per la troppa fatica provata in una sola volta, quindi il peso mi ricadde addosso schiacciandomi e mozzandomi il respiro già irregolare. Drake venne subito a togliermi il tutto di dosso.
"Basta per oggi, non voglio rischiare che tu muoia proprio adesso." mi disse. Le mie guance si colorarono di un tenue rosso alle sue parole. Davvero credeva che io fossi così debole da ammazzarmi? Era solamente la mia prima volta, non poteva aspettarsi una campionessa di sollevamento dei pesi! Indignata feci per raggiungere la porta quando una sua mano mi prese il polso con forza.
"Dove pensi di andare?" domandò con sguardo strafottente.
"Nel dormitorio?" il mio si fece pieno di ovvietà. Ma dove credeva che andassi? Nelle cucine per uno spuntino di mezzanotte? Era ovvio che andassi a dormire!
"Vivian non abbiamo ancora finito, ti mancano le gambe e gli addominali" rise. Che cosa? Ancora le gambe e gli addominali? Non bastavano tutte quelle serie che ci obbligava a fare tutti insieme durante la giornata?
" Ma come? Non potenzio già le gambe e gli addominali durante i nostri soliti addestramenti?"
Lui scosse la testa. "Vivian, Vivian, non hai capito nulla di questo posto. Vero? Allora lascia che ti spieghi." si avvicinò a me facendomi indietreggiare. Le mie spalle colpirono la porta dietro di me ed io risucchiai un respiro quando il suo viso si trovò appena sopra il mio. Era assolutamente troppo vicino. "Ti stiamo preparando ad una guerra. Sai che vuol dire questa parola? Rabbia, distruzione, morte. Ti sembrano cose da poco? Il mio compito è portarti a combattere e assicurarmi che tu non muoia subito al grido di partenza. Intesi? E' divertente quanto questo discorso assomigli a quello che ho fatto a quel tuo amichetto, Lucas se non sbaglio." sorrise in un modo che mi fece venire i brividi. "Quindi, dovrai potenziare tutto, dato che sei mingherlina e debole rispetto agli altri." lo sguardo minaccioso si fece più intenso nei miei occhi. Sbuffai sonoramente alle sue parole non proprio esposte al massimo della gentilezza.
"Allora dimmi: che faccio ora?" affermai con sguardo di sfida al ragazzo. Il mio modo di fare parve infastidirlo parecchio, ma non me ne preoccupai. Ero già scocciata di mio. Capivo tutte le intenzione che Drake mi aveva elencato ma, a mio parere, non c'era stato assolutamente bisogno di essere così.
"Hai del fegato piccolina." mi passò davanti colpendomi la testa con una manata sulla base di essa, chiaramente in modo gentile, dandomi comunque un certo fastidio. "Ora fammi cinquanta addominali semplici" mi mostrò l'esercizio ed io lo ripetei. Ero stanca, avevo passato tutto il giorno ad allenarmi con gli altri ragazzi ed ora la sera non era da meno. Non sapevo se ce l'avrei fatta a sostenere un ritmo così stancante fisicamente, ma mi ripetei più volte nella mente che se ero magra e mingherlina non sarei sopravvissuta molto tempo quando anche a me sarebbe toccato partire per questa guerra di cui nessuno sapeva un accidente di niente.
Dopo le interminabili serie di esercizi per l'area addominale me ne fece fare alcuni per irrobustire le gambe. Finalmente dopo quest'ultimi potei congedarmi e tornare in camera per una sana dormita. Mi trascinai stravolta lungo i corridoi fino a raggiungere la mia camera. Appena entrata Carmen mi corse in contro ansiosa.
"Vivian! Dove sei stata? Che volevano da te? Ti hanno forse rimproverata? Ma poi rimproverarti per cosa che sei sempre diligente, non capisco. E poi perché ci hai messo quasi due ore e mezza" mi domandò a raffica prendendomi per gli avambracci e stritolandomi
"Piano Carmen, sono distrutta. E in più una domanda alla volta." Accortasi dell'eccessiva pressione che le sue mani esercitavano sul mio corpo mi chiese scusa e si calmò un poco.
"A quale domanda devo risponderti per prima?" le sorrisi dolcemente.
"Perchè ti hanno chiamata?" Bene, diretta al punto, le spiegai ciò per cui mi avevano "convocata" e fatta esercitare. La faccia di Carmen era leggermente sorpresa.
"Non pensavo che in questo posto fossero così clementi e disponibili con quelli che presentano delle difficoltà. Per carità, non dico che tu abbia seriamente bisogno di aiuto, non sei una così causa persa ma" decisi di prendere l'affermazione di Carmen come una sorta di complimento, anche se non ero certa che lo fosse davvero. "mi aspettavo che li rimandassero subito a casa. Cosa che senz'altro avrei preferito fare." Già. Non aveva tutti i torti. Probabilmente alla Fazione servivano veramente tanti soldati. Decisi di esternare la mia conclusione a Carmen e lei l'approvò dicendo che era forse la cosa più sensata che si potesse dedurre.
Dopo la breve conversazione decisi di coricarmi data la stanchezza accumulata in quella giornata.
Spazio Autrice:
Ciao! Mi scuso davvero tanto per il ritardo di questo capitolo. Avevo già annunciato il mio blocco dello scrittore in bacheca (che vi invito a leggere per sapere degli eventuali aggiornamenti delle due storie). Spero che dopo questo mese di attesa voi siate ancora qui per sostenere questa storia a me molto cara. Fatemi sapere che ne pensate nei commenti, sono felicissima di leggere i vostri pareri e perchè no anche le vostre critiche, purchè siano chiaramente educate. Grazie dell'attenzione, ci vediamo con il capitolo 16 al più presto.
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The arrow (Momentaneamente Sospesa)
FantasíaLa cittadina di Wynne, negli Stati Uniti, è solo un piccolo borgo del vasto impero della Fazione Nera. Qui, da diciassette anni, vive una ragazza di nome Vivian. La condizione di povertà della sua famiglia, uguale per il resto della popolazione, non...